AL MUSEO MAM DI BUCCINO RISORGONO EL GRECO E JACKSON POLLOCK NELL’ARTE DI MANGONE

AL MUSEO MAM DI BUCCINO RISORGONO EL GRECO E JACKSON POLLOCK NELL’ARTE DI MANGONE

02/05/2025 0 Di Marco Montini

Que­sto arti­co­lo è sta­to let­to 188 vol­te!

Un viag­gio visio­na­rio tra luce e mate­ria: due rivo­lu­zio­na­ri rivi­vo­no nel­la poten­za del gesto con­tem­po­ra­neo

Al Museo MaM di Buc­ci­no va in sce­na un even­to che tra­scen­de la sem­pli­ce espo­si­zio­ne arti­sti­ca: un vero rito di resur­re­zio­ne visi­va e spi­ri­tua­le. Il Mae­stro Fer­nan­do Man­go­ne dà vita a un’opera inten­sa, poten­te e pro­fon­da­men­te con­tem­po­ra­nea, ripor­tan­do in vita – con la for­za del suo lin­guag­gio pit­to­ri­co – le ani­me di due rivo­lu­zio­na­ri del­la sto­ria dell’arte: El Gre­co e Jack­son Pol­lock.

Non si trat­ta di una mostra tra­di­zio­na­le. È un pon­te che attra­ver­sa i seco­li, un dia­lo­go tra sen­si­bi­li­tà lon­ta­ne ma uni­te da uno stes­so desti­no: quel­lo del­la rot­tu­ra, dell’innovazione, dell’urgenza espres­si­va. El Gre­co, visio­na­rio del Cin­que­cen­to, misti­co e dram­ma­ti­co, anti­ci­pa­to­re di un’espressività che solo l’espressionismo seco­li dopo avreb­be pie­na­men­te espres­so. Jack­son Pol­lock, l’uomo del gesto puro, del­la tela a ter­ra, dell’istinto incon­trol­la­to, crea­to­re di un nuo­vo lin­guag­gio pit­to­ri­co nato dal­la liber­tà asso­lu­ta.

Man­go­ne, nel cor­so del­la sua lun­ga car­rie­ra, ha respi­ra­to que­ste due ani­me, facen­do­le pro­prie in modo per­so­na­le e pro­fon­do.

“El Gre­co e Pol­lock non sono sta­ti solo rife­ri­men­ti, ma pre­sen­ze costan­ti nel mio cam­mi­no,” affer­ma l’artista. “Li ho stu­dia­ti, ama­ti, inte­rio­riz­za­ti. Oggi li sen­to vivi den­tro di me, come due for­ze che si com­ple­ta­no: una che guar­da ver­so il cie­lo, l’altra che affon­da nel­la mate­ria.”

Ma ciò che ren­de que­sto pro­get­to uni­co è l’elemento del­la luce. Non è solo l’arte a risor­ge­re, ma anche la tela stes­sa a tra­sfi­gu­rar­si. Con un inter­ven­to tec­ni­co raf­fi­na­to e ric­co di signi­fi­ca­to, Man­go­ne ha inse­ri­to in ogni ope­ra pig­men­ti e mate­ria­li fluo­re­scen­ti che, al cala­re del­la sera, atti­va­no una meta­mor­fo­si visi­va straor­di­na­ria. Le tele si accen­do­no, vibra­no, bril­la­no nell’oscurità, tra­sfor­man­do l’esperienza del­lo spet­ta­to­re in un momen­to qua­si misti­co.

“La fluo­re­scen­za per me non è un effet­to,” spie­ga Man­go­ne. “È un lin­guag­gio, un respi­ro. L’arte non smet­te di par­la­re quan­do cala il buio. Anzi, è pro­prio nel buio che rive­la la sua veri­tà più pro­fon­da.”

Il Museo MaM diven­ta così un luo­go sospe­so tra real­tà e visio­ne, tra tem­po e eter­ni­tà. Le sale si tra­sfor­ma­no in un per­cor­so emo­zio­na­le dove ogni qua­dro è una pre­sen­za viva, pul­san­te, che si ani­ma sot­to gli occhi di chi guar­da. Le figu­re e i gesti che duran­te il gior­no appa­io­no come omag­gi poten­ti, di not­te diven­ta­no epi­fa­nie, appa­ri­zio­ni lumi­no­se che accom­pa­gna­no lo spet­ta­to­re in un viag­gio inte­rio­re.

In que­sta espe­rien­za immer­si­va, El Gre­co e Pol­lock non ven­go­no sem­pli­ce­men­te ricor­da­ti: tor­na­no a vive­re. La loro ener­gia, il loro spi­ri­to rivo­lu­zio­na­rio, le loro ombre e le loro luci si fon­do­no in una nuo­va crea­zio­ne fir­ma­ta Man­go­ne, che non copia, non cita, ma rie­la­bo­ra e tra­sfi­gu­ra.

Quel­lo che acca­de al Museo MaM di Buc­ci­no è, in defi­ni­ti­va, un atto di rina­sci­ta. Una cele­bra­zio­ne del­la for­za eter­na dell’arte, capa­ce di uni­re epo­che, sti­li, lin­guag­gi e di par­lar­ci anco­ra, oggi, con voce chia­ra e lumi­no­sa. Una voce che non teme il buio, ma da esso nasce.

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