Grottaferrata, Fontana: “Tutto fermo sulla questione degli abusi edilizi: la politica agisca!”

Grottaferrata, Fontana: “Tutto fermo sulla questione degli abusi edilizi: la politica agisca!”

12/04/2017 1 Di Federico Ghera

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Giampiero Fontana

L’ex Sin­da­co del­la Cit­tad­i­na criptense tor­na sul­la vicen­da degli immo­bili abu­sivi ai Castel­li Romani, rib­aden­do l’in­vi­to forte agli organi isti­tuzion­ali di inter­venire nel­l’ot­ti­ca di  una risoluzione veloce ed effi­ciente.

 

“Il 22 mar­zo scor­so ho espres­so un pun­to di vista sul­la ques­tione delle pos­si­bili demolizioni degli immo­bili edi­fi­cati abu­si­va­mente - così affer­ma Fontana — L’ho fat­to, anche in esi­to all’incontro-convegno del 16 mar­zo a Roc­ca Pri­o­ra, orga­niz­za­to dal Comi­ta­to Equi Dirit­ti.

A due set­ti­mane dal con­veg­no, nul­la di con­cre­to è avvenu­to. La Regione tace, il Gov­er­no idem, la Procu­ra con­tin­ua il press­ing sui Sin­daci, obbli­gati per legge ad eseguire le demolizioni. A parte il Comi­ta­to e i diret­ti inter­es­sati, nes­suno si pre­oc­cu­pa di disin­nescare la bom­ba sociale che potrebbe pre­fig­u­rar­si.

Le cronache con­tin­u­ano a seg­nalare i diver­si casi: pri­ma l’ordine di demolizione del­la casa in cui vive­va la don­na in sta­to di gravi­dan­za ad Arte­na, poi l’avvio delle pro­ce­dure per l’abbattimento del­la casa del­lo sven­tu­ra­to Cit­tadi­no di Colon­na, sem­bra sana­ta per errore anni fa, al cos­to di 60mila euro e con un mutuo di 100mila euro pen­dente. E domani cos’altro suc­ced­erà?

La Regione Lazio rilan­cia ha approva­to, il 14 mar­zo, un altro Pro­to­col­lo d’Intesa, sta­vol­ta con la Procu­ra Gen­erale del­la Repub­bli­ca pres­so la Corte di appel­lo di Roma, sem­pre final­iz­za­to all’esecuzione delle sen­ten­ze sull’abusivismo pas­sate in giu­di­ca­to. Ora anche la Cap­i­tale sarà investi­ta del­la ques­tione e vedremo cosa accadrà in pre­sen­za, come si dice, di cir­ca 300mila immo­bili inter­es­sati dal provved­i­men­to.

Non ho mai avu­to, tan­tomeno da Sin­da­co, la pre­sun­zione di conoscere le soluzioni ad un prob­le­ma com­p­lesso e social­mente ril­e­vante. Tut­tavia, sin dal rice­vi­men­to dell’atto del­la Procu­ra di Vel­letri (novem­bre 2015), ho cer­ca­to di pro­porre con­tribu­ti di pen­siero idonei ad affrontare prag­mati­ca­mente la ques­tione.

Riten­go, come ho sem­pre ritenu­to, che si deb­ba par­lare chiaro: vivi­amo, purtrop­po, in una Soci­età che fat­i­ca a riconoscere l’Autorità cos­ti­tui­ta o le rap­p­re­sen­tanze demo­c­ra­tiche, anche a causa dei pes­si­mi esem­pi for­ni­ti. Per questo, mi chiedo, quale autorev­olez­za o cred­i­bil­ità può avere un politi­co, un ammin­is­tra­tore o chi­unque altro invo­ca ques­ta o quell’altra nor­ma giuridi­ca, sep­pur val­i­da e cogente. Non sono in dis­cus­sione val­ori e prin­cipi che ispi­ra­no l’agire, né le norme giuridiche che regolano i com­por­ta­men­ti e la civile con­viven­za.

Il prob­le­ma è un altro: come si fa a dire alla gente “ora c’è una nuo­va cul­tura del­la legal­ità, il ven­to è cam­bi­a­to….” oppure a richia­mare alla “toller­an­za zero” ver­so gli abusi edilizi? Ma dove si vive? A Topolinia o Pap­er­opoli? Il prin­ci­pio di legal­ità, come det­to, res­ta fer­mo ed i Cit­ta­di­ni che han­no rispet­ta­to le norme non devono sen­tir­si defrau­dati da ulte­ri­ori con­doni o toller­anze. Chi ha costru­ito violan­do la legge ha commes­so reato. Acclara­to ciò, è dovere di chi ammin­is­tra (una Cit­tà, una Regione o la Nazione) pen­sare alle con­seguen­ze delle inizia­tive poste in essere anche dal­la Regione Lazio e dal­la Procu­ra di Vel­letri, sot­to­scriven­do il Pro­to­col­lo d’Intesa del giug­no 2015: il con­trasto all’abusivismo è un dovere, ma è altret­tan­to doveroso tute­lare social­mente le per­sone, incluse quelle che han­no edi­fi­ca­to abu­si­va­mente la casa in cui vivono, specie di questi tem­pi. Tute­lare non vuol dire toller­are, e qui sta la dif­feren­za di approc­cio che la Polit­i­ca dovrebbe intrapren­dere sul­la vicen­da.

Ad oggi, di un sim­i­le approc­cio, non v’è trac­cia: si inter­viene ai con­veg­ni, si rilas­ciano inter­viste, si stra­parla di ovvi­età e poi tut­to res­ta com’è. Da oltre 16 mesi, nei 30 Comu­ni ricom­pre­si nel­la giuris­dizione del­la Procu­ra di Vel­letri, ci sono centi­na­ia di Famiglie che vivono l’incubo dell’abbattimento del­la casa in cui abi­tano, mag­a­ri costru­i­ta su un ter­reno di pro­pri­età con i pro­pri sol­di. Han­no sbaglia­to, non v’è dub­bio. Ciononos­tante, è bene ricor­dar­lo, c’è un intero sis­tema che avrebbe potu­to e dovu­to impedire/reprimere tali abusi (la vig­i­lan­za edilizia comu­nale, i ril­e­va­men­ti fotoaero­gram­metri­ci o con droni, le Pro­cure, i Tri­bunali, i Sin­daci, ecc. ecc.), in un’epoca in cui i satel­li­ti entra­no nelle nos­tre case e ci pos­sono spi­are finan­co nell’intimo.

Lo stes­so sis­tema che, in moltissi­mi casi, ha con­ces­so res­i­den­ze ana­gra­fiche, riscos­so trib­u­ti e per­me­s­so l’allaccio di uten­ze (idriche, elet­triche, ecc.), “dimen­ti­can­do” che gli immo­bili era­no abu­sivi. Ora, improvvisa­mente, in talu­ni casi dopo decen­ni dall’emissione del­la sen­ten­za, ci si sveg­lia e si pre­tende di riv­oltare il mon­do in un bat­tibaleno, come se nul­la fos­se.

Le con­trad­dizioni su cui pog­gia l’intera vicen­da sono pale­si ed igno­rar­le vuol dire met­tere la tes­ta sot­to la sab­bia, come fan­no gli struzzi. Bisogna affrontare il prob­le­ma in maniera organ­i­ca, risolver­lo nel­la migliore maniera pos­si­bile e, con­tes­tual­mente, atti­var­si affinché non un solo metro cubo in più ven­ga edi­fi­ca­to sen­za i rel­a­tivi per­me­s­si di legge, attuan­do sì, in quel caso, toller­an­za zero.

Men­tre si fa tut­to ciò, vis­to che per dis­tri­care un sim­i­le groviglio ci vor­rà del tem­po, la Polit­i­ca deve inter­venire, a tut­ti i liv­el­li, per uscire da questo pan­tano con razion­al­ità e sen­so di respon­s­abil­ità. I mag­is­trati e le Forze dell’Ordine devono, gius­ta­mente, far rispettare le sen­ten­ze e la legge. I Sin­daci devono, gius­ta­mente, vig­i­lare sull’abusivismo e ver­i­fi­care l’esecuzione delle rel­a­tive ordi­nanze, ma devono altresì far­si cari­co dei prob­le­mi dei Cit­ta­di­ni. Le per­sone, soprat­tut­to di questi tem­pi, han­no dirit­to a vivere sot­to un tet­to.

Affinché tut­ti abbiano sod­dis­fazione, onde evitare il caos sociale, occorre un inter­ven­to leg­isla­ti­vo di natu­ra stra­or­di­nar­ia, in prim­is a liv­el­lo gov­er­na­ti­vo, che sospen­da le demolizioni, con­ce­da tem­po, ad esem­pio, di costru­ire allog­gi popo­lari o altre edi­fi­cazioni in for­ma agevola­ta, e dove pos­si­bile risol­va le con­trad­dizioni di una sana­to­ria, quel­la del 2003, sostanzial­mente inter­rot­ta dopo che le istanze dei Cit­ta­di­ni era­no state pre­sen­tate.

Gli stru­men­ti ci sono: lo scor­so 30 mar­zo ho invi­a­to al Comi­ta­to Equi Dirit­ti una nuo­va boz­za di doc­u­men­to da pro­porre ai Sin­daci del com­pren­so­rio del­la Procu­ra di Vel­letri, con­te­nente ipote­si di lavoro che la Polit­i­ca, tut­ta e indipen­den­te­mente da apparte­nen­ze, schiera­men­ti o liv­el­li di gov­er­no, può esam­inare per ver­i­fi­carne la fat­tibil­ità.

Il Sen­a­to del­la Repub­bli­ca, ad esem­pio, sta esam­i­nan­do il dis­eg­no di legge n. 2383 “Con­teni­men­to del con­sumo del suo­lo e riu­so del suo­lo edi­fi­ca­to”. La Regione Lazio, sem­pre a tito­lo esem­pli­fica­ti­vo, sta esam­i­nan­do la pro­pos­ta di legge n. 365 “Norme per la rigen­er­azione urbana e per il recu­pero edilizio”, così come il Con­siglio regionale ha in cor­so d’esame il nuo­vo Piano Ter­ri­to­ri­ale Pae­sis­ti­co Regionale (PTPR). All’interno di questi per­cor­si leg­isla­tivi, vi sono – se lo si vuole ovvi­a­mente – gli spazi quan­tomeno per dibat­tere del­la ques­tione e dei pos­si­bili ris­volti.

Per la cronaca, ricor­do che il ter­ri­to­rio dei Castel­li Romani esprime un Sen­a­tore del­la Repub­bli­ca, Bruno ASTORRE, ed un Onorev­ole, Fil­ib­er­to ZARATTI, l’uno orig­i­nario di Colon­na, l’altro di Roc­ca Pri­o­ra, due Comu­ni inter­es­sati dal­la ques­tione delle demolizioni, specie il sec­on­do. L’On. ZARATTI, tra l’altro, è Rela­tore di Mino­ran­za sull’originario DDL n. 2039 poi trasfor­ma­to in Atto Sen­a­to n. 2383 ed è sta­to anche Asses­sore regionale all’Ambiente.

Sem­pre per la cronaca, evi­den­zio che il Pres­i­dente del­la Regione, Nico­la ZINGARETTI, oltre a pot­er incidere diret­ta­mente attra­ver­so la leg­is­lazione regionale, è mem­bro del­la Con­feren­za Sta­to-Regioni e, se lo ritiene, può atti­vare tale Organ­is­mo per un con­fron­to col Gov­er­no. Il 29 mar­zo scor­so, Rap­p­re­sen­tan­ti del­la Con­feren­za han­no svolto un’audizione in seno alla 9^ Com­mis­sione Agri­coltura del Sen­a­to, pro­prio sul DDL Sen­a­to n. 2383. Per­ché non chiedere una ulte­ri­ore audizione sul prob­le­ma demolizioni? Oppure chiedere l’iscrizione del­la ques­tione all’odg dei lavori del­la Con­feren­za?

Anco­ra ieri (2 aprile), nel cor­so del Pro­gram­ma “L’Arena”, su Rai 1, è sta­ta affronta­ta la scot­tante mate­ria richia­man­do analoghe situ­azioni di abusi edilizi che afflig­gono la Regione Sicil­ia. Ciò, ad ulte­ri­ore ripro­va del­la ril­e­van­za nazionale che riveste la vicen­da e del fat­to che il Gov­er­no, se oppor­tu­na­mente sol­lecita­to dagli ammin­is­tra­tori region­ali, può e deve inter­venire.

Nel rin­no­vare la mia disponi­bil­ità, aus­pi­co che i Sin­daci, il Pres­i­dente ANCI regionale ed il Pres­i­dente dell’XI Comu­nità Mon­tana, valuti­no pos­i­ti­va­mente il doc­u­men­to da me pro­pos­to al Comi­ta­to Equi Dirit­ti, se del caso modificandolo/integrandolo come meglio ritenu­to, e lo fac­ciano per­venire quan­to pri­ma alla Regione, al Sen. ASTORRE ed all’On. ZARATTI, nonché agli altri attori isti­tuzion­ali pre­posti. Gli stru­men­ti ci sono e LA POLITICA HA IL DOVERE DI AGIRE. Subito e conc­re­ta­mente.”

 

 

 

                                                             

 

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