Dalla criminalizzazione dei popoli non nascono i fiori

Dalla criminalizzazione dei popoli non nascono i fiori

02/02/2020 0 Di Mauro Abate

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Nasce solo altro letame. L’Am­min­is­trazione Comu­nale vig­ili che nelle pro­prie strut­ture non vengano crim­i­nal­iz­za­ti popoli o Pae­si, e ottem­peri agli ori­en­ta­men­ti e alle dis­po­sizioni delle nos­tre isti­tuzioni.

Rispon­do all’ar­ti­co­lo “Mari­no. Incred­i­bili e provo­ca­to­rie “lezioni” da un sion­ista camuffa­to da cir­co­lo di Italia Nos­tra!”

Sarei sor­pre­so se fos­se sta­to scrit­to da Mau­r­izio Aver­sa, la cui preparazione e misura conosco, e con cui ho intes­su­to in prece­den­za costrut­tivi scam­bi di opin­ioni, anche in un’inizia­ti­va alla Bib­liopop. E’ piu’ prob­a­bile che sia sta­to scrit­to da alcu­ni suoi com­pag­ni, sprovvisti delle sue carat­ter­is­tiche, e che pure lo han­no fir­ma­to.

Tut­to ruo­ta intorno alla mist­i­fi­cazione che gli autori com­pi­ono riguar­do al sion­is­mo. Scrivono ” il sion­is­mo, cioè l’idea che han­no cer­ti (ora mag­gior­i­tari in quel paese ma non tut­ti) israeliani per la fun­zione del loro sta­to affinchè sia uno sta­to reli­gioso e dopo demo­c­ra­ti­co, che com­pren­da tut­ti i ter­ri­tori di Palesti­na, cac­cian­do i popoli che da sec­oli vivono in quei luoghi” (…).

Si trat­ta di un errore macro­scop­i­co, volto a dis­in­for­mare, e di dub­bia buona fede. Il sion­is­mo, ne’ piu’ ne’ meno, e’ un movi­men­to nazion­al­ista ebraico, sor­to nel­l’am­bito delle per­se­cuzioni ebraiche del 19 sec­o­lo, volto a isti­tuire un pro­prio Paese nel­l’­a­gog­na­ta ter­ra dove e’ orig­i­na­ta la sto­ria del popo­lo ebraico, che da sem­pre la con­sid­era la “Ter­ra promes­sa” da Dio per svilup­pare la pro­pria cul­tura, basa­ta sul­la pro­pria reli­gione. Prende il nome da una col­li­na di Gerusalemme, Sion. Ho usato l’e­spres­sione “un movi­men­to nazion­al­ista” perche’ ne e’ esis­ti­to un altro, il JTO o Jew­ish Ter­ri­to­r­i­al Orga­ni­za­tion, di cui uno dei mag­giori alfieri e’ sta­to Israel Zang­will, scrit­tore e intel­let­tuale, propen­so a fon­dare la nazione ebraica anche in altre par­ti del mon­do. Il pri­mo movi­men­to prevalse.

Uri Avn­ery e Arafat

Come accade in tut­ti i movi­men­ti nazion­al­isti, il sion­is­mo ha al suo inter­no diver­si ori­en­ta­men­ti, sia per la diver­si­ta’ di carat­teri, sia  per l’ori­en­ta­men­to politi­co di destra o di sin­is­tra. Ad un estremo si trovano paci­fisti di debole nazion­al­is­mo (ad es. il movi­men­to “Shalom Achshav” — Pace Ora, molto vici­no ai dirit­ti e alle ragioni dei palesti­ne­si), pros­eguen­do con nazion­al­isti piu’ tradizion­ali, lun­go uno spet­tro di posizioni var­ie­gate. Ci sono purtrop­po infine anche sciovin­isti, orto­dos­si oltranzisti, e grup­pi che perseguono politiche xeno­fobe che noi definirem­mo fas­ciste. E’ esis­ti­to anche un par­ti­to comu­nista sion­ista, ed esiste ora un par­ti­to comu­nista anti­sion­ista —  del resto un carat­tere anti-nazion­al­ista e’ quan­to ci si aspet­ta da ogni par­ti­to comu­nista. La posizione che pre­fig­u­ra­no gli autori sec­on­do la quale il sion­is­mo coin­ciderebbe con le posizioni piu’ estreme e di destra e’ del tut­to erra­ta! Non basterebbe un libro a men­zionare i sion­isti di sin­is­tra,  pro­gres­sisti e paci­fisti, tra cui i pri­mi che ven­gono in mente sono Uri Avn­ery in Israele (ami­co di Arafat, li vedete insieme nel­la foto di cop­er­ti­na), l’ideatore di uno Sta­to binazionale per israeliani e palesti­ne­si, e Her­bert Pagani in Italia  (v. un suo dis­eg­no sul­la pace in Medior­i­ente in bas­so).

Fat­to intera­mente igno­ra­to dagli orga­niz­za­tori del­l’even­to, e dagli scrit­tori del­l’ar­ti­co­lo in ogget­to, anche in cam­po arabo e palesti­nese esiste un anal­o­go robus­to nazion­al­is­mo, che fa parte del piu’ gen­erale nazion­al­is­mo arabo (“Al-Qawmīya al ʿArabīya”). Accan­to a posizioni di aper­tu­ra e dial­o­go, non man­cano anche li’, come nel caso del sion­is­mo, degli sciovin­isti, orto­dos­si oltranzisti e razz­isti, la cui posizione e’ di cos­ti­tuire uno sta­to palesti­nese “dal fiume (Gior­dano) al mare”, e per cui gli ebrei dovreb­bero sem­plice­mente fare i bagagli ed andare via (dove, non si sa). Basano le loro tesi anche su un “esclu­sivis­mo musul­mano” sec­on­do il quale ogni ter­ri­to­rio con­quis­ta­to dal­l’Is­lam, anche se ricon­quis­ta­to dagli antichi pos­ses­sori, deve essere infine ricon­quis­ta­to, poiche’ apparte­nente al “Fon­do Islam­i­co” o “Waqf”. Fan­no cop­pia con la loro con­troparte israeliana, fautrice di un “esclu­sivis­mo ebraico” in Ter­ra San­ta, per cui i palesti­ne­si dovreb­bero accettare una con­dizione sub­al­ter­na o essere ricol­lo­cati in altri pae­si ara­bi. Entrambe queste par­ti estreme si man­i­fes­tano con ele­men­ti anco­ra piu’ rad­i­cali. In Israele ci sono sta­ti grup­pi come la Ban­da Stern e l’Ir­gun, con­siderati ter­ror­isti anche dal Con­gres­so Sion­ista e dal­l’A­gen­zia ebraica, e che sono sta­ti respon­s­abili di ecci­di del­la popo­lazione palesti­nese per indurla a las­cia­re le pro­prie terre, come avvenne a Deir Yessin. Oppure estrem­isti sol­dati che han­no spara­to su bam­bi­ni palesti­ne­si nel cor­so delle varie Intifade. E dal­l’al­tro ci sono ter­ror­isti palesti­ne­si respon­s­abili di innu­merevoli atten­tati con­tro civili ebrei, anche bam­bi­ni, e del­l’uc­ci­sione di inno­cen­ti atleti israeliani alle Olimpia­di di Mona­co del 1972, e anco­ra faci­norosi come il Mufti di Gerusalemme che inci­ta­va a uccidere gli ebrei ovunque si trovassero, seguen­do l’anal­o­go det­to (“Hadith”) di Maomet­to, da cui proviene lo stes­so anti­co pre­cet­to degli Ula­ma (dot­ti musul­mani), che viene inseg­na­to anco­ra oggi ai bam­bi­ni delle scuole di Gaza.

In sostan­za il con­fit­to medior­i­en­tale si esacer­ba per il per­sis­tente scon­tro tra le fazioni nazion­al­iste oltranziste delle due par­ti, che costringe il resto dei due popoli a seguir­li per la pro­pria soprav­viven­za, in un cir­co­lo vizioso sen­za fine. Su di esso si innes­cano inter­es­si geopoliti­ci stra­or­di­nari e molto allargati, che lo ren­dono un con­flit­to molto “inter­nazion­al­iz­za­to”. Le reli­gioni dei due con­tenden­ti, per alcu­ni trat­ti affi­ni (anche piu’ di ebrais­mo e cris­tianes­i­mo tra di loro!), e per molti altri trat­ti avverse, specie se inter­pre­tate in modo fanati­co e anti­co, get­tano di con­tin­uo altra ben­z­i­na sul fuo­co.

Det­ti questi pun­ti nodali, chiarisco anche che il mio era un mero post sul­la pag­i­na Face­book del­l’Am­min­is­trazione del Comune di Mari­no, la quale infor­ma­va con orgoglio di quan­to anda­va facen­do per la Gior­na­ta del­la Memo­ria. Il mio post con­tes­ta­va all’Am­min­is­trazione di avere con­sen­ti­to nelle pro­prie strut­ture comu­nali degli even­ti che esp­ri­mono crim­i­nal­iz­zazioni con­tro lo sta­to di Israele e il sion­is­mo, come di qual­si­asi altro popo­lo. Come e’ con­sol­ida­to pen­siero di chi ha una visione equi­li­bra­ta del­la real­ta’ polit­i­ca delle cose, degli stu­diosi del con­flit­to, e nel mon­do intel­let­tuale e politi­co sia europeo che ital­iano, ed anche del nos­tro gov­er­no e del Pres­i­dente del­la Repub­bli­ca, sia quel­lo attuale che il prece­dente, crim­i­nal­iz­zare il sion­is­mo e’ un’al­tra for­ma di anti­semitismo, uti­liz­za­to perche’ piu’ facil­mente sdo­gan­abile e quin­di sub­do­lo. Non e’ meno dele­te­rio, perche’ nel crim­i­nal­iz­zare Israele e il sion­is­mo si tende a met­tere il dub­bio la legit­timi­ta’ degli ebrei di avere un pro­prio Paese nel­la pro­pria ter­ra di orig­ine, seguen­do la pro­pria mil­lenar­ia cul­tura nazionale.

Nel­l’even­to in ogget­to, come e’ evi­dente negli arti­coli di gior­nali che lo han­no segui­to, e’ sta­ta pro­feri­ta una con­dan­na con­tro lo Sta­to di Israele e il nazion­al­is­mo ebraico. Il suo tito­lo era “Con Cuba per la Palesti­na”, e nei lavori il seg­re­tario del Cir­co­lo orga­niz­za­tore, Mau­ro Avel­lo (come ripor­ta­to nel sito web “Noi Cam­bi­amo”) ha dichiara­to:

https://www.noicambiamo.it/news/2018/10/18/folta-partecipazione-alla-bibliopop-di-santa-maria-delle-mole-per-levento-con-cuba-per-la-palestina/

“Il seg­re­tario del cir­co­lo ricor­da a tut­ti che par­lare quin­di di Cuba e del­la Palesti­na, sig­nifi­ca par­lare del­la stes­sa cosa, due fac­ce del­la stes­sa medaglia: da una parte il tri­on­fo del­la Riv­o­luzione e la costruzione del Social­is­mo in una con­dizione di costante asse­dio politi­co, mil­itare ed eco­nom­i­co dovu­to al crim­i­nale bloc­co degli sta­ti uni­ti, e dall’altra l’eroica Resisten­za del Popo­lo Palesti­nese, sim­bo­lo del­la lot­ta per la lib­er­azione dall’ultimo san­guinario prog­et­to colo­niale, con­tro israele e quel sion­is­mo che altri non è che una ripug­nante for­ma di fas­cis­mo capace di trasfor­mare un popo­lo da vit­ti­ma del male asso­lu­to, la shoa, in carn­efi­ci assas­si­ni.”

Ben diver­so il caso in cui fos­se sta­ta fat­ta la legit­ti­ma e sacrosan­ta dife­sa dei dirit­ti dei palesti­ne­si ad avere una pro­pria patria, del loro ugual­mente legit­ti­mo nazion­al­is­mo, anche crit­i­can­do quel­la parte del mon­do politi­co israeliano che, addi­tan­do ques­tioni di sicurez­za, o perche’ e’ sciovin­ista rite­nen­do che l’in­tera Ter­ra San­ta sia di appan­nag­gio esclu­si­vo ebraico, e’ rilut­tante a con­cedere una piena e legit­ti­ma indipen­den­za a uno sta­to palesti­nese, in con­gruo ter­ri­to­rio, sec­on­do quan­to sta­bil­i­to dalle risoluzioni delle Nazioni Unite. Pare super­fluo men­zionare che il piano del pres­i­dente statu­nitense Trump e’ a riguar­do inacetta­bile. Riportare il con­flit­to nei bina­ri del­la ragionev­olez­za e del dirit­to e’ un arduo com­pi­to che spet­ta a chi vuole la pace, nel Medior­i­ente o al di fuori di esso. Potreb­bero da cio’ un giorno sca­turire soluzioni anco­ra piu’ avan­zate, cor­ag­giose e assai avve­dute, ad esem­pio l’anzidet­to Sta­to binazionale pro­pos­to per pri­mo da Uri Avn­ery, o un solo Sta­to per entrambe le due comu­ni­ta’ israeliana e palesti­nese. L’e­sem­pio e l’es­pe­rien­za di “Neve’ Shalom” in ebraico, “Wahat el-Salam” in arabo (Oasi di Pace), il vil­lag­gio in cui israeliani e palesti­ne­si con­vivono, ha per­me­s­so di capire che la chi­ave del­la paci­fi­ca coesisten­za e’ la ges­tione lib­era ma respon­s­abile del vil­lag­gio da parte di entrambe le comu­ni­ta’, con pari dirit­ti e doveri. Poiche’ la mag­gio­ran­za degli israeliani e palesti­ne­si non desider­a­no un uni­co Sta­to in cui con­vi­vere, non riman­gono che due vie. La pri­ma e’ la soluzione ricer­ca­ta dale Nazioni Unite, di una divi­sione quan­to piu’ equa del­la ter­ra, delle cit­ta’ e delle risorse. Poiche’ e’ dif­fi­cile una per­fet­ta ed ide­ale divi­sione, ed e’  vir­tual­mente impos­si­bile che ven­ga accetta­ta da entrambe le par­ti (e da tutte le loro fazioni o grup­pi interni), 73 anni di ten­ta­tivi a par­tire dal­la risoluzione di divi­sione in due sta­ti del 1947 han­no inseg­na­to che ques­ta soluzione dif­fi­cil­mente puo’ avere suc­ces­so. L’al­tra soluzione e’ quel­la di uno Sta­to binazionale, come in Bel­gio, o di una nazione con­fed­er­a­ta, come in Svizzera, che riduce l’im­por­tan­za del­la per­fet­ta con­di­vi­sione del­la ter­ra, e si con­cen­tra invece sul­l’u­so del­la ter­ra e delle risorse da parte delle due etnie e di tut­ti gli abi­tan­ti, nel­l’am­bito di leg­gi con­di­vise.

Pre­scinden­do da cio’, in questo even­to, come in molti sim­ili, ci sono sta­ti a mio avvi­so grossolani difet­ti di impostazione. Non solo sarebbe sta­to meglio che fos­se sta­ta fat­ta una trat­tazione piu’ ampia delle cause e delle respon­s­abili­ta’ del con­flit­to, come fino­ra espos­to. In un profi­c­uo scam­bio di opin­ioni con Mau­r­izio Aver­sa (allo­ra seg­re­tario del PCI mari­nese), sul modo migliore di approc­cia­re il con­flit­to medior­i­en­tale, gli ho espres­so che la posizione di con­dan­na di uno dei due con­tenden­ti del con­flit­to (nei due sen­si, anche se dovesse provenire da parte dei sosten­i­tori di Israele con­tro gli ami­ci palesti­ne­si) non por­ta affat­to alla sua risoluzione, anzi lo ali­men­ta, facen­do un favore agli ele­men­ti oltranzisti delle due par­ti.

Invio un link ad un arti­co­lo scrit­to su ques­ta speci­fi­ca tem­at­i­ca:

https://www.paconline.it/wordpress/2016/10/30/marino-abate-risponde-aversa-servire-causa-pace/

(oltre 10.000 let­ture)

In questo altro arti­co­lo ho ricostru­ito le cause del con­flit­to che dura da piu’ di un sec­o­lo, in cui sono men­zionati aspet­ti assai atro­ci poco conosciu­ti, riguar­do ai quali mi ven­gono riconosciu­ti equidis­tan­za e insieme vic­i­nan­za alle par­ti in causa:

https://www.paconline.it/wordpress/2017/09/17/la-terra-troppo-promessa-cause-del-conflitto-israelo-palestinese/

Costru­ire pas­so dopo pas­so la pace, che e’ coesisten­za respon­s­abile tra popoli.

Come pres­i­dente del­la sezione di Mari­no di Italia Nos­tra, rib­adis­co per­tan­to la richi­es­ta che l’Am­min­is­trazione non ten­ga even­ti nelle strut­ture comu­nali che con­dan­ni­no e incri­m­ini­no altri Sta­ti e altri popoli, quali essi siano. Gius­ta la mia crit­i­ca del sin­go­lare com­por­ta­men­to per cui l’Am­min­is­trazione esprime la rit­uale sol­i­da­ri­eta’ al popo­lo ebraico nel giorno del­la memo­ria del­la Shoah, e nel resto del­l’an­no con­sente che si tengano man­i­fes­tazioni in cui viene det­to che “Israele e quel Sion­is­mo che altri non è che una ripug­nante for­ma di fas­cis­mo capace di trasfor­mare un popo­lo da vit­ti­ma del male asso­lu­to, la shoa, in carn­efi­ci assas­si­ni.”

L’e­sisten­za di Israele e’ lega­ta indis­sol­u­bil­mente alla Shoah, che e’ sta­to il fat­tore piu’ impor­tante del­la sua creazione, molto piu’ del­lo stes­so sion­is­mo. Il con­flit­to israe­lo-palesti­nese, che era gia’ in atto, ne e’ sta­to esacer­ba­to, con tutte le sue atroci­ta’, e ne e’ in grande parte una riper­cus­sione, per cui ques­ta tem­at­i­ca va trat­ta­ta con molto rispet­to ed atten­zione nei con­fron­ti di tut­ti gli inter­es­sati.

Pace in Medio Ori­ente. Dis­eg­no di Her­bert Pagani

Sep­a­rata­mente, come gia’ espres­so all’am­i­co Aver­sa, e agli orga­niz­za­tori di sim­ili even­ti, ovunque essi si tengano, esor­to che lo fac­ciano con doverosi equi­lib­rio e com­pletez­za, invi­tan­do inter­locu­tori non solo palesti­ne­si, ma anche del­la comu­ni­ta’ ebraica o di Israele, in modo che pos­sano esprimere il loro pun­to di vista sul­la mate­ria, sia per difend­ere Israele e il sion­is­mo da accuse infaman­ti di essere una “ripug­nante for­ma di fas­cis­mo”, sia per ascoltare le loro pro­poste e idee riguardan­ti come rag­giun­gere la pace. In loro man­can­za, o come profi­cua pre­sen­za, si inviti­no almeno stu­diosi del con­flit­to con un pas­sato noto di stu­di e attivi­ta’ di paci­fis­mo, volti a com­pren­dere tut­ti gli aspet­ti, e che abbiano dato pro­va di ones­ta’ intel­let­tuale e di equa­nimi­ta’.

Per quan­to riguar­da la Bib­liopop, sono per­sonal­mente lieto del­la sua esisten­za, e so che viene gesti­ta con il con­trib­u­to dei suoi uten­ti. Mi sono offer­to volen­tieri di con­tribuire anche con don­azione di lib­ri. Res­ta comunque una strut­tura di pro­pri­eta’ comu­nale, quin­di di tut­ti i cit­ta­di­ni, e deve la sua esisten­za ad essi e a tut­ti i con­tribuen­ti. Come per tutte le strut­ture comu­nali e isti­tuzion­ali, i gestori sono tenu­ti ad usar­la con indis­pens­abili onor­a­bili­ta’, cor­ret­tez­za, equi­lib­rio, e onestà intel­let­tuale.

Vera­mente ulti­mo di impor­tan­za, tro­vo ris­i­bili le offese nei miei con­fron­ti. Non sono sion­ista, e come tut­ti i veri paci­fisti, mi ven­gono mosse spes­so sim­ili offese, ma in sen­so inver­so, da nazion­al­isti israeliani, che sospet­tano che sia schier­a­to con il nazion­al­is­mo arabo e palesti­nese. E’ il des­ti­no dei veri attivisti paci­fisti, che tal­vol­ta a causa dei sospet­ti e del­l’o­dio degli ele­men­ti estre­mi di una parte o del­l’al­tra, ven­gono pure uccisi. Orga­niz­zo even­ti di paci­fis­mo riguardan­ti la regione mediter­ranea, e scri­vo arti­coli sul con­flit­to medior­i­en­tale per trovare il ban­do­lo del­la matas­sa che por­ta alla pace. Lo fac­cio sin da ten­era eta’ essendo nato e cresci­u­to in un Paese arabo, vici­no al con­flit­to medior­i­en­tale, di cui conosco bene non solo la sto­ria, ma soprat­tut­to i con­tenden­ti, siano essi ara­bi ed ebrei, israeliani e palesti­ne­si, e le loro cul­ture. Si trat­ta di popoli a me fratel­li, con cui sono cresci­u­to, e la cui situ­azione da sem­pre mi rat­trista pro­fon­da­mente. Per il mio pas­sato, mi sen­to anche arabo, insieme a molte altre ered­i­ta’, ma ten­go soprat­tut­to al mio sta­to di essere umano, inter­nazionale e che ha come patria innanz­i­tut­to dei val­ori, e poi tut­to il mon­do, non ques­ta o quel­la nazione. Vivi­amo in un pic­co­lo piane­ta, siamo tut­ti fratel­li.

Gli autori di queste accuse a un popo­lo, e di questi insul­ti per­son­ali, dimostra­no solo la loro scarsa cifra cul­tur­ale e morale, e rib­adis­co, nel­la foga di entrare nel­l’agone del con­flit­to a favore di una parte, in real­ta’ lo esacer­bano e lo per­pet­u­ano.

Infine ho un nome e cog­nome, non sono “camuffa­to (?) da Italia Nos­tra”, ho e l’onore e l’onere di essere pres­i­dente del­la sezione di Mari­no del­la nos­tra Asso­ci­azione, e ho seg­nala­to la man­ca­ta vig­i­lan­za del­l’Am­min­is­trazione che con­sente che vengano pro­ferite sim­ili crim­i­nal­iz­zazioni in strut­ture comu­nali ver­so popoli o sta­ti, quali che essi siano. L’Am­min­is­trazione Comu­nale in mer­i­to deve ottem­per­are agli ori­en­ta­men­ti e alle dis­po­sizioni delle nos­tre isti­tuzioni, del Gov­er­no e del Pres­i­dente del­la Repub­bli­ca.

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