Il pittore Mangone porta la sua Lupa Capitolina Blu da Buccino a Roma

Il pittore Mangone porta la sua Lupa Capitolina Blu da Buccino a Roma

14/04/2025 0 Di Marco Montini

Que­sto arti­co­lo è sta­to let­to 157 vol­te!

Il pit­to­re Man­go­ne por­ta la sua Lupa Capi­to­li­na Blu da Buc­ci­no a Roma

Inau­gu­ra­ta all’Upter la mostra dedi­ca­ta all’artista cam­pa­no, tra sim­bo­li pit­to­ri­ci e omag­gi let­te­ra­ri a Sán­dor Márai

Dal Bosco del MaM di Buc­ci­no al cuo­re del­la Capi­ta­le: la Lupa Capi­to­li­na blu, ico­ni­ca ope­ra dell’artista Fer­nan­do Man­go­ne, appro­da a Roma, accol­ta negli spa­zi dell’Università Popo­la­re di Roma (Upter). Un viag­gio sim­bo­li­co e cro­ma­ti­co che inau­gu­ra un nuo­vo per­cor­so cul­tu­ra­le, all’insegna del dia­lo­go tra arte con­tem­po­ra­nea e memo­ria sto­ri­ca. La mostra è sta­ta inau­gu­ra­ta nel­la pre­sti­gio­sa cor­ni­ce di Palaz­zo Engle­field, sede sto­ri­ca dell’Upter, e ospi­ta oltre 60 ope­re dell’artista cam­pa­no: un per­cor­so immer­si­vo tra colo­ri vivi­di, sug­ge­stio­ni cul­tu­ra­li, cita­zio­ni let­te­ra­rie, richia­mi alla clas­si­ci­tà e rifles­sio­ni pro­fon­de sul pre­sen­te. Tra i pro­ta­go­ni­sti asso­lu­ti dell’esposizione, spic­ca la cele­bre Lupa blu, rivi­si­ta­zio­ne pit­to­ri­ca del noto sim­bo­lo di Roma, tra­sfor­ma­to da Man­go­ne in una meta­fo­ra visi­va di acco­glien­za, resi­sten­za e rina­sci­ta.

“Que­sta Lupa è un sim­bo­lo che ho volu­to rein­ter­pre­ta­re attra­ver­so il lin­guag­gio del colo­re. È la Roma eter­na che resi­ste, che pro­teg­ge, che acco­glie. Por­tar­la nel­la Capi­ta­le signi­fi­ca chiu­de­re un cer­chio ini­zia­to nei silen­zi del mio bosco, e aprir­ne un altro, fat­to di dia­lo­go, memo­ria e visio­ne. Ogni mia ope­ra è un pon­te tra il pas­sa­to e il pre­sen­te. La Lupa blu nasce da un’urgenza inte­rio­re di rileg­ge­re i miti fon­da­ti­vi con occhi nuo­vi, per par­la­re a un’umanità che ha biso­gno di bel­lez­za e di signi­fi­ca­ti con­di­vi­si. Espor­ta­re quest’opera a Roma non è solo un tra­guar­do per­so­na­le, ma un atto di resti­tu­zio­ne: un modo per resti­tui­re alla cit­tà un’immagine sim­bo­li­ca rige­ne­ra­ta dal­la pit­tu­ra”. A dir­lo è il pit­to­re Fer­nan­do Man­go­ne

L’evento ha coin­ci­so con il 125° anni­ver­sa­rio del­la nasci­ta del­lo scrit­to­re unghe­re­se Sán­dor Márai, figu­ra cen­tra­le del­la let­te­ra­tu­ra euro­pea del Nove­cen­to. In que­sta occa­sio­ne è sta­to pre­sen­ta­to anche il volu­me “Il penul­ti­mo dono. La ‘ter­za via’ di Sán­dor Márai”, sag­gio di Mau­ri­zio Pin­to­re edi­to da Robin Edi­zio­ni (2024), che offre un’interessante rilet­tu­ra del pen­sie­ro e dell’opera del­lo scrit­to­re.

L’iniziativa è sta­ta rea­liz­za­ta con il con­tri­bu­to dell’Accademia d’Ungheria a Roma, del­la Fon­da­zio­ne Sán­dor Márai e dell’Upter, da sem­pre pun­to di rife­ri­men­to per la pro­mo­zio­ne del­la cul­tu­ra e del­la for­ma­zio­ne. Un sen­ti­to rin­gra­zia­men­to è sta­to rivol­to a Fran­ce­sco Flo­ren­za­no, pre­si­den­te dell’Upter, per aver for­te­men­te soste­nu­to e volu­to que­sta espo­si­zio­ne, che pro­met­te di lascia­re un segno nel pano­ra­ma arti­sti­co roma­no e nazio­na­le.

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