Marino. Moby Dick-Gruppo H24: Uno strepitoso successo della serata/evento del concorso

Marino. Moby Dick-Gruppo H24: Uno strepitoso successo della serata/evento del concorso

20/01/2025 0 Di Maurizio Aversa

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Mari­no. Moby Dick-Grup­po H24: Uno stre­pi­to­so suc­ces­so del­la serata/evento del con­cor­so. Un vin­ci­to­re, Lucia­no Cen­si (Poe­sia) e due vin­ci­tri­ci Giu­lia Sar­to­ri (Nar­ra­ti­va), e Rober­ta Car­ne­va­li (Arti visi­ve-Dise­gno) si aggiu­di­ca­no la bor­sa di 500 euro cia­scu­no. Di qua­li­tà anche gli altri pre­mia­ti.

I vin­ci­to­ri del Pre­mio Let­te­ra­rio Nazio­na­le Moby Dick-Grup­po H24, da sini­stra: Giu­lia Sar­to­ri (Nar­ra­ti­va), Lucia­no Cen­si (Poe­sia), Rober­ta Car­ne­va­li (Arti visi­ve-Dise­gno)

Chi ha vin­to? La cul­tu­ra, la cul­tu­ra popo­la­re. Quin­di non con la “C” maiu­sco­la? Anzi, pro­prio per­chè popo­la­re è con la “C” maiu­sco­la. Chi c’era, e pos­sia­mo rac­con­tar­lo, ha assi­sti­to ad un paio d’ore indi­men­ti­ca­bi­li. Per la par­te­ci­pa­zio­ne: bene ha fat­to il M° Vit­to­rio Nocen­zi a dedi­ca­re un gran­de calo­ro­so sin­ce­ro e appas­sio­na­to applau­so a tut­ti i pre­sen­ti. Affin­chè lo rivol­ges­se­ro ai “resi­sten­ti cul­tu­ra­li” che han­no idea­to, orga­niz­za­to, testar­da­men­te pro­po­sto il Pre­mio. E applau­so da rivol­ge­re ugual­men­te ai con­cor­ren­ti, ai fina­li­sti, e al pub­bli­co par­te­ci­pe, pure inpie­di che tut­te le sedie sono sta­te occu­pa­te. Così come bene è sta­to sot­to­li­nea­to in aper­tu­ra che l’impostazione di spes­so­re, che mischia ed impa­sta, attua­li­tà, pas­sio­ne per la vita, impe­gno civi­le e poli­ti­co per la pace per sal­va­re il popo­lo pale­sti­ne­se, con la inter­pre­ta­zio­ne del­lo spi­ri­to di Moby Dick, è la moda­li­tà di fare, esse­re, arte — rac­con­tan­do, dise­gnan­do, scri­ven­do poe­sie — nel pre­sen­te, da par­te del­le per­so­ne vive.

La sala con­si­lia­re “Zac­ca­ria Negro­ni”, stra­vol­ta nel­le dispo­si­zio­ni abi­tua­li e som­mer­sa di pub­bli­co


Il mode­ra­to­re, Mau­ri­zio Aver­sa, così ave­va intro­dot­to la sera­ta: “A Biblio­pop più vol­te abbia­mo svol­to inzia­ti­ve uni­ta­rie con­tro quan­to acca­de­va ed è acca­du­to in Pale­sti­na. Noi sia­mo e restia­mo in cam­po con­tro la guer­ra, per la pace, ed auspi­chia­mo che dal­la tre­gua si appro­di ad essa, per­ché il popo­lo pale­sti­ne­se veda rico­no­sciu­ti i pro­pri dirit­ti, pos­sa deci­de­re del pro­prio futu­ro, per­ché chi anco­ra non lo ha fat­to, a par­ti­re dall’Italia, rico­no­sca lo Sta­to di Pale­sti­na. La tre­gua tra Hamas ed Israe­le è una buo­na noti­zia, ma occor­re anda­re con deter­mi­na­zio­ne in tale dire­zio­ne, solo così può tro­va­re rispo­sta la que­stio­ne pale­sti­ne­se, che data da quan­do l’occidente deci­se nel 1948 di affer­ma­re lo sta­to di Israe­le sul­la ter­ra di Pale­sti­na.

L’in­ter­ven­to del mode­ra­to­re Mau­ri­zio Aver­sa


Il 29 set­tem­bre 1966 Pier Pao­lo Paso­li­ni par­te­ci­pa alla mar­cia per la pace in Viet­nam. Suc­ces­si­va­men­te ver­ga que­sta bre­ve, inten­sa, signi­fi­ca­ti­va poe­sia:
“E pian­ge l’altra Ame­ri­ca
dei negri e dei pove­ri
per Mar­tin Luther King
e per il sena­to­re
da suo fra­tel­lo Ken­ne­dy ave­va ere­di­ta­to
di dare miglior vita al negro mal­trat­ta­to
la pace tra i popoli,come papa gio­van­ni
nien­te più guer­ra infa­me, las­sù nel Viet­nam.”
(Pier Pao­lo Paso­li­ni. Un viet­cong ono­ra­rio, 1968)

Pier Pao­lo Paso­li­ni par­te­ci­pa alla mar­cia per la fine del­la guer­ra in Viet­nam

Nel testo Moby Dick del Ban­co del Mutuo Soc­cor­so c’è que­sto con­den­sa­to:
“E vola via sopra un vascel­lo fan­ta­sma
e vola via ver­so una ter­ra pro­mes­sa”.

David Linch, il regi­sta-arti­sta visio­na­rio, appe­na scom­par­so


Il nucleo di attualità/passione/vita è ciò che spin­ge e giu­sti­fi­ca, for­se, di pro­por­re tut­te le for­me d‘arte pos­si­bi­li per esse­re uma­ni e vive­re nel con­sor­zio uma­no.
E’ il mede­si­mo mes­sag­gio visio­na­rio di David Lynch così come è visio­na­ria la pro­po­sta poe­ti­ca e la pas­sio­ne di Vit­to­rio Nocen­zi e dell’esperienza del Ban­co da cui abbia­mo trat­to l’intitolazione del Pre­mio, Moby Dick, che spin­ge gli esse­ri uma­ni a far­si vita.”.

Una del­le esi­bi­zio­ni del­le arti­ste acro­ba­te Urba­nAe­rea


La poe­sia di Lucia­no Cen­si “Faro a ponen­te”, vin­ci­to­re di que­sta sezio­ne “Poe­sia”; Giu­lia Sar­to­ri col rac­con­to “Bian­co­spil­lo” vin­ci­tri­ce del­la sezio­ne “Nar­ra­ti­va”; Rober­ta Car­ne­va­li col qua­dro “Inci­pit” vin­ci­tri­ce del­la sezio­ne “Arti visi­ve-Dise­gno”, rap­pre­sen­ta­no a giu­di­zio del­la giu­ria (in real­tà tre giu­rie distin­te) le ope­re che in que­sta ter­za edi­zio­ne del Pre­mio Let­te­ra­rio Nazio­na­le Moby Dick-Grup­po H24 meglio han­no espres­so e rap­pre­sen­ta­no nel pano­ra­ma dav­ve­ro nazio­na­le (da Paler­mo a Ver­cel­li, le par­te­ci­pa­zio­ni geo­gra­fi­che di quest’anno) l’ispirazione lega­ta ai tor­men­ti e tra­ge­die den­tro e fuo­ri degli esse­ri uma­ni con la spin­ta e la sfi­da media­bi­le dal Moby Dick, cer­to di imme­dia­ta ispi­ra­zio­ne del testo del Ban­co, ma soprat­tut­to dell’opera di Mel­vil­le. Pri­ma di alcu­ni pas­si degli inter­ven­ti, ripor­tia­mo — vista la novi­tà per cer­ti ver­si ecla­tan­te, che ha scon­vol­to l’abituale pro­fi­lo dell’aula con­si­lia­re cir­ca una strut­tu­ra auto­por­tan­te di sei metri uti­liz­za­ta da arti­ste acro­ba­te (Urba­nAe­rea) — un suc­cin­to com­men­to di Vit­to­rio Nocen­zi: “Mol­to bra­ve le acro­ba­te e per nul­la scon­ta­ta la loro pre­sen­za, anzi un’idea diver­sa dal soli­to, che per­so­nal­men­te ho mol­to apprez­za­to, per­ché è sta­ta un’idea crea­ti­va e poe­ti­ca!!! L’acrobazia come meta­fo­ra del­la ricer­ca del­le paro­le giu­ste per scri­ve­re dei ver­si e’ di per sé poe­ti­ca!!”.

Mar­gò e Brian Rien­te nel­la loro inter­pre­ta­zio­ne di bra­ni musi­ca­li


Anche la pro­po­sta musi­ca­le, del­la can­tau­tri­ce roma­na Mar­gò, accom­pa­gna­ta dal chi­tar­ri­sta Brian Rien­te che han­no suo­na­to e inter­pre­ta­to “Le paro­le che mi hai det­to” e “Se pio­ve”, due can­zo­ni del suo reper­to­rio, è sta­ta ‑sot­to­li­nea­ta da inten­si con­ti­nui scro­sci di applau­si- ampia­men­te apprez­za­ta.

Lo scrit­to­re e idea­to­re del Pre­mio Moby Dick-Grup­po H24, Mar­co Ono­frio


L’ideatore del Pre­mio, non­chè Pre­si­den­te del­la Giu­ria “Poe­sia”, lo scrit­to­re Mar­co Ono­frio, ha effi­ca­ce­men­te evi­den­zia­to nel pro­prio inter­ven­to la moti­va­zio­ne non casua­le, ma ricer­ca­ta, del moti­vo per cui vale far vive­re, e, a mag­gior ragio­ne far cre­sce­re mag­gior­men­te il Pre­mio stes­so. Ha det­to Onofrio:”Quando si par­la di que­sto pre­mio si accen­na spes­so alla sua matri­ce uma­ni­sti­ca. Se mi con­sen­ti­te vor­rei appro­fon­di­re il con­cet­to facen­do ricor­so alla gran­de crea­zio­ne di Her­man Mel­vil­le, il roman­zo del 1851 da cui è nato il mito del­la bale­na­bian­ca, sen­za cui non sarem­mo sta­se­ra qui riu­ni­ti. Ricor­dan­do ovvia­men­te tut­te le rie­la­bo­ra­zio­ni suc­ces­si­ve all’archetipo let­te­ra­rio, dal­la indi­men­ti­ca­bi­le can­zo­ne del Ban­co (1983) alle vostre ope­re poe­ti­che, nar­ra­ti­ve, e da quest’anno anche figu­ra­ti­ve. Il pri­mo tra­dut­to­re in lin­gua ita­lia­na del “Moby Dick” di Mel­vil­le fu Cesa­re Pave­se nel 1930. Dician­no­ve anni più tar­di, lo stes­so Pave­se scri­ve­va un inte­res­san­te arti­co­lo dal tito­lo “L’umanesimo non è una pol­tro­na”, che mi pare mol­to vici­no allo spi­ri­to da cui sia­mo ani­ma­ti nel­le nostre atti­vi­tà. Non è una pol­tro­na, cioè l’umanesimo non nasce dai diva­ni occi­den­ta­li coi cusci­ni di piu­me di struz­zo o di pavo­ne; non è ver­ni­ce esor­na­ti­va fun­zio­na­le al quie­to vive­re; non è sospi­ro di ani­me bel­le, alter­na­ti­vo alla noia dei per­di­gior­no; non è ste­ri­le eru­di­zio­ne di filo­lo­gi a cac­cia di minu­zie; non è sol­tan­to aria chiu­sa di biblio­te­che e pol­ve­re di libri… ma è pas­sio­ne cal­da e cul­tu­ra viva che nasce appun­to dal­la Vita, dal­la sua scos­sa elet­tri­ca, dall’esperienza diret­ta del­le cose che rap­pre­sen­ta e di cui par­la. L’umanesimo che ci pia­ce è un pen­sie­ro che pen­sa con tut­to il cor­po, è lot­ta e resi­sten­za agli infi­ni­ti agen­ti di alie­na­zio­ne che con­giu­ra­no per far­ci pas­sa­re sen­za trac­cia. Dun­que, nien­te tor­ri d’avorio! Se qual­co­sa di essen­zia­le inse­gnò la let­te­ra­tu­ra ame­ri­ca­na (ma non si dimen­ti­chi l’apporto del­la musi­ca jazz) al pro­vin­cia­li­smo dei nostri con­fi­ni pri­mo­no­ve­cen­te­schi, fu pro­prio l’esempio di que­sta libe­ra cen­tra­tu­ra, o liber­tà cen­tra­ta, che con­sen­ti­va di esse­re umi­li e pro­fon­di al tem­po stes­so, sen­za mai sen­tir­si “arri­va­ti”. Del resto, la cul­tu­ra è stru­men­to e risul­ta­to dell’in-tendere, cioè del resta­re tesi e pro­te­si den­tro una ricer­ca che, per defi­ni­zio­ne, non ha mai fine. L’uomo occi­den­ta­le vuo­le ridur­re a chia­rez­za il mon­do, ma la può rag­giun­ge­re solo affron­tan­do le tene­bre del caos, del pre­lo­gi­co, dell’irrazionale, dell’amorfo, del mostruo­so, cioè la vita nuda e cru­da e vele­no­sa, la veri­tà del dolo­re, il miste­ro stes­so dell’esistenza. Il razio­na­le non deve ucci­de­re il tra­scen­den­te: occor­re un equi­li­brio tra le due dimen­sio­ni. Il bale­nie­re Achab è il sim­bo­lo dell’intellettuale in per­pe­tua ricer­ca. Moby Dick incar­na il levia­ta­no bibli­co e rap­pre­sen­ta la quin­tes­sen­za dell’orrore e del male dell’universo. Ma è il demo­ni­smo irri­du­ci­bi­le del miste­ro, è pro­prio la sua ine­spli­ca­bi­li­tà, che con­sen­te all’uomo di cono­sce­re e cono­scer­si. Difat­ti Moby Dick è un sim­bo­lo così vasto da risul­ta­re per para­dos­so vuo­to, come lo spa­zio cosmi­co pie­no di nien­te. Scri­ve Pave­se: “Non c’è nul­la da sco­pri­re sot­to la bale­na bian­ca. Il suo pau­ro­so signi­fi­ca­to sta appun­to in que­sto che signi­fi­ca un vuo­to, un nul­la, una for­za bru­ta, oppu­re un agen­te inco­no­sci­bi­le”. Il pro­di­gio che qui cele­bria­mo è che que­sto sim­bo­lo offre uno spa­zio pres­so­ché infi­ni­to di riem­pi­men­to uma­no; quin­di, il len­zuo­lo bian­co di Moby Dick diven­ta uno “scher­mo” dove pro­iet­ta­re i sogni, i biso­gni, le istan­ze, le ten­sio­ni, gli idea­li, le riven­di­ca­zio­ni, i ricor­di, i miti, le nostal­gie, le uto­pie, ecc. fino a che diven­ta spec­chio inte­gra­le di quel­lo che noi sia­mo per dav­ve­ro. Ecco l’umanesimo che ci inte­res­sa e che tie­ne acce­so il moto­re di que­sto pre­mio! Gra­zie a tut­ti voi.”.

Il gior­na­li­sta e scrit­to­re Rober­to Pal­loc­ca, segre­ta­rio del Pre­mio


Rober­to Pallocca,giornalista e scrit­to­re, Pre­si­den­te del­la giu­ria “Nar­ra­ti­va” ha anch’egli svol­to un pro­prio inter­ven­to intri­dut­ti­vo-rie­pi­lo­ga­ti­vo del lavo­ro svol­to e dei risul­ta­ti a cui si è appro­da­ti. Ha det­to: “Buo­na­se­ra a tut­ti. Sarò piut­to­sto bre­ve per non toglie­re tem­po ai pre­mia­ti, veri pro­ta­go­ni­sti del­la sera­ta. Per me è un gran­de ono­re pre­sie­de­re per il ter­zo anno la Giu­ria di Nar­ra­ti­va di que­sto pre­mio let­te­ra­rio che, in appe­na tre edi­zio­ni, è diven­ta­to un pun­to fer­mo nei con­cor­si let­te­ra­ri nazio­na­li. Stia­mo facen­do un buon lavo­ro, di que­sto ne sono cer­to. E, per­ché no, ne sono anche mol­to fie­ro. Que­sto con­cor­so, inti­to­la­to al capo­la­vo­ro di Mel­vil­le, è qual­co­sa che non esi­ste­va e che, oggi, gra­zie al lavo­ro di mol­ti, esi­ste, è in salu­te, e sor­pren­de. È una bel­la sod­di­sfa­zio­ne que­sta per chi, come me, ha cre­du­to fin da subi­to alla bon­tà, oltre che alla neces­si­tà, di un pro­get­to simi­le, che rac­co­glies­se ed esal­tas­se la bel­la scrit­tu­ra, la bel­la poe­sia e, da quest’anno, il dise­gno. Rin­gra­zio pri­ma di tut­ti Mar­co Ono­frio, per l’idea, per­ché si ini­zia a rea­liz­za­re qual­co­sa solo dal momen­to in cui se ne par­la, in cui ci si con­fron­ta, in cui ci si guar­da in fac­cia e qual­cu­no dice “per­ché no?”. E allo­ra Mar­co gra­zie per quel “per­ché no” che ci ha con­dot­ti tut­ti oggi qui. Rin­gra­zio poi Mau­ri­zio Aver­sa, rin­gra­zio Ser­gio San­ti­nel­li e Biblio­pop. Rin­gra­zio H24 e il Comu­ne di Mari­no. Da quest’anno ho svol­to anche i lavo­ri di segre­te­ria e pos­so dir­vi che die­tro un even­to come que­sto c’è un lavo­ro tita­ni­co di orga­niz­za­zio­ne e di segre­te­ria, di valu­ta­zio­ne e di sin­te­si. Per que­sto rin­gra­zio soprat­tut­to i mem­bri del­la mia Giu­ria di Nar­ra­ti­va, che han­no con­di­vi­so con me que­sto per­cor­so inten­so e impe­gna­ti­vo, diver­ten­te e entu­sia­sman­te, con pas­sio­ne e con gran­de pro­fes­sio­na­li­tà. E allo­ra, in ordi­ne alfa­be­ti­co gra­zie a: Patri­zia Casi, inse­gnan­te, Fabio Fran­ce­schel­li, dram­ma­tur­go e roman­zie­re, Fabio Ful­fa­ro, medi­co e vin­ci­to­re del­lo scor­so anno che ha accet­ta­to di dar­ci una mano. Ste­fa­nia Stu­der, regi­sta e autri­ce RAI, Miche­la Toz­zi, impie­ga­ta, Gra­zie dav­ve­ro. Pri­ma di lascia­re spa­zio ai pre­mia­ti, vole­vo pre­ci­sa­re un paio di cose. La giu­ria si è espres­sa seguen­do tre diret­ti­ve di mas­si­ma per ogni rac­con­to giun­to in reda­zio­ne: l’originalità, la tec­ni­ca di scrit­tu­ra e il por­ta­to emo­zio­na­le. Dal­la sin­te­si di que­sti tre attri­bu­ti, ogni giu­ra­to ha espres­so un voto che ha fat­to media con i voti di tut­ti gli altri giu­ra­ti e ha sta­bi­li­to la clas­si­fi­ca gene­ra­le dei pri­mi 10, deno­mi­na­ti fina­li­sti. Da que­sti sono sta­ti poi defi­ni­ti i pri­mi 5, i vin­ci­to­ri del­la clas­si­fi­ca gene­ra­le. Abbia­mo inol­tre indi­vi­dua­to tre men­zio­ni d’onore, inti­to­la­te alla memo­ria di Rug­gie­ro Lupi­ni, Mario De Fal­co e Mas­si­mo Con­so­li, tre nostri con­cit­ta­di­ni che han­no con­tri­bui­to con il loro lavo­ro e il loro for­te sen­so civi­co al benes­se­re del­la nostra col­let­ti­vi­tà. Sono men­zio­ni che han­no volu­to dare meri­to a rac­con­ti che si sono distin­ti per la una del­le tre diret­ti­ve di cui vi par­la­vo pri­ma. A bre­ve li sco­pri­re­mo. Con­clu­do con una pic­co­la con­sta­ta­zio­ne per­so­na­le. Vivo a Mari­no da sem­pre, sono un ope­ra­to­re cul­tu­ra­le da alme­no un ven­ten­nio e respi­ro con­ti­nua­men­te le dif­fi­col­tà che vivo­no le ini­zia­ti­ve cul­tu­ra­li del nostro ter­ri­to­rio. Non è faci­le fare cul­tu­ra, ave­re il corag­gio di pro­por­la, ave­re il tem­po e le risor­se per rea­liz­zar­la. Per que­sto l’esperienza di que­sto pre­mio deve esse­re d’esempio. Augu­ro al Moby Dick di cre­sce­re, di con­fer­mar­si, di resta­re una real­tà feli­ce, puli­ta, pre­sti­gio­sa nel pano­ra­ma dei pre­mi let­te­ra­ri ita­lia­ni.”.

La Sala Lepan­to, dove è ospi­ta­ta, a Palaz­zo Colon­na, la mostra del­le ope­re degli arti­sti fina­li­sti del­la sezio­ne “Arti visi­ve-Dise­gno” del Pre­mio Moby Dick-Grup­po H24


Anna Appol­lo­ni, Pre­si­den­te del­la giu­ria “Arti visi­ve-Dise­gno”, oltre ad aver illu­stra­to i fina­li­sti ed i pre­mia­ti, ha tenu­to a ricor­da­re che, come pre­vi­sto anche dal rego­la­men­to del ban­do di con­cor­so, le ope­re dei fina­li­sti han­no tro­va­to spa­zio nel­la appo­si­ta mostra alle­sti­ta, pre­so Palaz­zo Colon­na, Sala Lepan­to, visi­ta­bi­le fino al 25 gen­na­io con ingres­so libe­ro.

La Pre­si­den­za del Pre­mio, da sini­stra: Anna Appol­lo­ni sezio­ne Arti Visi­ve-Dise­gno, Mar­co Ono­frio, sezio­ne Poe­sia, Asses­so­re alla Cul­tu­ra Pame­la Muc­ci­ni, Vit­to­rio Nocen­zi pre­si­den­te ono­ra­rio, Cri­stian Liber­ti, scrit­to­re Grup­po H24, sul­lo sfon­do il mani­fe­sto uffi­cia­le del­la ter­za edi­zio­ne, rea­liz­za­to da Miche­la Fer­raz­za


Il salu­to del­la Ammi­ni­stra­zio­ne comu­na­le — assen­te il sin­da­co per altri impe­gni — è sta­to calo­ro­sa­men­te por­ta­to dall’Assessore Pame­la Muc­ci­ni: “Rin­gra­zio gli orga­niz­za­to­ri per il Pre­mio che abbia­mo volu­to soste­ne­re anche col nostro patro­ci­nio e soste­gno diret­to. E’ que­sto un impor­tan­te momen­to cul­tu­ra­le. Momen­to cul­tu­ra­le allar­ga­to, quest’anno, anche alle arti figu­ra­ti­ve. E’ que­sta una occa­sio­ne per riflet­te­re insie­me e per cele­bra­re talen­ti. Augu­ro a tut­ti di ave­re — rife­ri­to all’intervento salu­to di Nocen­zi — sem­pre quel­la luce del­la crea­ti­vi­tà e dell’attenzione al pro­prio sè sem­pre acce­sa.”.
Vit­to­rio Nocen­zi, mol­to accla­ma­to, oltre il richia­mo posi­ti­vo a chi, come Mar­co Ono­frio e come Biblio­pop, pur con­tro­cor­ren­te han­no accet­ta­to la sfi­da di anda­re con­tro­cor­ren­te, ha volu­to sot­to­li­nea­re che il Premio,”come un fiam­mi­fe­ro acce­so in una not­te buia sem­bra rischia­ra­re e allon­ta­na­re tut­te le tene­bre, così, noi, in que­sto società/mondo imper­ver­sa­to di vio­len­za — guer­re, fem­mi­ni­ci­di, mor­ti sul lavo­ro, bim­bi sot­ter­ra­ti ed altri orro­ri quo­ti­dia­ni — come ci river­sa­no i media nazio­na­li e segna­ta­men­te la RAI, come per per­se­gui­re una sor­ta di inti­di­mi­da­zio­ne di impau­ri­men­to per­ma­nen­te alla disu­ma­ni­tà, anche col Pre­mio pos­si­mao agi­re posi­ti­va­men­te. Por­ta­re luce dove c’è buio. Ave­re il corag­gio di una visio­ne di futu­ro.”.
Per il Grup­po H24, lo scrit­to­re Cri­stian Liber­ti — che ha svol­to le veci del tito­la­re Ales­sio Cor­set­ti — ha volu­to svol­ge­re un salu­to non formale:”Certo fa pia­ce­re, esse­re dele­ga­to a con­fer­ma­re l’impegno del­la par­te eco­no­mi­ca di soste­gno anche per la IV edi­zio­ne del Pre­mio Moby Dick-Grup­po H24, ma in più fa pia­ce­re aver potu­to toc­ca­re con mano, que­sto calo­re, que­sta pas­sio­ne, que­sta viva­ci­tà che l’insieme degli orga­niz­za­to­ri a comin­cia­re da Ser­gio San­ti­nel­li e Mar­co Ono­frio han­no dimo­stra­to e rap­pre­sen­ta­no nel por­ta­re avan­ti que­sto Pre­mio. Rin­gra­zia­mo l’amministrazione comu­na­le che offre il patro­ci­nio e quin­di qua­li­fi­ca posi­ti­va­men­te il lavo­ro volon­ta­rio del­la asso­cia­zio­ne pro­mo­tri­ce del Pre­mio. Del resto, vi ren­do noto che sul ter­ri­to­rio io stes­so, sem­pre col grup­po che qui sto rap­pre­sen­tan­do, stia­mo por­tan­do avan­ti un pro­get­to con alme­no due scuo­le sul ter­ri­to­rio. Ed è una espe­rien­za posi­ti­va. Mi rivol­go infi­ne ai par­te­ci­pan­ti: voi sie­te la par­te viva di tut­to que­sto, con­ti­nua­te a por­ta­re i vostri scrit­ti, i vostri lavo­ri, noi ci sare­mo sem­pre a soste­ne­re que­sta fet­ta di cul­tu­ra.”. Nel­la sera­ta rin­gra­zia­men­ti dagli orga­niz­za­to­ri del Pre­mio ave­va rice­vu­to lo spon­sor Gil­da Cola­ciel­lo, Inte­rior Desi­gner per il soste­gno alla esi­bi­zio­ne di Urba­nAe­rea. Nel­la sera­ta tut­ta posi­ti­va, tut­ta­via è sta­ta riscon­tra­ta una imper­fe­zio­ne ‑neces­sa­ria­men­te da cor­reg­ge­re nei pros­si­mi even­ti lega­ti al Pre­mio — quel­la dell’acustica non a pun­to. Un po’ ha dato fasti­dio. Si miglio­re­rà.

Gabriel­la Mag­gio, da Paler­mo, fina­li­sta con “Ritor­no” nel­la sezio­ne Poe­sia, è sta­ta ospi­te del Pre­mio ed ha visi­ta­to, accom­pa­gna­ta da Ser­gio San­ti­nel­li Pre­si­den­te di Acab/Bibliopop e dal­lo scrit­to­re Mar­co Onofrio,la Biblio­te­ca Popo­la­re a S. Maria del­le Mole dedi­ca­ta a Gisel­da Rosa­ti


Ter­za Edi­zio­ne 2024 – I pre­mia­ti
Duran­te la ceri­mo­nia di pre­mia­zio­ne, che si è tenu­ta saba­to 18 gen­na­io 2025 alle 17, pres­so la Sala Con­si­lia­re di Palaz­zo Colon­na, sede del Comu­ne di Mari­no, sono sta­te pre­mia­te le seguen­ti ope­re.
SEZIONE A: POESIA
VINCITORI 2024
1 Lucia­no Cen­si, Gui­do­nia, con “FARO A PONENTE”
2 Pie­tro Cata­la­no, Roma, con “Il sogno di Dani­lo”
3 Nico­la Peras­so, Ver­cel­li, con “Poe­sia da un oblò”
4 Andrea Mar­chet­ti, Mari­no (Rm), con “Mare par­la­mi”
5 Mau­ri­zio Alba­ra­no, Mari­glia­no (Na), con “Il mio viag­gio è appe­na ini­zia­to”
FINALISTI
Rita Arcan­ge­let­ti, Mari­no (Rm), con “Un viag­gio”
Pie­tro Cata­la­no, Roma, con “Il volo dell’angelo”
Auro­ra De Luca, Roma, con “For­se tu non sai”
Pasqua­le Fier­ro, Nova­ra, con “Sin­fo­nia ribel­le”
Patri­zia Fran­cio­so, Raca­le (Ve), con “Note leg­ge­re”
Gabriel­la Mag­gio, Paler­mo, con “Ritor­no”
Giu­lia Van­nuc­chi, Via­reg­gio (Lu), con “Mare d’odio”
MENZIONI D’ONORE
Men­zio­ne “Gisel­da Rosa­ti”
Gabriel­la Mag­gio, Paler­mo, con “Incon­tro”
Men­zio­ne “Aure­lio Del Gob­bo”
Pie­tro Cata­la­no, Roma, con “I bam­bi­ni di Alep­po”
Men­zio­ne “Mau­ra Car­roz­za”
Clau­dio Cal­da­rel­li, Fia­no roma­no (Rm), con “Ismae­le”
PREMI SPECIALI
Pre­mio spe­cia­le del­la giu­ria
Anto­nel­la Riz­zo, Apri­lia (Lt), con “Su Til­la Durieux come Cir­ce”
SEZIONE B: NARRATIVA
VINCITORI 2024
1 Giu­lia Sar­to­ri, Roma, “Bian­co­spil­lo”
2 Davi­de Bene­det­to, Roma, con “In cima in cima”
3 Camil­la Ber­to­li­ni, Vene­zia, con “Lei, la mia musa pin­na bian­ca”
4 Lui­gi Bra­si­li, Tivo­li (Rm), con “Un altro mare”
5 Gian­lu­ca Papa­dia, Poz­zuo­li (Na), con “La scor­cia­to­ia”
FINALISTI
Rosel­la Bot­tal­lo, Tori­no, con “Kha­dy e i suoi dra­ghi”
Ales­san­dro Chio­met­ti, Ter­ni, con “Con­sa­pe­vo­lez­za”
Mar­zia Lore­tel­li, Mon­te­por­zio Cato­ne (Rm), con “Il custo­de degli abis­si”
Vit­to­ria Valen­ti­no, Casa­gio­ve (Le), con “Moby Dick”
Ste­fa­no Val­li­ni, Sie­na, con “Il sogno del capi­ta­no”
MENZIONI D’ONORE
Men­zio­ne d’onore “LUCIANO MASSIMO CONSOLI” per l’originalità
Gian­lu­ca Papa­dia, Poz­zuo­li (Na), con “La scor­cia­to­ia”
Men­zio­ne d’onore “RUGGERO LUPINI” per la tec­ni­ca di scrit­tu­ra
Davi­de Bene­det­to, Roma, con “In cima in cima”
Men­zio­ne d’onore “MARIO DI FALCO” per il por­ta­to emo­zio­na­le del testo
Lui­gi Bra­si­li, Tivo­li (Rm), con “Un altro mare”
SEZIONE C: ARTI FIGURATIVE
VINCITORI 2024
1 Rober­ta Car­ne­va­li, Roc­ca di Papa (Rm), con “Inci­pit”
2 Anto­nio Miral­li, Fon­te­nuo­va (Rm), con “MdbK” –
3 Noe­mi Castiel­lo, Roc­ca di Papa (Rm), con “Mi vedi?”
FINALISTI
Auro­ra De Luca, Roma, con “Not­tur­na”
Pao­la San­tan­ge­li, Roc­ca di Papa (Rm), con “L’eterna bat­ta­glia”
Bea­tri­ce Mari­nel­li, Aric­cia (Rm), con “La dan­za di Moby Dick, oro nel mare”
Mat­tia Paglia­ri­ni, Mari­no (Rm), con “Equo­rea”
Nico­la Peras­so, Ver­cel­li, con “La lacri­ma di Achab”
Mar­co Pin­to, Mari­no (Rm), con “L’ultima bat­ta­glia”
Fran­ce­sco Sca­nu Lus­su, Roma, con “Accab­ba”
Giu­lia Van­nuc­chi, Via­reg­gio (Lu), con “Mi chia­mo Ismae­le”

ATTENZIONE: per poter leg­ge­re per inte­ro le moti­va­zio­ni attri­bui­te alle men­zio­ni ed ai vin­ci­to­ri, così come for­mu­la­te dal­le giu­rie, si può acce­de­re al link uffi­cia­le del sito del Pre­mio Moby Dick-Grup­po H24 :

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