ITALIA, TISO(IC): “PARTITI E SINDACATI STANNO PERDENDO DI CREDIBILITA. PUNTARE SU SCUOLA E AMBIENTE’”

ITALIA, TISO(IC): “PARTITI E SINDACATI STANNO PERDENDO DI CREDIBILITA. PUNTARE SU SCUOLA E AMBIENTE’”

27/11/2018 0 Di Marco Montini

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“Da più par­ti è in atto una crit­i­ca ver­so gli organ­is­mi attivi nel sociale, rei di aver illu­so e delu­so, con­suma­tori, lavo­ra­tori e cit­ta­di­ni in tut­ti i set­tori e di tutte le cat­e­gorie. Insom­ma par­ti­ti e sin­da­cati ed enti a lat­ere han­no spen­to ogni luce propul­si­va e stan­no per­den­do di cred­i­bil­ità. I com­par­ti ritenu­ti peg­giori, com­pren­dono ambi­ente, scuo­la e lavoro. A seguire energie rin­nov­abili, econo­mia cir­co­lare e, soprat­tut­to, il sis­tema Agri­coltura, Agroal­i­menta­re e Ambi­en­tale. Un esem­pio: i numeri Euro­stat ci dicono che l’a­gri­coltura invec­chia e le aziende scom­paiono con le dipar­tite dei tito­lari. Tut­t’al­tra musi­ca si suona per le macroim­p­rese, che invece con­tin­u­ano a ingrandirsi a spese dei pic­coli. Insom­ma se il sociale perde, la polit­i­ca fa da con­to e in nome del popo­lo fac­ciamo deb­iti per met­tere pezze. Nes­suno s’az­zar­di a gri­dare allo scan­da­lo per­ché in Italia fare deb­iti a nome degli altri più che uno sport Nazionale, fa “ten­den­za” di sem­pre. Scip­pare le attese, le sper­anze degli ado­les­cen­ti è un fur­to pre-con­do­na­to per chi­unque dimori a Piaz­za Colon­na. Abbi­amo mes­so a con­fron­to due numeri: 1291 sono gli euro che abbi­amo spe­so pro-capite, tra 2015 e 2017, per l’istruzione, e 1267 sono invece ciò che cias­cuno di noi ha spe­so per gli inter­es­si sul deb­ito pub­bli­co. Per chiarire: il Bel­paese spende più o meno la stes­sa cifra per la scuo­la e per gli inter­es­si sul deb­ito pub­bli­co. Sol­di but­tati men­tre la scuo­la con­tin­ua a spro­fon­dare nelle sab­bie mobili. Siamo un Paese che non ha fat­to riforme nec­es­sarie, che ha un sis­tema for­ma­ti­vo inca­pace di gener­are quel che serve alla pro­duzione, la peg­giore gius­tizia d’Europa, la più alta spe­sa pen­sion­is­ti­ca, ma che s’incaponisce a sostenere che facen­do più deficit rius­cirà a crescere di più, quan­do l’evidenza dei fat­ti dimostra il con­trario. L’al­tra fal­la è l’economia cir­co­lare come via d’uscita prin­ci­pale dal­la crisi dei rifiu­ti. Con lo svilup­po dell’economia cir­co­lare nel set­tore ambi­en­tale e dei rifiu­ti, così come dis­eg­na­to dalle nuove nor­ma­tive Ue, — cioè un sis­tema eco­nom­i­co pen­sato per pot­er­si rigener­are da solo: così facen­do, l’occupazione in Italia aumenterebbe di 50mila nuovi posti di lavoro, più 90mila nel set­tore del­la bioe­cono­mia entro il 2020. Occorre una strate­gia mira­ta per la tran­sizione ver­so l’economia cir­co­lare, è nec­es­sario coni­u­gare un approc­cio verde con una serie di rispar­mi per le aziende, che rici­clan­do tagliano i costi sulle materie prime, guadag­nano in com­pet­i­tiv­ità, ammod­er­nano i loro cicli pro­dut­tivi e cre­ano mag­giore occu­pazione. Tute­lando, al con­tem­po, l’ambiente. Come può rius­cir­ci l’Italia? Attra­ver­so il recu­pero dei mate­ri­ali, la ges­tione vir­tu­osa degli scar­ti, la riduzione del­l’in­quina­men­to e del­lo spre­co ali­menta­re. Invece di lit­i­gare con l’Europa e scan­nar­si sug­li incener­i­tori, dunque, il gov­er­no “gialloverde” potrebbe seguire la lin­ea maes­tra, sol­ca­ta dal­la Ue”. Così, in una nota, il por­tav­oce di Inizia­ti­va Comune, Roc­co Tiso.

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