Iniziativa Comune: “Costituzione, questa sconosciuta. Ripartire dalla Scuola”

Iniziativa Comune: “Costituzione, questa sconosciuta. Ripartire dalla Scuola”

12/04/2018 0 Di Marco Montini

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“Alcu­ni poli­to­lo­gi stan­no ana­liz­zan­do le volon­tà espres­se dagli ita­lia­ni nel­le urne del 4 mar­zo. Da ana­liz­za­re, piut­to­sto, ci sareb­be il vuo­to pneu­ma­ti­co degli schie­ra­men­ti poli­ti­ci, sem­pre più con­cen­tra­ti sul­la ricer­ca di pol­tro­ne piut­to­sto che su un pro­gram­ma di gover­no, teso a rea­liz­za­re le istan­ze degli ita­lia­ni”. Ad esa­mi­na­re il con­te­sto socio-poli­ti­co del Bel­pae­se è Roc­co Tiso, por­ta­vo­ce di “Ini­zia­ti­va Comu­ne” -, neo­na­to grup­po di Coo­pe­ra­zio­ne e Pro­po­ste, com­po­sto da “Radi­ci” (Rag­grup­pa­men­to cor­pi inter­me­di nes­su­no toc­chi le radi­ci), “Con­feu­ro” (Con­fe­de­ra­zio­ne degli agri­col­to­ri euro­pei e del mon­do) e “Sog­get­to giu­ri­di­co” (Orga­ni­smo di aggre­ga­zio­ne inter­ca­te­go­ria­le e coin­vol­gi­men­to dei cit­ta­di­ni). “Di fron­te al nul­la, alle caren­ze, alle scar­se cono­scen­ze, l’u­ni­co per­cor­so da sug­ge­ri­re è il ritor­no alla Scuo­la, per ela­bo­ra­re una pro­po­sta poli­ti­ca basa­ta sul­le cer­tez­ze e quin­di fac­cia la dif­fe­ren­za per un nuo­vo modo di gover­na­re il Pae­se”, dice anco­ra Tiso. In pri­mo luo­go per­ché “è la gran­de assen­te nel model­lo di svi­lup­po dei vin­ci­to­ri, che han­no rac­col­to solo la pro­te­sta del­la gen­te comu­ne. L’Italia ha un pro­ble­ma enor­me con l’educazione del­le per­so­ne e la man­can­za del­la for­ma­zio­ne del capi­ta­le uma­no è una gra­vis­si­ma caren­za ata­vi­ca e strut­tu­ra­le. C’è tra l’al­tro un pro­ble­ma con la spe­sa sco­la­sti­ca, che — affer­ma il por­ta­vo­ce di “Ini­zia­ti­va Comu­ne” — per tut­ta la dura­ta del­la cri­si è anda­ta sem­pre più dimi­nuen­do, facen­do dell’Italia uno dei Pae­si euro­pei che spen­de meno in istru­zio­ne. Abbia­mo un pro­ble­ma con l’istruzione supe­rio­re scar­sa: sia­mo a livel­lo del Sud-Ame­ri­ca”.

Poi c’è la que­stio­ne dell’Unione Euro­pea, che per il com­par­to sco­la­sti­co ita­lia­no può e deve fare tan­to: “Si chie­da a Bru­xel­les che gli inve­sti­men­ti in for­ma­zio­ne devo­no esse­re scor­po­ra­ti dal cal­co­lo del­la spe­sa pub­bli­ca, per­tan­to fuo­ri dai vin­co­li di bilan­cio. Diver­sa­men­te vale lo slo­gan “sei e sarai sem­pre quel­lo che nasci”. La scuo­la è l’an­ti­do­to del­l’i­gno­ran­za che inse­gna­no i net­work e tra­smet­to­no i dispo­si­ti­vi che van­no su inter­net – con­ti­nua Tiso -. Que­sta è una pro­po­sta a chi è capa­ce ed ha l’o­no­re di far­ne un pro­gram­ma, che dovrà par­ti­re dal­le strut­tu­re e dal­la qua­li­fi­ca­zio­ne del per­so­na­le docen­te. Con­ti­nua­re a sacri­fi­ca­re ciò che ci dovreb­be illu­mi­na­re sul­l’al­ta­re del­l’in­si­pien­za e del­la pre­sun­zio­ne è il modo peg­gio­re per affon­da­re tut­ti nel­le sab­bie mobi­li igno­ran­ti. Poi ricor­dia­mo­ci di una Costi­tu­zio­ne mai appli­ca­ta del tut­to. Spe­cie negli ulti­mi ven­t’an­ni. Un gio­va­ne mag­gio­ren­ne  non ha mai vis­su­to un gior­no del­la sua vita sot­to una Repub­bli­ca; né ha mai cono­sciu­to una Costi­tu­zio­ne”, chio­sa­no da Ini­zia­ti­va Comu­ne.

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