L’Editoriale. Ardea: attaccato Enrico Cacciotti per l’arresto del fratello dopo i fatti dell’Eugenio Litta di Grottaferrata

L’Editoriale. Ardea: attaccato Enrico Cacciotti per l’arresto del fratello dopo i fatti dell’Eugenio Litta di Grottaferrata

15/02/2016 0 Di Francesca Marrucci

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Enrico Cacciotti

Enri­co Cac­ciot­ti

di Francesca Mar­ruc­ci

La polit­i­ca è impi­etosa, si sa. Chi la fa deve essere pra­para­to ad attac­chi per­son­ali, a intru­sioni nel­l’am­bito del­la sfera del­la vita per­son­ale, spes­so a minac­ce ed insul­ti. Chi fa polit­i­ca è con­scio di questo ris­chio, ma in genere lo appli­ca alla pro­pria con­dot­ta e quin­di lo con­sid­era anche un moni­to. Ma cosa suc­cede se com­por­ta­men­ti altrui ven­gono usati stru­men­tal­mente per attac­care un politi­co? Si entra nel­l’am­bito del­l’at­tac­co che di politi­co non ha nul­la, piut­tosto somiglia allo sci­a­callag­gio.

È il caso che ha vis­to, suo mal­gra­do, coin­volto il Seg­re­tario dei Gio­vani Demo­c­ra­ti­ci di Ardea, Enri­co Cac­ciot­ti, che ha un ruo­lo impor­tante anche nel Pd provin­ciale. Qual è sta­ta la sua col­pa? Avere un fratel­lo (e ne ha tan­ti, tra l’al­tro!) che è sta­to arresta­to per i fat­ti incresciosi e ver­gog­nosi accadu­ti la scor­sa set­ti­mana all’Eu­ge­nio Lit­ta di Grotta­fer­ra­ta.

Enri­co lo conosco bene da anni, è un ragaz­zo sem­pre sor­ri­dente, sim­pati­co, con un gran cuore e che fa polit­i­ca con pas­sione. Del­la sua vita non c’è da dire davvero niente, così come del­la sua con­dot­ta polit­i­ca e allo­ra lo si attac­ca per la con­dot­ta del fratel­lo, mag­giorenne e respon­s­abile per le pro­prie azioni.

In un post molto sen­ti­to, Enri­co Cac­ciot­ti ha rispos­to alla bas­saz­za di questi attac­chi, e qui ve lo ripor­ti­amo, ma ha aper­to anche una fines­tra sul dram­ma che stan­no viven­do i famigliari degli inda­gati che nel­la mag­gior parte dei casi era­no all’oscuro delle azioni dei loro con­giun­ti ed ora si trovano in mez­zo ad un vero e pro­prio proces­so gius­tizial­ista, in specie sui social, per qual­cosa che non han­no commes­so loro, ma i loro par­en­ti. Ho saputo di figli e par­en­ti chiusi in casa da una set­ti­mana, per­ché in stra­da sono sta­ti insul­tati in maniera pesan­tis­si­ma.

L’indig­nazione del­la gente è com­pren­si­bile, ma riv­ol­ta ver­so chi ha commes­so questi reati, non su ogni par­ente disponi­bile. Questi fat­ti las­ciano uno strasci­co lunghissi­mo di vit­time. Per prime le vit­time del­l’ag­gres­sione, tut­ti ragazzi gio­vanis­si­mi e impos­si­bil­i­tati a rea­gire. Per sec­onde le famiglie di questi ragazzi, che pen­sa­vano di aver­li las­ciati in buone mani. E per terzi quel­li che nes­suno con­sid­era: i par­en­ti degli aguzzi­ni, che già vivono lo shock di sco­prire che qual­cuno a loro vici­no è in gra­do di com­por­tar­si in tale modo e inoltre devono sop­portare il pub­bli­co ludib­rio per qual­cosa che nem­meno li riguar­da.

Enri­co ha par­la­to e ha fat­to bene, per­ché ci deve far ragionare sul fat­to che la gius­tizia non è tale se le colpe ricadono su tut­to il parenta­do di un sogget­to colpev­ole. Che i dram­mi stan­no da tutte le par­ti e che le vit­time non han­no un solo col­ore.

Il post di Enri­co Cac­ciot­ti:

Da qualche giorno mio fratel­lo si tro­va agli arresti domi­cil­iari. E’ sta­to coin­volto in un’inchiesta giudiziaria su una brut­tis­si­ma sto­ria che riguar­da pre­sun­ti mal­trat­ta­men­ti avvenu­ti all’interno dell’istituto per dis­abili nel quale lavo­ra. I capi di accusa, al net­to delle car­i­ca­ture medi­atiche, han­no causato alla mia famiglia un’immensa sof­feren­za. 
In queste ore sono tan­ti i pen­sieri che si affol­lano nel­la mia tes­ta. Pen­so a delle per­sone svan­tag­giate alle quali forse sono state inflitte delle sof­feren­ze da chi invece avrebbe dovu­to pro­tegger­li. Pen­so a un fratel­lo al quale voglio bene e che spero non si sia reso pro­tag­o­nista dei fat­ti su cui si sta inda­gan­do e mi sfor­zo di avere fidu­cia nel fat­to che rius­cirà a dimostrare la sua inno­cen­za per­ché so che è migliore di quel­lo che appare in queste ore. Pen­so a mia madre e a mio padre e ai val­ori che ci han­no trasmes­so, a par­tire dal rispet­to per gli altri, con­dizione nec­es­saria per provare rispet­to per se stes­si. Pen­so a quan­to dolorosi siano i giorni che stan­no viven­do. 
Scri­vo queste cose per­ché nelle scorse ore ques­ta ter­ri­bile vicen­da è diven­ta­ta lo stru­men­to nuo­vo, uti­liz­za­to da alcu­ni, di una battaglia polit­i­ca. Sem­bra incred­i­bile. Cosa c’entra la Polit­i­ca? Mio fratel­lo non è un mil­i­tante di par­ti­to, non ha incar­ichi pub­bli­ci, non è neanche iscrit­to al Pd. 
Lui no, ma io sì e qual­cuno ha pen­sato bene di usare ques­ta cosa con­tro di me, tan­to i social si prestano bene allo scopo. Su Fb anche un coniglio può cred­er­si un leone. Vivi­amo in un mon­do dif­fi­cile dove non si rispet­ta più niente, nem­meno il dolore di una madre, di un padre o di un fratel­lo. 
Non voglio fare la parte di quel­lo che cade dalle nuv­ole, per car­ità. Ho i miei difet­ti, conosco le regole del gio­co, anche quan­do queste regole ven­gono vio­late, e ho le spalle abbas­tan­za gran­di per sop­portare, oltre al dolore che non mi sono cer­ca­to, le ingiurie gra­tu­ite e le fal­sità di queste ore che non mer­i­to ma che forse, dato lo spes­sore umano di alcu­ni per­son­ag­gi, mi sarei dovu­to aspettare. 
Se scri­vo queste parole, che vi assi­curo mi costano molto, è solo per dire ad alcune per­sone che quan­do si scrivono alcune cose bisognerebbe pre­oc­cu­par­si di quan­ta sof­feren­za si può arrecare agli altri. Voi ne avete arreca­ta mol­ta e purtrop­po non solo a me. Il mio ringrazi­a­men­to va invece a tutte quelle per­sone, tan­tis­sime, che in qualche modo han­no volu­to far­mi sen­tire la loro vic­i­nan­za e che, sep­pur in un momen­to molto dif­fi­cile, mi hanno ricorda­to quante per­sone stra­or­di­nar­ie ho accan­to, per­sone che mi dicono di tenere la tes­ta alta, di non pie­gar­mi. Non lo farò ed è soprat­tut­to per mer­i­to loro. Gra­zie

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