Frosinone. Il PCI del Lazio sui due operai ciociari morti sul cantiere autostradale a Bologna.

Frosinone. Il PCI del Lazio sui due operai ciociari morti sul cantiere autostradale a Bologna.

06/08/2019 0 Di Maurizio Aversa

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Fro­si­no­ne, Ana­gni. Cor­do­glio e denun­cia del PCI per altri due mor­ti sul lavo­ro. Anto­nio Piz­zu­tel­li e Sal­va­to­re Vani fal­cia­ti in can­tie­re auto­stra­da.
“Come abbia­mo appre­so dall’ (ANSA) — BOLOGNA, 6 AGO — Due ope­rai che lavo­ra­va­no per con­to di Auto­stra­de sono mor­ti, inve­sti­ti da un Tir che ha inva­so un can­tie­re alle­sti­to nel trat­to bolo­gne­se del­la A14, a Bor­go Pani­ga­le.” — Così comin­cia­no in una dichia­ra­zio­ne il respon­sa­bi­le Lavo­ro del PCI Lazio Tizia­no Ziro­li e Ore­ste del­la Posta segre­ta­rio regio­na­le comu­ni­sta — “Ci spe­ci­fi­ca anco­ra l’agenzia di stam­pa che, L’in­ci­den­te è avve­nu­to poco pri­ma del­le 23 di ieri al km 9, nei pres­si del­lo svin­co­lo per il rac­cor­do inter­no. Gli ope­rai sta­va­no ter­mi­nan­do l’al­le­sti­men­to del can­tie­re, neces­sa­rio al rifa­ci­men­to del­le segna­le­ti­ca oriz­zon­ta­le, e c’e­ra un restrin­gi­men­to del­la car­reg­gia­ta indi­ca­to con car­tel­li e segna­li lumi­no­si., quin­di è chia­ro che gli ope­rai era­no al lavo­ro. Le vit­ti­me sono Anto­nio Piz­zu­tel­li, 38 anni, e Sal­va­to­re Vani, 46 anni, entram­bi resi­den­ti ad Ana­gni ed ori­gi­na­ri di pae­si del­la pro­vin­cia di Fro­si­no­ne. Come Par­ti­to, come cor­re­gio­na­li, espri­mia­mo la mas­si­ma soli­da­rie­tà e il più pro­fon­do cor­do­glio ai fami­lia­ri di Anto­nio e Sal­va­to­re – sot­to­li­nea­no Ziro­li e del­la Posta – e nel con­tem­po alzia­mo for­te la denun­cia con­tro le mor­ti sul lavo­ro. I due ope­rai era­no dipen­den­ti di una dit­ta che lavo­ra in appal­to per Auto­stra­de. Sicu­ra­men­te ci saran­no inchie­ste giu­di­zia­ria e tec­ni­ca, ma ciò che stor­di­sce nel­la nostra con­sa­pe­vo­lez­za del­la dife­sa dei lavo­ra­to­ri è che le cen­ti­na­ia di mor­ti ogni anno sul lavo­ro, spes­so non sono trat­ta­ti allo stes­so modo. Il moti­vo, noi lo ritro­via­mo solo in un gran­de pun­to poli­ti­co e di clas­se: non c’è in que­sta Ita­lia attua­le l’attenzione sul lavo­ro al cen­tro di tut­te le que­stio­ni, non ci sono i lavo­ra­to­ri, quin­di man­ca ogni atten­zio­ne di pre­ven­zio­ne con­cre­ta e quo­ti­dia­na. Negli ope­ra­to­ri, nei con­trol­lo­ri, nel padro­na­to che per­se­gue uni­ca­men­te il dio dena­ro man­ca ogni rife­ri­men­to alla cen­tra­li­tà del lavo­ro, alla uma­niz­za­zio­ne di ogni atti­vi­tà dell’uomo. Noi – con­clu­do­no i diri­gen­ti comu­ni­sti – pos­sia­mo a nome di tut­ti i comu­ni­sti, con­fer­ma­re che sare­mo sem­pre dal­la stes­sa par­te: di chi spes­so non può sce­glie­re tra peri­co­lo­si­tà o meno del lavo­ro. Per­ché esso, il lavo­ro, inve­ce che esse­re stru­men­to per la vita da vive­re, diven­ta ciò a cui vie­ne tut­to sacri­fi­ca­to in nome del rice­vi­men­to di bas­se paghe e di tem­po impri­gio­na­to che annul­la la vita da vive­re. Il PCI è con­tro que­sta alie­na­zio­ne. Il PCI è per costrui­re un fron­te for­te e uni­to dei lavo­ra­to­ri per la libe­ra­zio­ne dal lavo­ro inca­te­na­to in tal modo. Salu­tia­mo anco­ra Anto­nio e Sal­va­to­re, gri­dan­do: basta mor­ti sul lavo­ro!”

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