AslRm6, Ambrogiani(Pd): “Buon lavoro a nuovo dg, basta valzer di poltrone”

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“Voglia­mo anche noi espri­me­re i nostri augu­ri di buon lavo­ro al nuo­vo Diret­to­re Gene­ra­le del­la ASL Roma 6, Gio­van­ni Pro­fi­co, uffi­cial­men­te in cari­ca dal­lo scor­so 8 apri­le. Ci augu­ria­mo che con que­sta nomi­na si pos­sa final­men­te por­re fine al con­ti­nuo “val­zer” di inca­ri­chi che ha inte­res­sa­to un ruo­lo così stra­te­gi­co e deli­ca­to per la nostra azien­da sani­ta­ria, spes­so segna­to da dimis­sio­ni repen­ti­ne subi­to dopo l’insediamento. Rite­nia­mo infat­ti indi­spen­sa­bi­le un’azione di pia­ni­fi­ca­zio­ne sani­ta­ria e orga­niz­za­ti­va seria ed effi­ca­ce, che rispon­da ai rea­li biso­gni del­le comu­ni­tà loca­li: oltre 600mila abi­tan­ti distri­bui­ti nei 21 comu­ni ricom­pre­si nel ter­ri­to­rio di com­pe­ten­za. Voglia­mo inol­tre riba­di­re con for­za la cen­tra­li­tà dell’Ospedale San Giu­sep­pe di Mari­no per tut­ta l’area dei Castel­li Roma­ni, denun­cian­do anco­ra una vol­ta il con­ti­nuo depo­ten­zia­men­to del­la strut­tu­ra, come dimo­stra­to anche dal man­ca­to arri­vo – più vol­te pro­mes­so – del­la Riso­nan­za Magne­ti­ca. Una caren­za gra­ve, che non pos­sia­mo più per­met­ter­ci di tol­le­ra­re. È tem­po di rispo­ste con­cre­te: i cit­ta­di­ni del nostro ter­ri­to­rio meri­ta­no ser­vi­zi sani­ta­ri all’altezza e una sani­tà pub­bli­ca effi­cien­te e vici­na ai loro biso­gni”.

Così, in una nota stam­pa, Ser­gio Ambro­gia­ni, segre­ta­rio del Pd Mari­no-Cir­co­lo Bru­no Astor­re

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Marco Montini

Clas­se ’82, gior­na­li­sta pub­bli­ci­sta dal 2012, cro­ni­sta di stra­da dal 2007, scri­vo ormai da tem­po di sport, poli­ti­ca, socia­le e cul­tu­ra. Attual­men­te col­la­bo­ro con testa­te dei Castel­li Roma­ni e del­la Capi­ta­le, for­nen­do al con­tem­po pre­sta­zio­ni e con­su­len­ze di comu­ni­ca­zio­ne per nume­ro­se real­tà ter­ri­to­ria­li, pri­va­te e pub­bli­che. Lazia­le, tea­tran­te, ani­ma­le socia­le, ado­ro viag­gia­re, cono­sce­re e nutrir­mi del­la diver­si­tà, del nuo­vo, del­lo sco­no­sciu­to.