FNOPI al ministro della Salute Giulia Grillo: “Evitiamo gli ‘infermieri fantasma’”

FNOPI al ministro della Salute Giulia Grillo: “Evitiamo gli ‘infermieri fantasma’”

31/10/2018 0 Di puntoacapo

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Lettera della Federazione degli infermieri al ministro


FNOPI al ministro della Salute Giulia Grillo: “Evitiamo gli ‘infermieri fantasma’”

 

Oltre 12mila infer­mieri a tem­po deter­mi­na­to e almeno 4–5000 con con­trat­ti inter­nali. Com­pe­ten­ze e spe­cial­iz­zazioni non riconosciute in tutte le Regioni e, anzi, spes­so un deman­sion­a­men­to per far fronte a caren­ze di per­son­ale anche non lau­re­ato che la stes­sa giurispru­den­za con­dan­na. Totale dis­crezion­al­ità nei per­cor­si in cui ven­gono inser­i­ti i pro­fes­sion­isti e nes­suna pos­si­bil­ità di inve­stire e val­oriz­zare gli stes­si pro­fes­sion­isti in un cor­to cir­cuito che penal­iz­za l’assistenza infer­mieris­ti­ca è i cit­ta­di­ni che ne deb­bono usufruire.

Gli “infer­mieri fan­tas­ma” ci sono e tra tutte le situ­azioni descritte sfio­ra­no le cen­tomi­la unità. Così come i medici dichiarati nelle ultime set­ti­mane dal min­istro del­la Salute Giu­lia Gril­lo. Ed essere “fan­tas­ma”, qualunque sia la ragione, gen­era insod­dis­fazione e stress, fino anche al burn out: stu­di inter­nazion­ali han­no dimostra­to che cir­ca 98mila pazi­en­ti muoiono ogni anno in ospedale nel mon­do a causa di errori pre­veni­bili. La mag­gior parte di questi errori sono con­seguen­za di pro­ces­si o con­dizioni difet­tose del sis­tema e tra queste rien­tra l’eccessivo – e male orga­niz­za­to — cari­co di lavoro degli oper­a­tori.

Per evitare questo fenom­e­no e rior­ga­niz­zare un’assistenza che pre­mi aziende e pro­fes­sion­isti, ma soprat­tut­to rispet­ti e sod­dis­fi i bisog­ni di salute dei pazi­en­ti, la Fed­er­azione nazionale degli Ordi­ni degli infer­mieri (FNOPI), a cui sono iscrit­ti gli oltre 441mila infer­mieri pre­sen­ti in Italia che ne fan­no il mag­gior Ordine pro­fes­sion­ale del nos­tro Paese,  ha invi­a­to una let­tera al min­istro del­la Salute Giu­lia Gril­lo per sol­lecitare quel tavo­lo per­ma­nente di lavoro che lo stes­so min­istro ave­va prospet­ta­to per la pro­fes­sione infer­mieris­ti­ca per sciogliere i nodi che attual­mente legano l’assistenza e per trovare soluzioni effi­caci e con­di­vise anche con le altre cat­e­gorie pro­fes­sion­ali.

Le soluzioni? La reale sta­bi­liz­zazione dei pre­cari, ma anche degli interi­nali che costano al Servizio san­i­tario almeno il 18% in più dei dipen­den­ti per­ché ai costi del per­son­ale si devono aggiun­gere i guadag­ni delle agen­zie di som­min­is­trazione e sono uti­liz­za­ti per­ché il loro peso eco­nom­i­co non gra­va sul­la spe­sa per il per­son­ale, ma su quel­la per beni e servizi. Un escamo­tage che con­sente di non super­are a pri­ori quell’odioso lim­ite per il per­son­ale fis­sato da più manovre di bilan­cio del­la spe­sa 2004 meno lo 0,4 per cen­to.

Quin­di il pieno riconosci­men­to delle spe­cial­iz­zazioni infer­mieris­tiche e, per queste, l’infungibilità in sin­to­nia con quel­la nat­u­rale dei medici spe­cial­isti, per­ché la loro assis­ten­za pos­sa essere mira­ta, appro­pri­a­ta e ded­i­ca­ta ai bisog­ni di speci­fi­ci pazi­en­ti, non solo miglio­ran­do i servizi, ma anche riducen­do i rischi e aumen­tan­do la qual­ità del servizio.

E poi il deman­sion­a­men­to: la giurispru­den­za punisce le aziende che lo appli­cano metodica­mente ma al di là delle neces­sità con­tin­gen­ti e sem­pre e solo a favore del paziente è una for­ma di uti­liz­zo impro­prio dei pro­fes­sion­isti infer­mieri che andrebbe bloc­ca­to alla radice con una cor­ret­ta revi­sione degli organi­ci che con­sen­ta di met­tere ogni oper­a­tore al suo pos­to e con sbar­ra­men­ti nell’organizzazione ges­tionale delle aziende e dei servizi.

 

Fed­er­azione Nazionale degli Ordi­ni delle Pro­fes­sioni Infer­mieris­tiche 

Alla c. a. 

On. Giu­lia Gril­lo 

Min­istro del­la salute 

Pro­to­col­lo P‑9471/III.02 

Data 31 otto­bre 018 

Rif. 

Ogget­to Infer­mieri fan­tas­ma 

Gen­tile Min­istro, 

abbi­amo nota­to che in queste ultime set­ti­mane ha sot­to­lin­eato in modo par­ti­co­lare la con­dizione di quel­li che ha defini­to “medici fan­tas­ma”, quel­li cioè che già lavo­ra­no nel nos­tro Ssn, ma con con­trat­ti atipi­ci di ogni tipo, in totale assen­za di con­trol­lo e di prospet­tive di futuro. 

È un’osservazione tan­to gius­ta quan­to lega­ta a un dis­cor­so ormai vec­chio: le aziende sono pres­sate dalle esi­gen­ze di un’economia che altro non fa se non recu­per­are risorse pro­prio a scapi­to del per­son­ale pub-bli­co e in questo caso, con tut­ti i peri­coli che ne con­seguono per la salute dei cit­ta­di­ni, in par­ti­co­lare del per-sonale del Ssn. 

Ma c’è un dato che vor­rem­mo sot­to­lin­ear­Le: gius­to par­lare di “medici fan­tas­ma”, ten­ga pre­sente però che gli “infer­mieri fan­tas­ma” sono attual­mente migli­a­ia di più. 

Il rifer­i­men­to è anal­o­go a quel­lo che riguar­da i medici finché si par­la di con­trat­ti atipi­ci (o flessibili che dir si voglia) a tem­po deter­mi­na­to: l’ultimo Con­to annuale disponi­bile – quel­lo del 2016 — ripor­ta in que-sto sen­so 9.108 medici e 1.402 diri­gen­ti san­i­tari non medici, ma anche 22.591 unità di per­son­ale non diri­gen-te di cui 11.652 (oltre la metà) sono infer­mieri. 

Fin qui di “infer­mieri fan­tas­ma” ce ne sareb­bero già a suf­fi­cien­za, se non fos­se che per la nos­tra pro-fes­sione a ren­dere atipi­ci i con­trat­ti e l’utilizzo che si fa dei pro­fes­sion­isti ci sono anche altre situ­azioni. 

Pri­ma tra tutte è quel­la del lavoro interi­nale, a cui non fa capo alcun medico, ma che nel 2016 ha coin-volto oltre 3.000 infer­mieri. Ed era­no più di 6.000 solo l’anno pri­ma, il che fa pen­sare, in assen­za di sana­to-rie e sta­bi­liz­zazioni speci­fiche, a manovre ges­tion­ali-con­tabili per ridurre il fenom­e­no (non pos­sono essere sta­ti assun­ti) che cos­ta al Ssn almeno il 18% in più del per­son­ale dipen­dente (per­ché ai costi del per­son­ale si devono aggiun­gere i guadag­ni delle agen­zie di som­min­is­trazione), ma è uti­liz­za­to per­ché il suo peso non gra­va sul­la spe­sa per il per­son­ale, ma su quel­la per beni e servizi. Un escamo­tage che con­sente di non supe-rare a pri­ori quell’annoso e, ci per­me­t­ta, odioso lim­ite per il per­son­ale del­la spe­sa 2004 meno lo 0,4 per cen-to. 

Una situ­azione che penal­iz­za anche i pazi­en­ti – curati di fat­to da per­son­ale pre­cario – e i pro­fes­sion­isti, che non han­no alcu­na certez­za e sta­bil­ità nel­la loro attiv­ità pro­fes­sion­ale. Il che non è cer­to un incen­ti­vo po-siti­vo. 

C’è poi un’altra situ­azione che penal­iz­za la cat­e­go­ria infer­mieris­ti­ca. 

Gli infer­mieri, soprat­tut­to quel­li più gio­vani che escono da per­cor­si uni­ver­si­tari mod­erni, sono ormai tut­ti spe­cial­iz­za­ti, ma l’uso che se ne fa nelle aziende non tiene con­to in alcun modo di queste spe­cial­iz­zazio-ni. 

Accade così che un medico, la cui spe­cial­ità è riconosci­u­ta e tute­la­ta, non pos­sa affi­dare i suoi pazi­en­ti nel momen­to dell’assistenza a infer­mieri esper­ti dei per­cor­si più adat­ti ai bisog­ni di quel paziente speci­fi­co. 

Se non accade addirit­tura che gli infer­mieri — colpev­ole la caren­za di per­son­ale lega­ta al bloc­co del turn over — siano deman­sion­ati e vengano affi­date loro fun­zioni pro­prie di altre fig­ure pro­fes­sion­ali anche non lau­re­ate, sen­za nul­la riconoscere dei loro per­cor­si di stu­dio. 

Per questo Le chiedi­amo di atti­vare con la mas­si­ma urgen­za quel grup­po tec­ni­co per soluzioni con­di-vise da Lei prospet­ta­to nel nos­tro ulti­mo incon­tro. Per­ché in quel­la sede si pos­sa par­lare con cog­nizione di causa anche degli “infer­mieri fan­tas­ma”, dagli interi­nali che meritereb­bero una sta­bi­liz­zazione come tut­ti gli altri pre­cari per loro però non pre­vista agli spe­cial­isti che potrebbero/dovrebbero essere mag­gior­mente tutela-ti riconoscen­do la spe­cial­ità a liv­el­lo nazionale (oggi è riconosci­u­ta in gran parte delle Regioni bench­mark) e un’infungibilità analo­ga a quel­la dei medici, ma soprat­tut­to evi­tan­do forme di deman­sion­a­men­to che anche la stes­sa giurispru­den­za spes­so con­dan­na. 

Cer­ti di un Suo sol­lecito e mira­to inter­ven­to La ringrazi­amo e res­ti­amo in atte­sa di una Sua con­vo­ca-zione nel mer­i­to. 

La Pres­i­dente 

Bar­bara Man­gia­cav­al­li 

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