Il 4° rapporto Agi-Censis “L’insostenibile leggerezza dell’essere digitale nella società della conversazione”

Il 4° rapporto Agi-Censis “L’insostenibile leggerezza dell’essere digitale nella società della conversazione”

26/06/2018 0 Di puntoacapo

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Il 4° rap­por­to Agi-Cen­sis “L’insostenibile leg­gerez­za dell’essere dig­i­tale nel­la soci­età del­la con­ver­sazione” pre­sen­ta­to alla Cam­era dei Dep­u­tati durante l’Internet Day

GENERAZIONE INTER(NET)DIPENDENTE

Sempre più intensa e totalizzante l’esperienza Internet degli italiani.

La nuova ricerca Agi-Censis fotografa comportamenti, attese e preoccupazioni.

Live fact-checking sulle dichiarazioni dei politici.

Roma, 26 giug­no 2018 – Inter(net)dipendenti, così appaiono gli ital­iani nel “L’insostenibile leg­gerez­za dell’essere dig­i­tale nel­la soci­età del­la con­ver­sazione”, il 4° rap­por­to Agi-Cen­sis real­iz­za­to nel­l’am­bito del pro­gram­ma pluri­en­nale “Diario dell’Innovazione” del­la Fon­dazione Cotec, che inda­ga la reazione degli ital­iani di fronte ai pro­ces­si inno­v­a­tivi. La pre­sen­tazione ques­ta mat­ti­na alla Cam­era dei Dep­u­tati, durante l’Inter­net Day orga­niz­za­to da Agi – Agen­zia Italia, alla pre­sen­za del Pres­i­dente del­la Cam­era dei Dep­u­tati Rober­to Fico, del Vice Pres­i­dente del Con­siglio e Min­istro del­lo Svilup­po Eco­nom­i­co, del Lavoro e delle Politiche Sociali Lui­gi Di Maio, del Min­istro per la Pub­bli­ca Ammin­is­trazione Giu­lia Bon­giorno, del Sot­toseg­re­tario all’E­cono­mia e Finanze Lau­ra Castel­li, del Sot­toseg­re­tario all’Istruzione, Uni­ver­sità e Ricer­ca Sal­va­tore Giu­liano, del Sot­toseg­re­tario alla Pres­i­den­za del Con­siglio dei Min­istri con del­e­ga all’editoria Vito Cri­mi, del Com­mis­sario Stra­or­di­nario per l’at­tuazione del­l’A­gen­da Dig­i­tale Diego Pia­cen­ti­ni, del Pres­i­dente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comu­ni­cazioni Ange­lo Car­dani, del Pres­i­dente dell’Autorità Garante per la pro­tezione dei dati per­son­ali Antonel­lo Soro, del Pres­i­dente di Con­find­us­tria Dig­i­tale Elio Cata­nia, del Seg­re­tario Gen­erale del Cen­sis Gior­gio De Rita, del Pres­i­dente dell’Internet Soci­ety Ital­iana Ste­fano Trumpy, del Diret­tore Gen­erale del­la Fon­dazione Cotec Clau­dio Rove­da, dei Dep­u­tati Anto­nio Palmieri (FI) e Anna Ascani (PD), del Diret­tore Pub­lic Pol­i­cy di Google Italia, Fran­cia, Gre­cia e Mal­ta Gior­gia Abelti­no, dell’Head of Pub­lic Pol­i­cy di Face­book Italia, Gre­cia, Cipro e Mal­ta Lau­ra Bononci­ni, del Man­ag­ing Direc­tor di Foodo­ra Italy Gian­lu­ca Coc­co, del Coun­try Man­ag­er Italia di Arbnb Mat­teo Frige­rio, del Gen­er­al Man­ag­er di Deliv­eroo Italy Mat­teo Sarzana, del Gen­er­al Man­ag­er di Uber Italia Car­lo Tur­si, del Pres­i­dente del CNR Mas­si­mo Ingus­cio, del Diret­tore del Lab­o­ra­to­rio Nazionale di Cyber­se­cu­ri­ty Pao­lo Prinet­to, del Condi­ret­tore di Agi Mar­co Pratelle­si e del Diret­tore di Agi Ric­car­do Luna.  

Il dibat­ti­to si svilup­perà lun­go una serie di pan­el e inter­viste esclu­sive ded­i­cate agli aspet­ti più ril­e­van­ti del­la cul­tura dig­i­tale con la parte­ci­pazione dei prin­ci­pali pro­tag­o­nisti del­la polit­i­ca, delle isti­tuzioni e delle aziende che si riu­nis­cono a Roma per l’occasione. Si par­lerà di: “Le sfide del Gov­er­no nel cam­po dell’innovazione”, “Parole, infor­mazioni e dis­in­for­mazione: quali garanzie?”, “Il copy­right nell’era dig­i­tale”, “L’agenda del­la leg­is­latu­ra: pri­or­ità e pun­ti di con­tat­to fra i par­ti­ti”, “GDPR e ePri­va­cy, la nuo­va era dei dati per­son­ali”, “Fare impre­sa nell’era del tech­lash”, “Il dig­i­tale come traino del­la ripresa eco­nom­i­ca”, “Inno­vazione e shar­ing econ­o­my: un set­tore da cam­biare o da sal­vare?”, “Dal­la rete all’intelligenza arti­fi­ciale”, “Guerre di rete, le nuove armi del­la cyber­se­cu­ri­ty”, “La scuo­la dig­i­tale: cosa res­ta da fare”, “La trasfor­mazione dig­i­tale del­la P.A.”.

Nel cor­so dell’evento, Agi e Pag­el­la Polit­i­ca, prin­ci­pale prog­et­to di fact-check­ing ital­iano e scel­to da Face­book per la lot­ta con­tro la dif­fu­sione di notizie false sul social net­work, real­izzer­an­no un esper­i­men­to di fact-check­ing in diret­ta, pre­sen­tan­do al pub­bli­co il risul­ta­to del­la ver­i­fi­ca delle dichiarazioni dei politi­ci pre­sen­ti.

#InternetDay2018 è anche in diret­ta web su Agi.it. Per trasmet­tere il live stream­ing del­l’even­to sul pro­prio sito bas­ta infat­ti incor­po­rare il sem­plice codice embed gra­tu­ito per visu­al­iz­zare il play­er del­la diret­ta.

Sin­te­si del­la ricer­ca

Inter­net appare come un’es­pe­rien­za sem­pre più inten­sa e total­iz­zante. La mag­gior parte degli uten­ti è ben con­sapev­ole dei lunghi peri­o­di in rete, ma pochi fan­no qual­cosa per lim­i­tar­si. Tut­ti trac­cia­bili, iden­ti­fi­ca­bili e rag­giun­gi­bili, ma non impor­ta. Anche se non si fidano del­la ges­tione dei dati da parte di social net­work e motori di ricer­ca. È il prez­zo inevitabile del­la rete glob­ale. In rete, ma sen­za barare. La dif­fu­sione delle fake news, i fin­ti account, le false iden­tità, i com­por­ta­men­ti scor­ret­ti pro­tet­ti dall’anonimato infas­tidis­cono la mag­gior parte degli uten­ti.

“Il rap­por­to Agi — Cen­sis inter­ro­ga gli ital­iani in questo momen­to di pas­sag­gio così del­i­ca­to e i risul­tati con­fer­mano il cam­bi­a­men­to in cor­so. Per la pri­ma vol­ta emerge il fat­to che i dati per­son­ali rac­colti dalle piattaforme tec­no­logiche sono un val­ore che va tute­la­to; che la nos­tra iden­tità dig­i­tale va pro­tet­ta da attac­chi hack­er che pos­sono creare seri dan­ni; che molti iniziano a por­si il prob­le­ma non più di essere con­nes­si, e di esser­lo sem­pre, ma di avere la capac­ità di stac­car­si dal­la rete ogni tan­to per non restare vit­time di una comu­ni­cazione fat­ta solo di noti­fiche istan­ta­nee”  — com­men­ta il Diret­tore di Agi Ric­car­do Luna – “Si intrave­dono insom­ma seg­nali di una età del­la respon­s­abil­ità dig­i­tale, ovvero di un atteggia­men­to più maturo e con­sapev­ole ver­so quel­li che sono i rischi del­la rete. Non anco­ra lo stes­so si può dire sulle oppor­tu­nità. Una vol­ta definii la rete la più grande piattafor­ma del­la conoscen­za che l’umanità abbia mai avu­to. E per questo, la pri­ma “arma di costruzione di mas­sa”. Invece sem­bra che l’uso, ormai inten­sis­si­mo, anche se anco­ra un ital­iano su tre res­ta fuori, del­la rete in Italia sia soprat­tut­to ricon­ducibile a due fat­tori: i social e le app di mes­sag­gis­ti­ca. Insom­ma: parole, parole, parole. Che sem­bra­no delin­eare una soci­età del­la con­ver­sazione in cui vale tut­to, vale chi dice l’ultima paro­la, chi la spara più grossa. Chi ha lo slo­gan migliore” – con­tin­ua Ric­car­do Luna – “Parafrasan­do un cele­bre film west­ern, quan­do un uomo con una spie­gazione incon­tra un uomo con uno slo­gan, l’uomo con una spie­gazione è un uomo mor­to. Ma se rin­un­ci­amo alle spie­gazioni, agli appro­fondi­men­ti, alla com­p­lessità dei prob­le­mi e delle soluzioni, se rin­un­ci­amo alla ver­ità dei fat­ti, quell’uomo mor­to del film west­ern è soltan­to la metafo­ra del nos­tro decli­no” con­clude il Diret­tore di Agi.

Sec­on­do il Seg­re­tario Gen­erale del Cen­sis Gior­gio De Rita “dai dati del­la ricer­ca emerge che la soci­età dig­i­tale è, specie in Italia, anco­ra una promes­sa, uno sguar­do sul futuro sul quale inter­rog­a­r­ci e sul quale inter­venire. Se non inter­ve­ni­amo o se non inter­ve­ni­amo tut­ti insieme, guardan­do i nuovi argi­ni per quel­lo che sono e non per quel­lo che ci piac­erebbe vedere, e se non creiamo le con­dizioni per la for­mazione di nuove com­pe­ten­ze e nuove oppor­tu­nità rischi­amo che in larga misura diven­ti una promes­sa non man­tenu­ta”.

“Negli ulti­mi dieci anni si è con­suma­ta una trasfor­mazione rad­i­cale e pro­fon­da nel nos­tro modo di comu­ni­care. Siamo migrati da una soci­età del­la comu­ni­cazione alla soci­età del­la con­ver­sazione” – sot­to­lin­ea il Condi­ret­tore di Agi Mar­co Pratelle­si – “Così, il lin­guag­gio del­la con­ver­sazione — infor­male, col­ori­to, spes­so asserti­vo, a trat­ti stram­pala­to e provo­ca­to­rio — è pen­e­tra­to nel­la polit­i­ca con i risul­tati che sono sot­to gli occhi di tut­ti. In questi dieci anni l’idillio tra polit­i­ca e social media è cam­bi­a­to giorno dopo giorno con una pro­gres­si­va assim­i­lazione del lin­guag­gio “popo­lare” da parte dei leader dei par­ti­ti. E il pop­ulis­mo se ne è ali­men­ta­to”.

Inter(net)dipendenti

Inter­net per­vade ormai ogni momen­to del­la vita quo­tid­i­ana. La gran parte degli uten­ti (e in modo par­ti­co­lare i gio­vani adul­ti) si col­le­ga anche la sera tar­di e di pri­mo mat­ti­no. Il 61,7% uti­liz­za i dis­pos­i­tivi anche a let­to (tra i gio­vani si arri­va al 79,7%). Il 34,1% usa lo smart­phone a tavola (ma i gio­vani sono il 49,7%).

La mag­gior parte degli uten­ti è ben con­sapev­ole dei lunghi peri­o­di nei quali risul­ta atti­vo in rete. Il 22,7% ha spes­so la sen­sazione che Inter­net gli ind­u­ca una sor­ta di dipen­den­za. L’11,7% vive con ansia l’eventuale impos­si­bil­ità di con­net­ter­si.  L’11,2% entra spes­so in col­li­sione con i pro­pri famil­iari per l’uso del­la rete. Ma se il 60,7% degli uten­ti dichiara di aver riflet­tuto sull’uso ecces­si­vo di Inter­net, solo il 28,6% è inter­venu­to conc­re­ta­mente con dei cor­ret­tivi o delle regole di autolim­i­tazione.

Sei i pro­fili degli uten­ti Inter­net tipo in Italia: il 51,1% sono “inter­nau­ti stan­dard” e usano assid­u­a­mente tut­ti i servizi inter­net, il 14,3% sono social net­work addict­ed, il 10,7% iper­con­nes­si. Solo il 9% sono uten­ti casu­ali, l’8,6% uten­ti di “vec­chia scuo­la” che usano stru­men­ti e fun­zion­al­ità più datati e il 6,3% “glob­al-noso­cial” che usano inten­sa­mente tut­ti i servizi ad eccezione dei social.

 

L’uso plu­ri­mo del­la rete

L’utilizzo inten­so del­la rete vede al pri­mo pos­to i servizi di mes­sag­gis­ti­ca istan­ta­nea: il 73,4% degli uten­ti inter­net ne dichiara un uso con­tin­u­a­ti­vo durante il cor­so del­la gior­na­ta. Seguono lo scam­bio di e‑mail (64,8%), la pre­sen­za sui social net­work (61%) e l’utilizzo dei motori di ricer­ca (53,8%).

Tut­ti on line su social e mes­sag­gis­ti­ca, ma solo se è gratis. L’introduzione di un canone di paga­men­to o tar­if­fa deter­minerebbe infat­ti l’abbandono di cir­ca 2/3 degli uten­ti, men­tre un uti­liz­zo scor­ret­to dei dati scor­ag­gerebbe nel­la pros­e­cuzione del rap­por­to il 53,5%. Non appare asso­lu­ta la fedeltà alle piattaforme uti­liz­zate: nuove piattaforme con nuove pro­poste ver­reb­bero val­u­tate con inter­esse dal 21,2% degli uten­ti inter­net.

In rete, ma sen­za barare. La dif­fu­sione delle fake news, i fin­ti account, le false iden­tità, i com­por­ta­men­ti scor­ret­ti pro­tet­ti dall’anonimato infas­tidis­cono la mag­gior parte degli uten­ti. Pro­va ne è che il 76,8% sarebbe favorev­ole all’introduzione dell’obbligo di fornire un doc­u­men­to di iden­tità all’atto di iscriver­si ad un social net­work.

 

I rischi del­la rete

Notev­ole il numero di uten­ti inter­net col­pi­ti nel tem­po da attac­chi infor­mati­ci, soprat­tut­to virus (41,9%), ma anche phish­ing (22,2%) e clon­azioni (17,9%). Dif­fusi i com­por­ta­men­ti difen­sivi e di auto­tutela (antivirus e pre­cauzioni d’uso di diver­sa natu­ra). Esiste comunque un 15–20% di uten­za che non adot­ta nep­pure le cautele min­i­mali. L’ansia da attac­chi infor­mati­ci colpisce il 12,5% degli uten­ti, che evi­tano alcu­ni servizi. Per il restante 87,5% i rischi del­la rete non sono tali da incidere sui com­por­ta­men­ti di uti­liz­zo. Il fenom­e­no del­lo spam­ming viene vis­su­to dal­la mag­gior parte (il 66,8%) sen­za gran­di pre­oc­cu­pazioni ma piut­tosto con rasseg­nazione, men­tre il 24,5% chiede mag­gior pro­tezione. Gli anziani appaiono nel com­p­lesso molto meno pre­oc­cu­pati dei gio­vani.

 

La pri­va­cy, la tutela dei dati, la trac­cia­bil­ità

Lim­i­ta­ta appare l’attenzione alle infor­mazioni sul­la pri­va­cy. Più del­la metà degli uten­ti tende a non leg­gere le infor­mazioni sul­la pri­va­cy, alcu­ni gui­dati da dis­in­can­to, altri da dis­in­ter­esse, altri da pre­sun­zione.

Il nuo­vo rego­la­men­to europeo per l’acquisizione e ges­tione dei dati (GDPR) non scal­da i cuori: il 40,6% degli inter­vis­ta­ti non lo ritiene fon­da­men­tale per­ché “anche pri­ma era pos­si­bile effet­tuare scelte pre­cise in mate­ria di pri­va­cy”. Un ulte­ri­ore 31,6% dichiara di non conoscer­lo e di non essere comunque inter­es­sato alla cosa. Con­tem­po­ranea­mente la mag­gior parte degli uten­ti non si fida del­la ges­tione dei dati da parte dei social net­work (69,6%) e dei motori di ricer­ca (60,5%). Migliore la situ­azione del­la fidu­cia nei con­fron­ti di sogget­ti pub­bli­ci, banche e siti di e‑commerce. D’altra parte, per cir­ca 2/3 degli uten­ti Inter­net la trac­cia­bil­ità viene ritenu­ta il prez­zo inevitabile del­la rete glob­ale. E non a caso il 79% degli uten­ti preferisce servizi gra­tu­iti con­sapev­ole di pagar­li indi­ret­ta­mente attra­ver­so la mes­sa a dis­po­sizione dei pro­pri dati di nav­igazione o di pro­fi­lo.

E lo scan­da­lo Cam­bridge Ana­lyt­i­ca? Gli uten­ti di Inter­net i cui com­por­ta­men­ti sul social Face­book non sono sta­ti min­i­ma­mente con­dizionati dal­lo scan­da­lo sono il 47,7% del totale. Una pic­co­la quo­ta (2,7%) ha can­cel­la­to il pro­fi­lo, men­tre il 48,4% è inter­venu­to mod­i­f­i­can­do i pro­pri com­por­ta­men­ti e le con­dizioni del­la pri­va­cy. 

Agi Agen­zia Italia è una delle prin­ci­pali news com­pa­ny ital­iane. Dal 1950 affi­an­ca con i suoi notiziari il mon­do edi­to­ri­ale, isti­tuzionale, eco­nom­i­co ed indus­tri­ale. Con 9 redazioni sul ter­ri­to­rio ital­iano, una rete atti­va di cor­rispon­den­ti e part­ner­ship in oltre 50 pae­si nelle prin­ci­pali aree strate­giche mon­di­ali e news prodotte in 4 lingue (ital­iano, inglese, cinese e arabo), 7 giorni su 7, Agi assi­cu­ra la creazione di val­ore attra­ver­so notizie, inter­viste, inchi­este, factcheck­ing con numeri e dati cer­ti­fi­ca­bili, dirette stream­ing e servizi video per dare ai gior­nal­isti di radio, tv e gior­nali tut­ti gli stru­men­ti per andare oltre gli slo­gan. Per­ché la ver­ità con­ta. Dal factcheck­ing all’arte del­lo sto­ry­telling, Agi­Fac­to­ry è la divi­sione di Agi ded­i­ca­ta al brand­ed con­tent che unisce con­tenu­ti di alta qual­ità, tec­nolo­gia e capac­ità di leg­gere i dati.

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