Marino, intervista esclusiva ad Arianna Esposito su elezioni, presunte alleanze e il coraggio delle proprie decisioni

Marino, intervista esclusiva ad Arianna Esposito su elezioni, presunte alleanze e il coraggio delle proprie decisioni

11/12/2015 2 Di Francesca Marrucci

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Arianna Esposito

Ari­an­na Espos­i­to

di Francesca Mar­ruc­ci

In questi giorni si sono rin­corse spes­so voci, non solo nei bar, ma anche su alcune tes­tate locali, di una pos­si­bile coal­izione elet­torale tra Ari­an­na Espos­i­to e Giulio Santarel­li. Cop­pia non a caso defini­ta strana, soprat­tut­to per­ché il vet­er­a­no del­la polit­i­ca, Santarel­li, fa parte già di un’altra coal­izione, quel­la dell’Unione di Cen­trosin­is­tra, e la Espos­i­to non si è anco­ra pale­sa­ta nelle sue inten­zioni elet­torali. Allo­ra, abbi­amo sen­ti­to la diret­ta inter­es­sa­ta, la stes­sa ex-asses­so­ra che dopo il clam­ore sus­ci­ta­to dalle sue dimis­sioni, non ave­va anco­ra rilas­ci­a­to nes­suna inter­vista.

La sua usci­ta dal­la mag­gio­ran­za è sta­ta fat­ta sen­za usare mezzi ter­mi­ni sul fal­li­men­to di un’amministrazione che anda­va avan­ti, ormai boc­cheg­gian­do, sen­za sin­da­co. Come ha cam­bi­a­to il suo rap­por­to con la polit­i­ca e i politi­ci mari­ne­si ques­ta che, da molti, è sta­ta con­sid­er­a­ta una pre­sa di posizione cor­ag­giosa ed inusuale per i canoni mari­ne­si?

La mia non mi pare una scelta cor­ag­giosa, era un dovere nei con­fron­ti del­la cit­tà. Quest’ultimo anno mi ha inseg­na­to e mi ha for­ma­to più degli ulti­mi dieci anni di attiv­ità polit­i­ca. Ora mi sen­to più con­sapev­ole delle mie pos­si­bil­ità e capac­ità, pro­prio in virtù delle scelte che ho fat­to. Ammin­is­trare una cit­tà non è facile, soprat­tut­to con il ruo­lo politi­co che rico­pri­vo, per pri­ma cosa per­ché ero una gio­vane don­na e, sec­on­dari­a­mente, per­ché, sin­ce­ra­mente, spes­so veni­va pale­sa­ta poca fidu­cia nei miei con­fron­ti da parte di alcu­ni mem­bri del­la giun­ta. Ho impara­to che non è facile far emerg­ere le pro­prie opin­ioni, ma se uno alla lun­ga non è d’accordo, non si può nascon­dere, deve par­lare. I miei NO sono sta­ti sem­pre molto chiari, in specie sulle ques­tioni che han­no un impat­to forte sul ter­ri­to­rio. Quan­do non si è ascoltati per trop­po tem­po su ques­tioni su cui non si può pre­scindere, è nec­es­sario pren­dere delle deci­sioni for­ti, ma coer­en­ti con la pro­pria eti­ca polit­i­ca. Ho sem­pre det­to che avrei con­tin­u­a­to fino a quan­do mi si sarebbe data la pos­si­bil­ità di ammin­is­trare deg­na­mente. Se ci si dimen­ti­cano gli obi­et­tivi pri­mari e l’armonia di un grup­po, andan­do ognuno per con­to pro­prio, gli errori sono inevitabili e viene meno anche il manda­to che ci è sta­to dato dal­la cit­tà. Ora la mia iden­tità polit­i­ca è più forte. Quan­do vieni nom­i­na­to asses­sore sen­za esser­ti mis­ura­to nell’agone elet­torale è diver­so. Se, invece, hai dietro centi­na­ia di per­sone che ti han­no sostenu­to e che in te han­no cre­du­to, la respon­s­abil­ità che sen­ti va al di là di una mera nom­i­na. Soprat­tut­to per loro ho pre­so quel­la deci­sione, per rispet­to al loro voto, alla loro fidu­cia nei miei con­fron­ti. Io mi sono sen­ti­ta forte gra­zie ad un grup­po che ave­vo alle spalle, a com­in­cia­re dal Con­sigliere Comu­nale, Ervin Toc­caceli. Mi sono mes­sa in dis­cus­sione per pri­ma, ma la sper­an­za che le cose pos­sano andare diver­sa­mente è quel­la che mi ha dis­sua­so fino­ra a las­cia­re stare defin­i­ti­va­mente la polit­i­ca.

Ora però sem­bra la Sora Maria… la cer­cano tut­ti…

…ma nes­suno mi si piglia? (ride) In molti ci stan­no cer­can­do, come cer­cano gli altri, del resto ques­ta è una fase inter­locu­to­ria e la nos­tra realtà ha dimostra­to di essere conc­re­ta e sta­bile. Piut­tosto, per rimanere sulle bat­tute, a stare alle chi­ac­chiere di paese mi sen­to un po’ il Toto Cotug­no di turno, per­ché tut­ti mi vedono come vice-sin­da­co di qual­cun altro. Cosa vor­rà dire?

Che forse ai soli­ti noti del­la polit­i­ca inter­es­sa man­tenere la poltrona, ser­ven­dosi di un volto nuo­vo che piace a liv­el­lo trasver­sale. Ma ques­ta è una mia opin­ione. Comunque per restare in tema, per quan­to riguar­da l’affaire Santarel­li-Espos­i­to, allo­ra, ques­ta nuo­va strana coal­izione s’ha da fare?

Ad oggi è pre­maturo par­lare di coal­izione, di can­di­dati sin­daci, ma anche di accor­di o incon­tri elet­torali. Siamo in una fase anco­ra di grande con­fu­sione. Molti si stan­no guardan­do intorno, si sta cer­can­do da parte di tut­ti di capire cosa sia meglio fare. Molti equi­lib­ri sono saltati, non c’è più il dual­is­mo cen­trode­stra e cen­trosin­is­tra e molte per­sone sono uscite dagli schiera­men­ti clas­si­ci. Giulio Santarel­li ci ha invi­ta­to per par­lar­ci e con alcu­ni ami­ci siamo andati a sen­tire quel­lo che vol­e­va pro­por­ci.

E che vol­e­va pro­porvi?

Il suo propos­i­to era quel­lo di rag­grup­pare gli uomi­ni e le donne di buona volon­tà che volessero riti­rare su le sor­ti di ques­ta cit­tà a pre­scindere dai par­ti­ti e dalle coal­izione di apparte­nen­za. Quin­di, ci ha invi­ta­to per capire se potessero esser­ci i pre­sup­posti per creare un’alternativa polit­i­ca agli schiera­men­ti attuali, per il bene di Mari­no.

Ma l’alternativa che inten­de­va era con l’Unione di Cen­trosin­is­tra?

Cre­do di sì! Cre­do che nel prog­et­to fos­se com­pre­so l’Ucs. Pen­so volesse includ­ere tut­ti in ques­ta nuo­va coal­izione e so che ha chiam­a­to appun­to tut­ti: par­ti­ti, liste e sin­goli cit­ta­di­ni sia a destra che a sin­is­tra. Noi, per rispet­to, siamo andati a sen­tire, per­ché comunque l’idea non è mal­va­gia.

Cioè, qual è l’idea?

Cioè met­tere insieme per­sone diverse che abbiano in comune la volon­tà di fare il bene del paese a pre­scindere dall’appartenenza. Il prob­le­ma è che un con­to è avere l’intenzione e un con­to è far­lo.

E quin­di come vi siete las­ciati?

Dici­amo innanzi tut­to che siamo andati a questo uni­co incon­tro solo per una fase inter­locu­to­ria. Poi, abbi­amo inizia­to una dis­cus­sione inter­na al nos­tro grup­po e di coal­izioni o accor­di per ora non se ne par­la. Cer­chi­amo innanzi tut­to di capire se c’è la volon­tà e le con­dizioni per andare alle prossime elezioni, per­ché non esclu­di­amo l’ipotesi che, lad­dove non esis­tano i pre­sup­posti per una polit­i­ca real­mente cred­i­bile, alter­na­ti­va e rispon­dente alle nos­tre esi­gen­ze di cit­ta­di­ni, potrem­mo pro­prio saltare il giro e non pre­sentar­ci alle ammin­is­tra­tive. Sta­vol­ta non è pro­prio pos­si­bile sbagliare.

Anche sul­la can­di­datu­ra di Sab­ri­na Min­uc­ci, sua ami­ca per­son­ale, si sono fat­te ipote­si di coal­izione o addirit­tura rot­tura di ami­cizia. Quan­to di vero c’è in queste chi­ac­chiere da social net­work?

Come ho già scrit­to, conosco per­fet­ta­mente la sto­ria di Sab­ri­na, so chi è, quel­lo che ha fat­to e soprat­tut­to ne conosco la pas­sione, l’in­tegrità morale e so che sig­ni­fi­ca­to dà alla polit­i­ca, quel­la vera, nel suo sig­ni­fi­ca­to più alto e nobile. Ho con­di­vi­so con lei tan­ti momen­ti impor­tan­ti anche politi­ca­mente e so quan­to vuole bene a ques­ta cit­tà. Ha deciso di fare questo per­cor­so in per­fet­ta coeren­za con la sua lin­ea polit­i­ca ed eti­ca e io le auguro ogni bene. Mi fa sor­rid­ere chi man­da in giro la chi­ac­chiera che abbi­amo addirit­tura lit­i­ga­to. L’essere ami­ci vuol dire anche rispettare le scelte di ognuno, sep­pure al momen­to diverse, e con­tin­uare a vol­er­si sem­pre bene.

E in mer­i­to a quan­to scrit­to in alcune tes­tate locali sul­la perdi­ta di pezzi nel­la sua lista?

Ma su! Quali pezzi avrei per­so? Se pure ne perdessi­mo in futuro, ne abbi­amo guadag­nati tan­ti in questi mesi che ci han­no dimostra­to sti­ma, apprez­za­men­to e comu­nione di inten­ti. Sia ben chiaro, comunque, che queste con­tin­ue ipote­si cam­pate in aria las­ciano il tem­po che trovano. Non ci fac­ciamo tirare la giac­chet­ta da nes­suno e decider­e­mo in autono­mia cosa fare. Le ipote­si da bar non ci inter­es­sano.

Qual è, se c’è, la ricetta ide­ale, sec­on­do lei, per risoll­e­vare questo paese dal­lo sta­to comatoso in cui ver­sa?

In molti in questi giorni par­lano di nomi, can­di­dati, accor­di. Pochi par­lano di pro­gram­mi, di cosa fare davvero per i cit­ta­di­ni e per Mari­no. Ma io cre­do che, al pun­to in cui siamo, ancor pri­ma di un pro­gram­ma di gran­di idee, bisogna che ci siano per­sone che davvero vogliano por­tar­lo avan­ti, che di belle parole, rimaste tali, ne abbi­amo sen­tite abbas­tan­za. Per­ché Mari­no, la nos­tra cit­tà, meri­ta che a gov­ernarla ci siano per­sone oneste, leali, armate di pas­sione e di grande sen­so di apparte­nen­za per ques­ta cit­tà, alto sen­so del­lo Sta­to, sen­za padroni e sen­za la pau­ra di fare, se ser­vono e giuste, anche scelte a breve ter­mine impopo­lari. Pro­prio come si dovrebbe gestire una famiglia, per­ché il paese altro non è che una grande comu­nità, una grande famiglia.

Questo si aus­pi­ca da decen­ni, ma di fat­to i per­son­ag­gi politi­ci sono sem­pre gli stes­si da qua­si quarant’anni. La polit­i­ca mari­nese sem­bra conoscere solo il mec­ca­n­is­mo dell’autoriciclo. Leg­giamo gli stes­si nomi dagli anni ’80, ogni vol­ta con liste che cam­biano e ripro­pon­gono gli stes­si sche­mi. Ci dob­bi­amo davvero sper­are?

Sec­on­do me il prob­le­ma non è che si ripro­pon­gono sem­pre gli stes­si nomi, ma che non si las­cia spazio ai nuovi volti e chi ha espe­rien­za polit­i­ca non si mette a dis­po­sizione delle nuove gen­er­azioni. I gio­vani sono demor­al­iz­za­ti, alla polit­i­ca non si avvic­i­nano più, tan­to non li ascol­ta nes­suno. Bisognerebbe met­tere ognuno a dis­po­sizione degli altri le pro­prie capac­ità, sen­za dare per scon­ta­to che chi ha una cer­ta età sia da but­tar via e sen­za nem­meno pen­sare che se uno è gio­vane non deve essere capace di fare niente. Fer­mo restando che sono i cit­ta­di­ni che han­no sem­pre avu­to lo stru­men­to più impor­tante in mano loro: il dirit­to a scegliere e a votare.

I cit­ta­di­ni però potreb­bero avere una scelta lim­i­ta­ta e così anche i politi­ci. Quin­di se non trovasse ter­reno fer­tile nelle pro­poste politiche mari­ne­si?

Se non c’è tut­to questo, preferisco bal­lare da sola.

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