Sanità, Tiso(Accademia IC): “Case di riposo sempre più care”

Sanità, Tiso(Accademia IC): “Case di riposo sempre più care”

16/10/2025 0 Di Marco Montini

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Sani­tà, Tiso(Accademia IC): “Case di ripo­so sem­pre più care”

“Il costo del­le case di ripo­so per anzia­ni in Ita­lia è diven­ta­to un vero e pro­prio osta­co­lo per mol­te fami­glie, che si tro­va­no a dover sce­glie­re tra la qua­li­tà dell’assistenza e la soste­ni­bi­li­tà eco­no­mi­ca. E non si trat­ta solo di cifre: die­tro ogni deci­sio­ne c’è un cari­co emo­ti­vo, una respon­sa­bi­li­tà mora­le e spes­so un sen­so di impo­ten­za. Oggi il costo medio men­si­le di una casa di ripo­so pri­va­ta infat­ti è mol­to ele­va­to, e anche le strut­tu­re pub­bli­che o con­ven­zio­na­te, pur essen­do meno one­ro­se, pre­sen­ta­no liste d’attesa lun­ghis­si­me e cri­te­ri di acces­so com­ples­si. Que­sto signi­fi­ca che, nel­la pra­ti­ca, mol­te fami­glie non han­no alter­na­ti­ve rea­li. In que­sto con­te­sto, il pro­ble­ma è dupli­ce: da un lato, l’Italia è uno dei pae­si con la popo­la­zio­ne più anzia­na d’Europa, e dall’altro, il siste­ma di assi­sten­za non è anco­ra ade­gua­to a soste­ne­re que­sto cam­bia­men­to demo­gra­fi­co. Le fami­glie spes­so si tro­va­no a dover col­ma­re le lacu­ne del siste­ma, affron­tan­do spe­se ingen­ti per garan­ti­re ai pro­pri cari una vita digni­to­sa. Inol­tre, il costo non si limi­ta al vit­to e all’alloggio. Le cure spe­cia­li­sti­che, la fisio­te­ra­pia, le visi­te medi­che ester­ne e per­si­no alcu­ne atti­vi­tà ricrea­ti­ve com­por­ta­no spe­se aggiun­ti­ve. E se l’anziano è non auto­suf­fi­cien­te, il livel­lo di assi­sten­za richie­sto aumen­ta, così come il prez­zo. Cer­to, esi­sto­no age­vo­la­zio­ni regio­na­li, con­tri­bu­ti comu­na­li e stru­men­ti come l’ISEE socio­sa­ni­ta­rio, ma spes­so non basta­no o sono dif­fi­ci­li da otte­ne­re. La buro­cra­zia può diven­ta­re un ulte­rio­re osta­co­lo, pro­prio quan­do la fami­glia ha biso­gno di rispo­ste rapi­de e solu­zio­ni con­cre­te. Inol­tre, il costo trop­po alto del­le case di ripo­so non è solo una que­stio­ne eco­no­mi­ca: è una que­stio­ne socia­le, eti­ca e poli­ti­ca. Signi­fi­ca chie­der­si che valo­re dia­mo alla vec­chia­ia, alla cura, alla digni­tà. E for­se, signi­fi­ca anche ripen­sa­re il model­lo di assi­sten­za, inve­sten­do in solu­zio­ni più acces­si­bi­li, più fles­si­bi­li e più uma­ne. Cosa fare dun­que? Ser­ve una rispo­sta col­let­ti­va: poli­ti­che più inclu­si­ve, model­li di assi­sten­za alter­na­ti­vi e un cam­bia­men­to cul­tu­ra­le che met­ta al cen­tro la per­so­na anzia­na, non come un peso, ma come una risor­sa da rispet­ta­re e pro­teg­ge­re. Per­ché il valo­re di una socie­tà si misu­ra anche da come trat­ta chi ha già dato tut­to”.

Così, in una nota, Car­me­la Tiso, por­ta­vo­ce nazio­na­le di Acca­de­mia Ini­zia­ti­va Comu­ne e pre­si­den­te del­la asso­cia­zio­ne Ban­die­ra Bian­ca.

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