Bolsena. Conclusa Assemblea nazionale PCI. Documento appello

Bolsena. Conclusa Assemblea nazionale PCI. Documento appello

15/07/2019 1 Di Maurizio Aversa

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Il seg­re­tario del PCI, Mau­ro Albore­si ad una man­i­fes­tazione

Ter­mi­na­ta Assem­blea Nazionale PCI, pro­pos­ta Unità nel­la Diver­sità. Ecco il testo.
Nel pomerig­gio di saba­to e la mat­ti­na del­la domeni­ca 14, si è svilup­pa­to un inten­so e qual­i­fi­ca­to dibat­ti­to. Ric­co di con­tribu­ti che han­no raf­forza­to e sostenu­to con­vin­ta­mente la pro­pos­ta del Seg­re­tario del PCI, Mau­ro Albore­si, per un appel­lo ver­so un Fronte per l’unità dei comu­nisti, ritrova­ta sul­la base di una cul­tura polit­i­ca affine, e l’insieme del­la sin­is­tra di classe. L’unità dei comu­nisti entro un fronte del­la sin­is­tra di classe, polit­i­ca e sociale,- che è e res­ta l’obbiettivo del PCI — , che in fun­zione di ciò lan­cia un appel­lo a tutte le forze che non si rasseg­nano alle con­dizioni date, con­sapevoli che oggi più che mai è di ciò che c’è bisog­no. L’unità nel­la diver­sità è la rispos­ta, dice nel suo trat­to finale l’appello.
Tra le decine di inter­ven­ti, alcu­ni han­no cen­tra­to pic­chi di atten­zione cir­ca temi, fat­ti e pro­poste pre­cise. Ad esem­pio pro­prio sul­la ques­tione degli aggior­na­men­ti orga­niz­za­tivi del Par­ti­to che in un Comi­ta­to Cen­trale del 1 set­tem­bre – così ha con­clu­so l’Assemblea – attuerà con speci­fiche mis­ure pratiche, strut­turali e politiche. Uno dei con­tribu­ti giun­ti da Edoar­do Castel­luc­ci, respon­s­abile ambi­ente, ha espos­to da un lato il “ricor­do-impeg­no politi­co per noi del­la scom­parsa di Gior­gio Neb­bia, che da tem­po ormai pro­prio per il suo pro­fi­lo di marx­ista, di ambi­en­tal­ista, di comu­nista ha deciso in questo suo scor­cio finale di vita di met­ter­si a dis­po­sizione del PCI nel­la elab­o­razione e nel­la propo­sizione del­la pro­pria lin­ea e del­la pro­pria pre­sen­za. – d’altro can­to, Castel­luc­ci ha anche sot­to­lin­eato alcune scelte che dob­bi­amo assumere con net­tez­za – “come la ques­tione del­la nazion­al­iz­zazione dell’ILVA di Taran­to, per deciderne o lo sman­tel­la­men­to e ricon­ver­sione (da car­bone a gas) o altro, e per questo il PCI ter­rà una Con­feren­za speci­fi­ca nei prossi­mi mesi a Taran­to. Sul­la ques­tione del cli­ma – ha det­to il respon­s­abile ambi­ente – oltre le mode di pro­tag­o­nis­mi impos­si­bili come quel­lo del­la gio­vane Gre­ta, non si vuole da parte del cap­i­tal­is­mo respon­s­abile vero dei dis­as­tri mon­di­ali, affrontare la realtà. Come se oggi fos­se una denun­cia di tipo nuo­vo: è del 1982 la denun­cia che Fidel Cas­tro tuonò negli ambiti isti­tuzion­ali inter­nazion­ali. Nat­u­ral­mente fece como­do non assumer­li. Occorre chiarire, come dici­amo noi comu­nisti – con­clude Castel­luc­ci – che la vera rispos­ta che va adot­ta­ta è la piani­fi­cazione, la pro­gram­mazione. Per questo i comu­nisti cer­cano di essere pre­sen­ti in tutte le piattaforme di lot­ta reali iner­en­ti la Tap, la Tav, il Mose, i rifiu­ti, già dal liv­el­lo locale. Ric­chissi­mo e qual­i­fi­ca­to il con­trib­u­to di Alex Hobel, respon­s­abile del Dipar­ti­men­to Cul­tura del Par­ti­to. “Il decli­no stori­co del cap­i­tal­is­mo, a com­in­cia­re dagli Usa ha il trat­to di un dominio sen­za ege­mo­nia. Per questo è vio­len­to, rab­bioso ed è gius­ta la nos­tra con­tro­pro­pos­ta, in ambito europeo – dice Hobel – di una scelta per la coop­er­azione, dal Por­to­gal­lo agli Urali, sen­za che l’Europa sia al segui­to degli USA. Lo scon­tro in atto a liv­el­lo inter­nazionale e nazionale, obbli­ga ad una forte unità, appun­to inter­nazionale, il movi­men­to dei lavo­ra­tori. In Italia tut­to questo lo vedi­amo nel ruo­lo che la destra sostenu­ta dai media svolge con­tro i lavo­ra­tori. Lo vedi­amo nel­la cam­pagna con­tro la Cos­ti­tuzione, per­ché l’obbiettivo è la dis­truzione dell’assetto cos­ti­tuzionale. I lavo­ra­tori sono chia­mati a dire la loro. Devono unire le lotte eco­nomiche con l’ampliamento del­la democrazia e i dirit­ti degli immi­grati ad esem­pio. – con­tin­ua il respon­s­abile cul­tura – pen­si­amo all’importanza anche prat­i­ca, che può assumere la scelta del dirit­to di voto agli immi­grati che restano nel nos­tro Paese. Noi siamo con­sapevoli che siamo un par­ti­to pic­co­lo, ora, ma perseguiamo, e non allen­ti­amo su questo, a perseguire un con­sen­so di mas­sa sulle nos­tre pro­poste che, infat­ti, incon­tra­no il sosteg­no di molti quan­do rius­ci­amo ad arti­co­lar­le nel con­cre­to del­la realtà. Noi siamo chia­mati a meglio strut­turar­ci, cer­to, ma anche e soprat­tut­to a svol­gere una fun­zione uni­taria. Unifi­care la sin­is­tra di classe è il nos­tro com­pi­to. L’unità di azione da perseguire vero chi ha affinità cul­tur­ale per attuare pro­prio l’unità nel­la diver­sità. Nel dipar­ti­men­to – con­clude Alex Hobel – abbi­amo svolto mol­ta attiv­ità, sia ester­na, con gli appun­ta­men­ti ded­i­cati a Losur­do, a Gram­sci, a Livorno, a Togli­at­ti, sia con i cor­si alla scuo­la di Par­ti­to a Cam­poleone, o il cor­so del­la Fgci. Altre inizia­tive qual­i­f­i­can­ti come esem­pio di pre­sen­za ester­na e di par­ti­to le abbi­amo svolte con gli appun­ta­men­ti di Cata­nia e di Marino‑S.Maria delle Mole. Cosa dob­bi­amo fare anco­ra? Da un lato man­tenere la scelta del­la for­mazione polit­i­ca, del­la scuo­la da poten­ziare coi suoi cor­si, ampli­are lo spazio del con­fron­to teori­co. Così come orga­niz­zare gran­di rif­les­sioni di stu­dio e con­fron­to su temi gran­di come la sto­ria del PCI, la ques­tione dell’URSS, le ques­tioni del nuo­vo panora­ma inter­nazionale con i pro­tag­o­nis­mi, dif­fer­en­ti, di Cina e di Cuba, con tutte le speci­fiche ques­tioni teoriche da rico­prire. Infine nos­tro deve essere il ter­reno di inter­ven­to di stu­dio e conosen­za del­la ques­tione euro­pea, del­la riv­o­luzione 5G e delle nuove tec­nolo­gie. Per questo la nos­tra qual­i­fi­cazione e la nos­tra strut­turazione non potrà fer­mar­si al solo cor­po dell’attuale grup­po atti­vo del Par­ti­to ma fare rifer­i­men­to a con­tribu­ti esterni di intel­let­tuali che han­no affinità con la nos­tra cul­tura polit­i­ca.”. Lucia Man­go, respon­s­abile lavoro del Par­ti­to, è inter­venu­ta ricor­dan­do che “ la crisi inter­viene anche intrec­cian­dosi con qualche dif­fi­coltà del Par­ti­to. Soprat­tut­to in relazione alla scar­sità dei nos­tri mezzi e alla forza anco­ra da irro­bu­stire del Par­ti­to. Dob­bi­amo in modo mag­giore attrez­zarci per appro­fondire anal­isi delle verten­ze ter­ri­to­ri­ali. Sia per quan­to attiene l’intervento sul­la sicurez­za del lavoro; sia per quan­to attiene alla par­cel­liz­zazione del­la vita delle per­sone. La vicen­da del salario min­i­mo la dob­bi­amo anche uti­liz­zare per le pro­poste che met­ti­amo in cam­po, con atten­zione alla ges­tione del con­fron­to nel PCI: come diamo gambe alle scelte che fac­ciamo? In questo – sot­to­lin­ea Man­go – non pos­si­amo fare sem­pli­ci sovrap­po­sizioni alla pre­sen­za sin­da­cale. Cosi come dob­bi­amo vin­cere timidezze e portare il più vici­no pos­si­bile alle lotte le anal­isi, le pro­poste che il PCI ha con spes­sore elab­o­ra­to. Quel­la timidez­za, fino ad ora ci ha penal­iz­za­to nel­la inizia­ti­va polit­i­ca tan­to che tal­vol­ta sem­bra che non par­liamo delle cose di cui par­lano i lavo­ra­tori nel­la loro vita quo­tid­i­ana: quan­do dialogano al di fuori di una qual­si­asi assem­blea o con­fron­to sin­da­cale. Cer­to — con­clude la respon­s­abile lavoro Lucia Man­go — la ques­tione del­la pro­pa­gan­da per noi è cen­trale. Dob­bi­amo met­tere a dis­po­sizione pro­prio il nos­tro ruo­lo per raf­forzare pro­prio ques­ta neces­sità del­la pre­sen­za forte del­la pro­pa­gan­da sui nos­tri tem­pi da ren­dere mate­ria viva quo­tid­i­ana­mente nei ter­ri­tori. I lavo­ra­tori anche se divisi, par­cel­liz­za­ti devono sapere che avere un con­trat­to non è un priv­i­le­gio. Per questo noi non siamo e non vogliamo essere la sin­is­tra del cen­trosin­is­tra, ma l’alternativa comu­nista. E’ ora che i comu­nisti han­no l’opportunità di essere rifer­i­men­to, è ora che il PCI può mostrare tut­ta la bon­tà del prog­et­to di essere la ricostruzione del Par­ti­to Comu­nista ital­iano.”. Uno degli inter­ven­ti pieni di propo­sizione è sta­to anche quel­lo di Francesco Vale­rio del­la Croce, respon­s­abile Comu­ni­cazione del Par­ti­to: “Abbi­amo dif­fi­coltà nel rico­prire la respon­s­abil­ità asseg­na­ta, ma ho indi­vid­u­a­to tre ele­men­ti su cui impeg­nare le energie del Par­ti­to: l’iniziativa sui social; il sito del Par­ti­to; un sito di appro­fondi­men­to politi­co cul­tur­ale. Se pen­si­amo alla pre­sen­za di altri sui social, sap­pi­amo che si muovono a segui­to di risorse impeg­nate. Ognuno che è atti­vo (vedi Lega o M5S o PD) ha uno staff ben paga­to a svol­gere questo tipo di attiv­ità. Noi quel­lo che potrem­mo fare è, per un ragion­a­men­to ed una pratic­ità conc­re­ta del­la nos­tra espe­rien­za, è affi­dare ad un col­lab­o­razione Dipar­ti­men­to comunicazione/ Fgci che potrebbe in parte sup­plire alla nos­tra caren­za di risorse. Per quan­to al sito del Par­ti­to, così è debole, noi dovrem­mo trasfor­mar­lo in una sor­ta di Uffi­cial­ità delle posizioni, quin­di anche più pun­tual­mente espresse, delle posizioni del Par­ti­to . Per il dibat­ti­to che sti­amo intrec­cian­do con la neces­sità di ampli­are il rap­por­to uni­tario con altre forze comu­niste e del­la sin­is­tra di classe al fine di attuare l’unità nel­la diver­sità, un luo­go di con­fron­to (un po’ come fu Rinasci­ta per il Par­ti­to Comu­nista Ital­iano) da real­iz­zare può essere un sito a questo ded­i­ca­to. A questo propos­i­to guardan­do, come tes­ti­mo­nia la pre­sen­za di Michele Tripo­di (espo­nente comu­nista del­la Cal­abria) oggi qui che con la Piattafor­ma Berlinguer è pre­sente pro­prio in questo sol­co. Queste pro­poste si intrec­ciano pro­prio con la nos­tra pro­pos­ta com­p­lessi­va – con­tin­ua il respon­s­abile comu­ni­cazione – per­ché abbi­amo scel­to di non essere un pic­co­lo par­ti­to di quadri, ben­sì un Par­ti­to comu­nista, per ora pic­co­lo, ma che ha in mente ed opera per essere un par­ti­to di mas­sa. Cer­to, for­ti del con­vinci­men­to che non abbi­amo ver­ità riv­e­late, siamo anche con­sapevoli che attuer­e­mo la polit­i­ca delle alleanze. Ma lo fare­mo a par­tire dal­la affinità cul­tur­ale e polit­i­ca che abbi­amo con i sogget­ti nos­tri inter­locu­tori. Gli stes­si coi quali costru­ire un fronte uni­tario comu­nista e del­la sin­is­tra di classe. Del resto, — con­clude del­la Croce – noi abbi­amo pun­ti fer­mi di rifer­i­men­to che già tut­ti pos­sono conoscere e val­utare: 1. La nos­tra atten­zione nei con­fron­ti del­la Cina e del PCC che ora­mai vede questo Paese pro­por­si, per la pri­ma vol­ta nel­la sto­ria, come lead­er­ship glob­ale . 2. La nos­tra scelta di più Sta­to e meno Mer­ca­to come alter­na­ti­va pro­gram­mat­i­ca fon­da­men­tale all’assetto cap­i­tal­is­ti­co dato ora. 3. La ques­tione Ue, le alte forze forze devono pri­var­si dei tabù assun­ti. La ques­tione che le Cos­ti­tuzioni nazion­ali dei Pae­si siano il prin­ci­pio fon­da­men­tale del­lo stare insieme di Sati dif­fer­en­ti deve essere mes­so pre­po­ten­te­mente al cen­tro del­la visione di una futu­ra Europa. 4. La ques­tione del nemi­co. Non è suf­fi­ciente, come rispos­ta alla destra e al cap­i­tal­is­mo che vuol gestire con­flit­ti col­lat­er­ali alle migrazioni, la visione cos­mopoli­ta. Occorre schier­ar­si e fare gui­da del­la visione del no alla guer­ra tra poveri. No ai muri e si a sal­vare vite è pun­to irri­n­un­cia­bile. Le ONG non devono essere sos­ti­tu­ti occa­sion­ai dei sal­vatag­gi? Bene lo fac­cia lo Sta­to, lo fac­ciano gli Sta­ti. Per questo noi siamo per la costruzione di for­ti lega­mi inter­nazion­al­isti, per­ché la sol­i­da­ri­età non deve essere fer­ma ad un momen­to occa­sion­ale. In sostan­za ciò che è di fronte a noi è solo la neces­sità di fare, ripren­dere, ampli­are l’iniziativa polit­i­ca. Fare inizia­ti­va polit­i­ca e par­lare oltre noi è la dimostrazione da offrire a tut­ti uni­tari­a­mente, che la ques­tione comu­nista non chiusa.”.
Questo che segue è, appun­to, il doc­u­men­to che la Seg­rete­ria nazionale del PCI fir­ma e pro­pone a base di un appel­lo forte alle forze comu­niste e del­la sin­is­tra.
Appel­lo per l’unità comu­nista entro un fronte del­la sin­is­tra di classe
L’esito delle politiche affer­mate­si nel nos­tro paese in questi ulti­mi decen­ni all’insegna del­la cul­tura liberista, dell’austerità, politiche alle quali si sono assogget­tati il cen­trode­stra ed il cen­trosin­is­tra, è sot­to gli occhi di tut­ti: sem­pre più poveri, insi­curi, soli. Le sper­anze di cam­bi­a­men­to che in tan­ti, anche nel mon­do del lavoro, han­no ripos­to nei con­fron­ti del­la Lega e del Movi­men­to Cinque Stelle, che han­no por­ta­to all’affermazione del gov­er­no Con­te, nonos­tante risulti­no larga­mente dis­at­tese, si tra­ducono oggi in un cres­cente con­sen­so trib­u­ta­to al par­ti­to di Salvi­ni. Gli equi­lib­ri politi­ci che van­no affer­man­dosi, sem­pre più ori­en­tati a destra, get­tano una pesante ipote­ca, da tan­ti pun­ti di vista, sul futuro del nos­tro Paese, che è e res­ta pro­fon­da­mente immer­so nel­la pro­pria crisi finanziaria, eco­nom­i­ca, sociale. Una crisi che su tale piano, pur con ril­e­van­ti dif­feren­ze, ha investi­to anche tan­ta parte dell’Europa, che nell’ambito del­la con­cla­ma­ta crisi strut­turale del sis­tema cap­i­tal­ista, nel­la ridefinizione degli equi­lib­ri geopoliti­ci deter­mi­natasi a segui­to del proces­so di glob­al­iz­zazione affer­matosi all’insegna del­la con­cen­trazione del cap­i­tale finanziario, paga il prez­zo più alto. Un Paese, il nos­tro, che evi­den­zia anche una pro­fon­da crisi etico/morale e, in un evi­dente rap­por­to di causa/effetto, una altret­tan­to pro­fon­da crisi polit­i­ca. Le forze comu­niste, le forze del­la sin­is­tra di alter­na­ti­va, han­no reg­is­tra­to nel tem­po, seg­nata­mente in questi ulti­mi anni, emblem­atiche le recen­ti tor­nate elet­torali, il pro­prio pro­gres­si­vo arretra­men­to, la pro­pria cres­cente mar­gin­al­ità. Se da oltre un decen­nio le prime sono escluse dal Par­la­men­to, è assai prob­a­bile che con le prossime elezioni politiche, per tan­ti inevitabil­mente antic­i­pate data la con­flit­tual­ità inter­na al gov­er­no, anche le sec­onde ne siano escluse. E’ tem­po di ricostruzione, è tem­po di unità. Come PCI siamo fer­ma­mente con­vin­ti del­la neces­sità di un sogget­to capace di tenere assieme la crit­i­ca agli asset­ti fon­dan­ti del cap­i­tal­is­mo, di pro­porre un’alternativa di sis­tema, e con­tem­po­ranea­mente di pro­muo­vere una oppo­sizione di classe la più ampia ed uni­taria pos­si­bile. Una oppo­sizione che ponen­do al cen­tro la ques­tione del­la pace e del dis­ar­mo, dell’uscita dell’Italia dal­la NATO, del­la lot­ta all’imperialismo ed al neo­colo­nial­is­mo, del­la rot­tura con ques­ta Unione Euro­pea, dell’affermazione del­la Car­ta Cos­ti­tuzionale, pro­muoven­do un ampio ciclo di lotte volto a cam­biare i rap­por­ti di forza, si pro­pon­ga come alter­na­ti­va cred­i­bile agli occhi del bloc­co sociale assun­to a rifer­i­men­to, a par­tire dal mon­do del lavoro, deter­mi­nan­do in tal modo le con­dizioni per il supera­men­to del­la pro­pria crisi. Siamo con­vin­ti del­la neces­sità di una oppo­sizione che abbia quale suo asse cen­trale l’unità dei comu­nisti, ritrova­ta sul­la base di una cul­tura polit­i­ca affine, e l’insieme del­la sin­is­tra di classe. L’unità dei comu­nisti entro un fronte del­la sin­is­tra di classe, polit­i­ca e sociale, è e res­ta l’obbiettivo del PCI, che in fun­zione di ciò lan­cia un appel­lo a tutte le forze che non si rasseg­nano alle con­dizioni date, con­sapevoli che oggi più che mai è di ciò che c’è bisog­no. L’unità nel­la diver­sità è la rispos­ta. La Seg­rete­ria nazionale del Par­ti­to Comu­nista Ital­iano

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