di Francesca Marrucci Dobbiamo dirlo: a tempi record oggi, e in collaborazione con il Direttore…
A Marino la Multiservizi fa togliere anche le locandine del no-profit minacciando di sanzioni i negozianti
29/11/2016Questo articolo è stato letto 6500 volte!
di Francesca Marrucci
Ci è arrivata ieri sera una segnalazione Redazione riguardante Marino e avallata da vari negozianti questa mattina. Sembra che nei giorni scorsi un’impiegata o incaricata della Multiservizi di Marino sia passata in bar, negozi e luoghi pubblici chiedendo di togliere tutte le locandine che pubblicizzavano eventi culturali e in alcuni casi, sembra strappandole di persona.
Il comportamento pare sia stato giustificato con la scusa che anche le locandine per essere affisse in luoghi pubblici, seppur non comunali, come i negozi e i bar, debbano pagare la tassa di affissione comunale. L’impiegata ha anche fatto presente ai negozianti che sarebbe passata di nuovo a sorpresa e che se avesse trovato altre locandine affisse avrebbe fatto una multa salata al negoziante stesso.
La multa è stato sicuramente un ottimo deterrente se è vero che ieri tutti i negozi che sono stati interpellati per affiggere una locandina per la cena di beneficenza della Caritas Diocesana si sono rifiutati, raccontando la stessa storia. Non è stato informato nessuno che per le locandine del no-profit la legge sancisce l’esenzione dalle tasse di affissione, quindi, tutti impauriti, ora rifiutano ogni locandina.
Il problema è davvero serio, perché si denota non solo un abuso in piena regola, ma anche un danneggiamento a carico delle associazioni no-profit del territorio.
La legge dice chiaramente che la tassa di affissione deve essere applicata solo a locandine che pubblicizzino la vendita di beni e servizi a scopo, appunto, di lucro e commerciale. Non solo. Su come trattare invece le locandine che pubblicizzano eventi senza scopo di lucro, il Ministero delle Finanze conferma, con risoluzione del 16 marzo 1999, n. 41/E, la non assoggettabilità di tale fattispecie alla suddetta imposta per carenza del presupposto oggettivo. Infatti, secondo l’art. 5 del d. lgs. 507/93 sono assoggettati ad imposta comunale sulla pubblicità solo i messaggi pubblicitari diffusi nell’esercizio di un’attività economica allo scopo di promuovere la domanda di beni o servizi.
Non solo. Anche se l’evento prevede il pagamento di un contributo ed è un evento temporaneo a scopo di beneficenza, la tassa di affissione non è dovuta. Così spiega il magazine del Terzo Settore Vita: “Ipotizziamo che la vostra rappresentazione teatrale di beneficenza sia definibile come raccolta pubblica occasionale di fondi ex art. 143, c. 3, lett. a) del Tuir dpr n. 917/86 (in vigore dal 2004). In questo caso, come da articolo 2, c. 1 del dlgs n. 460/97, l’attività sarebbe esente da ogni tributo”.
Ricordiamo, inoltre, alle associazioni del territorio allarmate della situazione, che l’imposta comunale sulla pubblicità è ridotta alla metà per la pubblicità fatta da enti non commerciali; non è dovuta quando è sulle facciate esterne dei locali di pubblico spettacolo se si riferisce alle rappresentazioni in programmazione; non è dovuta per superfici inferiori a 300 cm² (art. 7, c. 2). La tariffa sulle pubbliche affissioni è ridotta a metà per i manifesti di enti senza scopo di lucro.
Come quotidiano edito da una Onlus, ci preme anche ricordare che l’art. 21 del dlgs n. 460/97 afferma che i Comuni e gli altri enti territoriali possono deliberare nei confronti delle onlus oltre che la riduzione, anche l’esenzione dal pagamento dei tributi di loro pertinenza e dai connessi adempimenti e come suggerimento non possiamo esimerci di lanciarlo.
Visto il clima intimidatorio diffuso tra i commercianti del Centro Storico e già la difficile situazione ecoomica in cui si trovano le associazioni culturali e sociali, impedire l’affissione delle locandine che pubblicizzano eventi fatti per finanziare le attività del Terzo Settore che si rivolgono in genere ai cittadini meno abbienti ha il sapore amaro del sopruso e dell’abuso. Non si sta parlando di vendita di pentole o materassi, ma di eventi senza scopo di lucro e di beneficenza.
A questo proposito, auspichiamo che l’Amministrazione Comunale e la Multiservizi (i cui esperti hanno evidentemente poca contezza delle leggi in vigore) si impegnino a dare quanto prima pubblica comunicazione ai negozianti sulla norma effettiva, con lo stesso zelo ed efficacia con cui ci si è preoccupati di andare ‘porta a porta’ a minacciare sanzioni tout court, rassicurandoli che non corrono alcun rischio di sanzioni se ospitano, come sempre hanno fatto, divenendo anche punto informativi importanti, locandine di eventi legati al Terzo Settore.
Con tutti i compiti spettanti alla Multiservizi e con tutti i problemi che ha questa città, crearne di finti non giova a nessuno e denota anche scarsa e preoccupante conoscenza delle leggi.
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Ho iniziato a 16 anni a scrivere sui giornali locali, per poi crearne uno, Punto a Capo, passando poi ai quotidiani e infine all’online.
Oggi, oltre a dirigere Punto a Capo Online e Punto a Capo Sport, collaboro con altri quotidiani online e dirigo l’Ufficio Stampa di Punto a Capo.
Inoltre, sono traduttrice, insegnante e Presidente della Onlus che pubblica il giornale. Faccio tante cose, probabilmente troppe, adoro scrivere, leggere e viaggiare e ho bisogno sempre di nuovi stimoli, di iniziare nuove avventure e creare nuovi progetti.