PCI LAZIO. SEU: INCENDIO ECO X POMEZIA, RESPONSABILITA’ POLITICHE E ISTITUZIONALI SU PREVENZIONE E CONTROLLO.

PCI LAZIO. SEU: INCENDIO ECO X POMEZIA, RESPONSABILITA’ POLITICHE E ISTITUZIONALI SU PREVENZIONE E CONTROLLO.

16/05/2017 0 Di Maurizio Aversa

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Incen­dio alla ecox di Pomezia dei giorni scor­si


Come Par­ti­to Comu­nista Ital­iano abbi­amo ritenu­to doveroso, pri­ma di fare un comu­ni­ca­to uffi­ciale, atten­dere che si chiarisse, almeno per quan­to riguar­da i rischi per la salute dei cit­ta­di­ni, la reale natu­ra degli effet­ti dell’incendio avvenu­to a Pomezia il 5 mag­gio scor­so e che ha dev­as­ta­to l’impianto del­la Eco x, una azien­da pri­va­ta di stoccag­gio, rac­col­ta e smal­ti­men­to di rifiu­ti indus­tri­ali. Non siamo tra quel­li abit­uati a sem­i­nare allarmis­mi, ad attac­care tut­to e tut­ti a pre­scindere. Ad altri las­ci­amo questo modo di fare ed inten­dere la polit­i­ca. Oggi, però, rite­ni­amo che stiano emer­gen­do, con forza, sia la grav­ità del quadro com­p­lessi­vo del­la situ­azione che le respon­s­abil­ità, anche politiche ed isti­tuzion­ali.
La con­feren­za stam­pa orga­niz­za­ta dal­la Procu­ra del­la Repub­bli­ca di Vel­letri non las­cia mar­gine a dub­bi.
Inoltre, i val­ori delle anal­isi ril­e­vati ci par­lano di un inquina­men­to estrema­mente pre­oc­cu­pante che, negli anni a venire, potrebbe deter­minare seri prob­le­mi alla salute dei cit­ta­di­ni del ter­ri­to­rio. Vogliamo, quin­di, evi­den­ziare alcu­ni ele­men­ti che è com­pi­to delle forze politiche sot­to­lin­eare per far sì che fat­ti del genere non si ripetano. Innanz­i­tut­to, l’assurdità del­la pre­sen­za nel ter­ri­to­rio di una strut­tura che lavo­ra mate­ri­ali alta­mente infi­amma­bili sen­za un ido­neo sis­tema anti­ncen­dio e, qui siamo alla fol­lia, con una cop­er­tu­ra in eter­nit, cioè in amianto. E’ pos­si­bile che il Comune di Pomezia e la ASL non fos­sero a conoscen­za di ciò? Non sti­amo par­lan­do di un pic­co­lo pol­laio ma di una strut­tura indus­tri­ale di cui non pos­sono non aver avu­to notizia! Oltre­tut­to, sem­bra nel mese di novem­bre, un comi­ta­to di quartiere ave­va già chiesto al Sin­da­co di inter­venire, vista la situ­azione prob­lem­at­i­ca deter­mi­na­ta dall’ ecces­si­vo accu­mu­lo di rifiu­ti anche all’esterno del­la strut­tura. Non si é mosso nul­la.
L’assenza di un piano di emer­gen­za, poi, ha imped­i­to l’immediato coin­vol­gi­men­to dei Comu­ni lim­itrofi in un inter­ven­to uni­tario. L’incendio è sì avvenu­to a Pomezia ma il fumo si è prop­a­ga­to ver­so il Litorale, i Castel­li Romani, il ter­ri­to­rio di Roma sud e nel­la parte nord del­la Provin­cia di Lati­na. I sin­daci, vogliamo ricor­dar­lo soprat­tut­to a loro, sono la mas­si­ma autorità san­i­taria del pro­prio ter­ri­to­rio. E pote­vano, e dove­vano, essere mes­si subito nelle con­dizioni di agire. Oltre­tut­to, vor­rem­mo ricor­dare al sin­da­co di Pomezia che lui è il pres­i­dente del­la Con­feren­za dei Sin­daci del­la ASL ter­ri­to­ri­ale e che, quin­di, pote­va e dove­va coor­dinare gli altri pri­mi cit­ta­di­ni. Allo stes­so modo non c’è sta­to un min­i­mo coor­di­na­men­to da parte del­la Cit­tà Met­ro­pol­i­tana che ha bril­la­to per la totale assen­za come Ente di rifer­i­men­to ter­ri­to­ri­ale. Forse la “sin­da­ca” era impeg­na­ta a rin­cor­rere i topi nel­la sua cit­tà… Un serio piano di emer­gen­za, inoltre, dove­va prevedere almeno una cen­trali­na mobile di ril­e­va­men­to in ogni Comune; cosa che non è avvenu­ta. Infat­ti non conos­ci­amo i dati dei ril­e­va­men­ti Comune per Comune.
Come P.C.I. del Lazio vogliamo ricor­dare, inoltre, che ci sono già sta­ti incen­di “anom­ali” che han­no coin­volto strut­ture del set­tore rifiu­ti. L’ultimo, quel­lo avvenu­to cir­ca un anno fa nel­la dis­car­i­ca di Ron­cigliano, nel Comune di Albano Laziale. Fer­mo restando il fat­to che è com­pi­to del­la mag­i­s­tratu­ra accertare even­tu­ali situ­azioni di carat­tere penale, non pos­si­amo non ril­e­vare che questi “inci­den­ti” com­in­ci­no ad essere un po’ trop­pi. Come trop­pi sono gli inter­es­si dietro il sis­tema dei rifiu­ti. Spes­so non leciti. Ed allo­ra vogliamo rib­adire, con forza, che è ora di cam­biare reg­istro. Il set­tore rifiu­ti deve essere tolto dall’interesse pri­va­to e ripor­ta­to esclu­si­va­mente a quel­lo pub­bli­co. Non è pos­si­bile risol­vere il prob­le­ma rifiu­ti a Roma o in altri ter­ri­tori del­la nos­tra Regione se con­tinuiamo a per­me­t­tere ai pri­vati di gestire questo set­tore. Il sis­tema rifiu­ti non deve “gener­are guadag­no” ma deve dare servizi effi­ci­en­ti, tutela dell’ambiente, qual­ità del­la vita. Sicu­ra­mente, un sis­tema pub­bli­co costerebbe anche di meno ai cit­ta­di­ni.
Da anni ci dicono che il pri­va­to è meglio del pub­bli­co e che fun­ziona. Lo abbi­amo vis­to a Pomezia.

Questo quan­to dichiara­to dal seg­re­tario del PCI del Lazio, Vir­gilio Seu.

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