Salviamo Colle Medico. Verso la costituzione del Comitato contro la realizzazione della nuova cava autorizzata dalla Regione Lazio

Salviamo Colle Medico. Verso la costituzione del Comitato contro la realizzazione della nuova cava autorizzata dalla Regione Lazio

03/10/2015 0 Di Marco Castaldi

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attuale cava a cori poco distante da colle medicoCon Deter­mi­nazione 20 Luglio 2015, n. G09042, pub­bli­ca­ta sul Bol­let­ti­no Uffi­ciale del­la Regione Lazio, n. 78 – Sup­ple­men­to n. 1 del 29/09/2015,  la Regione Lazio ha con­ces­so l’autorizzazione alla soci­età For­naci Calce Grigolin Spa per l’esercizio dell’attività estrat­ti­va di cal­care in local­ità “Colle Medico” (Monte S. Ange­lo) nel Comune di Roc­ca Mas­si­ma, lun­go la stra­da provin­ciale che col­le­ga Giu­lianel­lo di Cori ad Arte­na, a meno di due chilometri da quel­la già esistente ed atti­va. Imme­di­a­ta la mobil­i­tazione di isti­tuzioni, movi­men­ti, par­ti­ti, asso­ci­azioni e pri­vati cit­ta­di­ni di Cori e Giu­lianel­lo che stan­no già operan­do per la cos­ti­tuzione di un Comi­ta­to di oppo­sizione per pre­sentare un ricor­so al TAR del Lazio e bloc­care il prog­et­to.

“Non vi sono ragioni per gius­ti­fi­care questo ulte­ri­ore ten­ta­ti­vo di sfrut­ta­men­to inten­si­vo del suo­lo volto ad estrarre una mate­ria pri­ma non rin­nov­abile” – si legge nel comu­ni­ca­to uffi­ciale del MAG, pro­mo­tore dell’iniziativa, che invi­ta ad aderire al Comi­ta­to: 334.100.43.51 – NOCAVARM@GMAIL.COM —  salvi­amo­collemedico. I dati al riguar­do par­lano chiaro: il Lazio, con 288 cave attive e 475 cave dismesse o abban­do­nate è tra le regioni in Italia che han­no subito in modo più forte l’impatto dell’attività estrat­ti­va. Il ter­ri­to­rio a sud di Roma, sec­on­do il rap­por­to 2014 di Legam­bi­ente, è l’area più col­pi­ta del­la regione.

SI VEDE BENE COME IL PUNTO INDIVIDUATO SI TROVI A META' STRADA TRA LE DUE CAVE UNA VERSO ACORI E L'ALTRA VERSO ARTENANon è sosteni­bile creare nuove cave — pros­egue la nota — in quan­to il loro impat­to idro­ge­o­logi­co e pae­sag­gis­ti­co deter­mi­na un muta­men­to sostanziale degli equi­lib­ri nat­u­rali dell’orografia, del­la geo­mor­folo­gia, dell’idraulica, del­la qual­ità dell’aria e delle acque sot­ter­ra­nee”. Sec­on­do i mit­ten­ti non vi sarà alcu­na ricadu­ta eco­nom­i­ca nei comu­ni cir­costan­ti e non vi è nes­sun inter­esse sovra­co­mu­nale, ma uni­ca­mente quel­lo del­la soci­età che real­izzerà l’opera. Sem­pre sec­on­do i pro­mo­tori, inoltre – La scusa dell’occupazione lavo­ra­ti­va cre­a­ta dalle cave è un fal­so mito” — e ne spie­gano anche le ragioni.

Per una cava da 100 mila metri cubi l’anno gli addet­ti in media sono 9 men­tre per un impianto di rici­clag­gio di iner­ti gli occu­pati sono più di 12. In Pae­si come la Ger­ma­nia o negli Sta­ti scan­di­navi si va ver­so l’abbandono dell’attività estrat­ti­va a favore del recu­pero degli iner­ti prove­ni­en­ti dalle demolizioni in edilizia che può sos­ti­tuire quel­li di cava. I rifiu­ti da costruzione e demolizione in Italia ammon­tano a 45 mil­ioni di ton­nel­late l’anno, il 90% dei quali ven­gono col­lo­cati in dis­car­i­ca. “Non c’è asso­lu­ta­mente bisog­no di nuove cave” – chiosa la mis­si­va.

COLLE MEDICO MONTE S.ANGELOAnche il Sin­da­co Tom­ma­so Con­ti rib­adisce la con­tra­ri­età del­la sua Ammin­is­trazione e annun­cia che il Comune di Cori, mai con­sul­ta­to durante la fase di rilas­cio dell’autorizzazione, aderirà al Comi­ta­to e aggiunge – In questi anni abbi­amo lavo­ra­to per la cos­ti­tuzione del vici­no Mon­u­men­to Nat­u­rale Lago di Giu­lianel­lo, allo stral­cio dal Prg di un’area edi­fi­ca­bile sul lago, all’adozione di una vari­ante per lo stral­cio di una inutile area arti­gianale in prossim­ità del­la cava, su richi­es­ta dei con­ta­di­ni che vol­e­vano con­tin­uare a lavo­rare i ter­reni. Adesso dopo tut­to questo lavoro arri­va una cava a rov­inare tut­to. Grigolin – sot­to­lin­ea Con­ti – sei anni fa era venu­to ad offrire di real­iz­zare una cava anche nel Comune di Cori e noi abbi­amo rifi­u­ta­to l’insediamento – e chi­ude — è trop­po facile pen­sare di sal­vare i bilan­ci comu­nali rov­inan­do per sem­pre l’assetto dei ter­ri­tori. Ten­ter­e­mo anco­ra una vol­ta di oppor­ci”.

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