Marino/BiblioPop. Il napoletano dei Castelli romani, Luigi Iovino a BiblioPop con “Ciak … si mangia”. Un successo.

Marino/BiblioPop. Il napoletano dei Castelli romani, Luigi Iovino a BiblioPop con “Ciak … si mangia”. Un successo.

06/01/2020 1 Di Maurizio Aversa

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Alessan­dra Battaglia inter­vista Lui­gi Iovi­no a Bib­lioPop


Saba­to 4 a Mari­no, pres­so Bib­lioPop, durante l’intervista, molto lib­era e “a cuore aper­to”, alla quale Lui­gi Iovi­no, da Som­ma Vesu­viana come ama ricor­dare, e da decen­ni a Roma, cioè ai Castel­li romani, dove vive e ha inseg­na­to intan­to che ha svolto, apprez­za­tis­si­mo, il gior­nal­ista e lo scrit­tore, l’ha det­to esplici­ta­mente: “Io amo Natale in casa Cupiel­lo. Cre­do di conoscere a memo­ria tutte le bat­tute dell’opera che magis­tral­mente Edoar­do De Fil­ip­po ha por­ta­to in Italia e nel mon­do”. Infat­ti, chi ne fre­quen­ta la dimo­ra, a Roc­ca di Papa, sa bene che ogni anno, Lui­gi, in un pre­ciso spazio all’angolo dell’ampio salone in cui si accede var­ca­ta la soglia di casa, allestisce il pre­sepe. Con ricer­ca min­uziosa dei par­ti­co­lari. E, cer­ta­mente non è un caso se da San Gre­go­rio Armeno, di Napoli, gli è sta­ta con­seg­na­ta per essere pos­to all’interno del­la pro­pria rap­p­re­sen­tazione del­la nativ­ità, la stat­uet­ta che lo ritrae in ele­gante cap­pot­to e con l’immancabile Bor­sali­no che incor­ni­cia il volto met­ten­do in risalto i baf­fi. Questi aspet­ti, ben intro­ducono la com­ple­ta, pro­fes­sion­ale, amichev­ole inter­vista a cui Iovi­no è sta­to sot­to­pos­to da Alessan­dra Battaglia – gior­nal­ista -. I tem­pi, nel­la ser­a­ta Bib­lioPop, non sono sta­ti tele­vi­sivi. Quin­di nes­sun forc­ing ser­ra­to, ma pro­prio come è il pro­fi­lo e realtà quo­tid­i­ano dell’autore, uno scor­rere lento e umano del rac­con­to degli aned­doti, del­la costruzione, e pri­ma dell’ideazione, del libro. Per chi conosce autore e libro non pote­va essere altri­men­ti. Ma anche chi l’ha conosci­u­to, o appro­fon­di­to e scan­daglia­to nel­la ex chieset­ta a S. Maria delle Mole, dove, al soli­to, Bib­lioPop ha seg­na­to un altro suc­ces­so con molti parte­ci­pan­ti a seguire in pie­di, saba­to sera, l’ha imme­di­ata­mente colto nel­la pre­sen­tazione affat­to for­male di Gian­car­lo Forte. Gian­car­lo, co-orga­niz­za­tore del­la ser­a­ta di cui sono sta­ti art­efi­ci “Il Grup­po dei dod­i­ci” e Acab/BiblioPop, ha det­to l’essenziale, con esat­tez­za e pro­fon­dità di “Lui­gi vul­cano di idee. Di lui­gi al 15esimo libro. Di Lui­gi amante e pro­fon­do conosc­i­tore del­la sto­ria e del­la cul­tura dei Castel­li romani. Di Lui­gi napo­le­tano, che dopo quarant’anni, anco­ra ha l’impianto orale del­la dolce lin­gua parteno­pea e pesca vocaboli come “sfizioso”, “puvariel­lo”, “ ‘ommangià” e così via”. Per questo, nonos­tante la pri­ma doman­da sia sta­ta pro­prio “ma come ti è venu­to in mente di scri­vere un libro su cin­e­ma e cuci­na?”, Iovi­no ha fat­to un com­mosso, sin­cero, affet­tu­oso ringrazi­a­men­to a Ser­gio San­ti­nel­li – il pres­i­dente di Acab che ha ricorda­to Pep­pino Impas­ta­to ucciso dal­la mafia per­chè com­bat­tente anti­mafia con le armi del­la conoscen­za del ter­ri­to­rio, del­la cul­tura, dell’informazione. – e a Gian­car­lo Forte per le parole che lo han­no descrit­to. Potrem­mo dire di più: il post ser­a­ta, ha vis­to lo scrit­tore di Ciak si man­gia alzare il mat­ti­no seguente la cor­net­ta del tele­fono per chia­mare anco­ra Gian­car­lo per ringraziare tut­to il grup­po cosi com­pat­to e amal­gam­a­to in questo bel pre­sidio e viva espe­rien­za di Bib­lioPop. “Tut­to è nato da un “non libro” che i figli di Ben­i­to Morel­li, fonda­tore, con­dut­tore, chef inter­nazionale di “Ben­i­to al Bosco” di Vel­letri vol­e­vano regalare al loro gen­i­tore in occa­sione dei set­tan­ten­ni. Infat­ti – rac­con­ta l’autore con dovizia di par­ti­co­lari – che saputo dell’ipotesi, Ben­i­to, lo pre­cettò per vari mesi ad ascoltare e pren­dere mate­ri­ale sul cin­e­ma, sui fre­quen­ta­tori e sulle ami­cizie nate nel ris­torante di reg­isti, attori, politi­ci che dall’epoca del­la dolce vita in poi, intan­to che lo zoom si focal­iz­za­va su Via Vene­to a Roma, la pre­sen­za a mac­chia d’olio per risiedere, per svol­gere attiv­ità artis­ti­ca nei set nat­u­rali o costru­iti, per ass­apo­rare cibi cuci­nati e strin­gere ami­cizie, met­te­vano i Castel­li romani e la provin­cia di Roma come una pros­e­cuzione ovvia di Cinecit­tà.

La cop­er­ti­na, con foto d’e­poca, del libro di Iovi­no Ciak si man­gia


Così in un mix di neces­sità (eco­nomi­ca­mente con­viene più pro­durre in set e siti già pre­sen­ti – vale per Cas­tel San Pietro nel­la trilo­gia di Pane Amore e… con Gina Lol­lo­b­rigi­da, così come per il Gat­topar­do che Vis­con­ti girò ad Aric­cia a Palaz­zo Chi­gi, oppure per le ville Tus­colane e il laghi di Nemi e Cas­tel Gan­dol­fo, e poi Mari­no e Grotta­fer­ra­ta e Albano e anco­ra avan­ti -. Inoltre per molte esi­gen­ze sceniche, per molte scelte poet­iche, le immag­i­ni, gli scor­ci, la pae­sis­ti­ca e pae­sag­gis­ti­ca di moltissi­mi siti dei Castel­li romani, sono uni­ci e irripetibili per l’effetto emozionale che i reg­isti vol­e­vano rac­con­tare). Altri aspet­ti, affat­to sec­on­dari, come ha ricorda­to Alessan­dra Battaglia, era il ben­efi­cio che ris­tora­tori, locan­de, e perfi­no il popo­lo in sen­so largo pote­va cogliere da queste pre­sen­ze “cin­e­matogra­fare”. Infat­ti Lui­gi Iovi­no con­fer­ma che ha “potu­to rac­con­tare nel libro, non solo lo svilup­po, con notevoli salti orga­niz­za­tivi e qual­i­ta­tivi, ma anche come rispos­ta pri­maria in più occa­sioni per diventare la macchi­na cin­e­ma, fonte di red­di­to occa­sion­ale ma non blan­da. E’ il caso di Cas­tel San Pietro, in cui una intera comu­nità parte­ci­pa come com­parsa e viene remu­ner­a­ta per tut­ta una serie di film. Tan­to che – ricor­da Lui­gi – se andate in questo delizioso paesino sopra Palest­ri­na, ogni cit­tadi­no ha in casa le cas­sette video dei film qui girati, non solo per piacere e cam­panil­is­mo, ma anche in seg­no di ringrazi­a­men­to e riconosci­men­to di par­entele di tre quat­tro gen­er­azioni prece­den­ti. Oppure – rac­con­ta anco­ra Iovi­no ad un pub­bli­co in sala atten­to e curioso – il caso di Aric­cia, dove abbi­amo potu­to ricostru­ire gra­zie ad una foto acquis­ta­ta (che è la cop­er­ti­na del libro) dal comune di Aric­cia, in cui Gina Lol­lo­b­rigi­da è attor­ni­a­ta di bam­bi­ni. Abbi­amo ricostru­ito l’identità di tut­ti i pro­tag­o­nisti del­la foto e vor­rei tan­to, per quel­li anco­ra in vita, pot­er costru­ire un appun­ta­men­to per rifare la stes­sa posa. Cos­toro all’epoca del­la lavo­razione in ester­na, per­cepi­vano qualche com­pen­so. Ma non pote­vano essere ripresi più di una vol­ta. Allo­ra chi li ingag­gia­va, loro concit­tadi­no, gli dava delle dritte: non far­si inquadrare in viso, cosi che il giorno suc­ces­si­vo pote­vano nuo­va­mente essere chia­mati sul set.”.

Bib­lioPop pre­sen­tazione libro Iovi­no


Un altro aspet­to fon­da­men­tale nel rac­con­to filmi­co-gas­tro­nom­i­co, riguar­da le per­sone, sia ris­tora­tori che attri­ci attori e reg­isti, di come abbiano costru­ito un rap­por­to, dap­pri­ma occa­sion­ale e via via più inten­so fino a creare vere e pro­prie ami­cizie. Gli episo­di e gli aned­doti, come sol­lecita­to dal­la gior­nal­ista, ne ven­gono fuori a bizzeffe. E, nel libro val­go­no tutte per costru­ire ognuno un libro a se, ma intan­to, nel­la pre­sen­tazione per sezioni del vol­ume pro­pos­to, insieme ai capi­toli delle “cit­tà del cin­e­ma”, c’è poi una car­rel­la­ta dei pro­fili degli artisti a tavola, dove pro­prio il con­nu­bio di Tog­nazzi o di Eduar­do, di Sofia Loren o di Sor­di e le decine di altri stringono coi pro­tag­o­nisti ris­tora­tori e cuochi e cuoche salde ami­cizie per­son­ali e sfo­cano in dis­pute culi­nar­ie tal­vol­ta. Per questo, la ser­a­ta a Bib­lioPop che ha pre­sen­ta­to il libro, ma in realtà molto di più, si chi­ude con la richi­es­ta del­lo scrit­tore di dare let­tura – con la voce del­la gior­nal­ista – di alcune pagine ded­i­cate ad Eduar­do. Nat­u­ral­mente dal pub­bli­co ‑tra cui han­no spic­ca­to la pre­sen­za del­l’asses­sore Adol­fo Tam­maro e del­la con­sigliera Fran­ca Sil­vani, sono sta­ti offer­ti spun­ti e riconosci­men­ti non for­mali al lavoro pre­sen­ta­to. Lo scrit­tore fa sapere che uti­lizzerà il dial­o­go che nelle varie situ­azioni si pro­mozione del libro – come ha fat­to a Palaz­zo Chi­gi di Aric­cia con cen­tinia di per­sone che han­no anche degus­ta­to l’arte culi­nar­ia di 25 ris­tora­tori castel­lani; o come ha fat­to al Fes­ti­val del Cin­e­ma di Roma altret­tan­to affol­la­to – per portare nuo­vo svilup­po in questo film gira­to dalle pagine di un libro e ambi­en­ta­to ai Castel­li romani nell’arco degli ulti­mi decen­ni. Buon cineci­bo a tut­ti.

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