Con “Un giallo in comunità” termina la prima annualità del progetto Tempo Sospeso

Con “Un giallo in comunità” termina la prima annualità del progetto Tempo Sospeso

06/07/2025 0 Di Anna Maria Gavotti

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Successo della serata finale presso la cooperativa sociale GNOSIS di Castelluccia
Soddisfazione di Sabina Barzilai ideatrice del progetto e di Angela D’Agostino partner organizzativa

di Anna Maria Gavot­ti

Il giar­di­no del­la coo­pe­ra­ti­va socia­le GNOSIS di Castel­luc­cia è sta­to il pal­co­sce­ni­co, saba­to 5 luglio 2025, dell’esibizione fina­le di ragaz­zi e ope­ra­to­ri che han­no par­te­ci­pa­to al pro­get­to “Tem­po Sospe­so” nell’ambito del­le Offici­ne di Tea­tro Socia­le Bien­nio 2024–2026 idea­to da Sabi­na Bar­zi­lai e rea­liz­za­to da Arte­mi­sta in col­la­bo­ra­zio­ne con la stes­sa GNOSIS con il con­tri­bu­to del­la Regio­ne Lazio – Dire­zio­ne Cul­tu­ra, Poli­ti­che Gio­va­ni­li, Area Spet­ta­co­lo dal vivo e dell’Unione Euro­pea.
E’ sta­to scel­to un luo­go a loro fami­lia­re, nel qua­le potes­se­ro muo­ver­si con sicu­rez­za che non pro­vo­cas­se loro ansie ulte­rio­ri oltre quel­le da pre­sta­zio­ne davan­ti a un pub­bli­co volu­ta­men­te non nume­ro­so.
Il tito­lo del­lo spet­ta­co­lo “Gial­lo in comu­ni­tà”: una resti­tu­zio­ne diver­ten­te, iro­ni­ca, poe­ti­ca con bra­ni musi­ca­li scel­ti dai ragaz­zi e che ben si atta­glia­va­no ai con­te­nu­ti dell’evento e agli sco­pi del pro­get­to.
Abbia­mo chie­sto al ter­mi­ne dell’esibizione alle figu­re che han­no coor­di­na­to il pro­get­to una loro valu­ta­zio­ne in meri­to al lavo­ro svol­to dai ragaz­zi. Que­ste le loro paro­le a comin­cia­re da Sabi­na Bar­zi­lai che ha scrit­to il copio­ne rac­co­glien­do tut­ti i con­tri­bu­ti per­ve­nu­ti dai ragaz­zi stes­si, alla qua­le abbia­mo chie­sto una sin­te­si di que­sta espe­rien­za.
“La real­tà è che noi abbia­mo mol­to da impa­ra­re e da sco­pri­re da que­sti ragaz­zi. Pen­sia­mo che sia­no dei con­te­ni­to­ri vuo­ti, un po’ come i bam­bi­ni, nel­la cui men­te incul­chia­mo con­cet­ti e idee. Inve­ce basta crea­re le con­di­zio­ni miglio­ri per loro ed essi — per effet­to maieu­ti­co — espri­mo­no timo­ri, desi­de­ri, gio­ie e spe­ran­ze per­so­na­li. All’interno del labo­ra­to­rio di scrit­tu­ra, alcu­ni si sono ispi­ra­ti ad autri­ci come Saf­fo, Alda Meri­ni, altri han­no pro­dot­to scrit­ti ori­gi­na­li”.
Ave­va­te un copio­ne da segui­re?
“All’inizio non c’era il copio­ne. L’ho scrit­to io. Si trat­ta di un diver­tis­se­ment­che si inti­to­la “Gial­lo in comu­ni­tà” incen­tra­to sul­la spa­ri­zio­ne del Diret­to­re il dot­tor Pin­kus. A me ser­vi­va una cor­ni­ce per ina­nel­la­re tut­ti i loro con­tri­bu­ti. La sto­ria è un pre­te­sto in real­tà. Inol­tre impor­tan­te è anche dire che le musi­che sono sta­te tut­te scel­te da loro. Ini­zial­men­te è sta­ta fat­ta una play list di 14 bra­ni, poi le abbia­mo sele­zio­na­te secon­do le loro indi­ca­zio­ni: da La Cura di Bat­tia­to a Viva la Vida dei Cold Play, a The Lazy song di Bru­no Mars”.
A con­clu­sio­ne di que­sta pri­ma annua­li­tà abbia­mo chie­sto alla dott.ssa Ange­la D’Agostino, Pre­si­den­te del­la GNOSIS, qua­li sono sta­ti i risul­ta­ti e come han­no affron­ta­ti i ragaz­zi que­sta nuo­va avven­tu­ra.  Que­ste le sue paro­le:
”Noi sia­mo sta­ti mol­to con­ten­ti di esse­re par­te di que­sto pro­get­to con l’associazione pre­sie­du­ta da Sabi­na Bar­zi­lai e quan­do ce l’ha pro­po­sta era pro­prio alli­nea­ta con la nostra inten­zio­ne e la nostra pro­gram­ma­zio­ne per­ché il tea­tro e l’espressività rap­pre­sen­ta­no un aspet­to mol­to impor­tan­te per la tera­pia e il per­cor­so di ria­bi­li­ta­zio­ne del­le per­so­ne che stan­no nel­le nostre comu­ni­tà e nei nostri pro­get­ti in gene­ra­le per­ché si lavo­ra sull’emotività, sul­le emo­zio­ni, sul­la gestio­ne del­le emo­zio­ni sul­la espres­sio­ne del­le emo­zio­ni, sul­la crea­ti­vi­tà, quin­di anche sul­la sti­mo­la­zio­ne e sol­le­ci­ta­zio­ne. Ha aiu­ta­to mol­te per­so­ne ad usci­re da for­me di chiu­su­ra, di iso­la­men­to, un po’ di riti­ro e li ha aiu­ta­ti a sta­re nel grup­po”

Ci sono sta­ti momen­ti di dif­fi­col­tà?
“Momen­ti di dif­fi­col­tà no. Per­ché Sabi­na è bra­va e comun­que era sem­pre affian­ca­ta da uno psi­co­lo­go che ha svol­to una fun­zio­ne di tuto­rag­gio, che è sta­to sem­pre pre­sen­te. Ci sono sta­ti degli appun­ta­men­ti man­ca­ti, degli incon­tri in cui era­no vera­men­te mol­to pochi i ragaz­zi per­ché han­no deci­so di non par­te­ci­pa­re, per un moti­vo o per un altro, però Sabi­na non ha mol­la­to è anda­ta avan­ti, ha man­te­nu­to la sua costan­za, è sem­pre sta­ta pun­tua­le a tut­ti gli appun­ta­men­ti e que­sto ha aiu­ta­to anche i ragaz­zi a capi­re che que­sto era un con­te­sto sta­bi­le e con­ti­nua­ti­vo”.
La par­te­ci­pa­zio­ne al pro­get­to come è avve­nu­ta? E’ sta­ta mos­sa da una volon­tà dei ragaz­zi?
“All’inizio il pro­get­to è sta­to pre­sen­ta­to in Assem­blea del­le comu­ni­tà ed è sta­to chie­sto chi si vole­va pro­por­re per par­te­ci­pa­re. C’è sta­to chi si è pro­po­sto in manie­ra mol­to deci­sa, qual­cu­no era moti­va­to ma era mol­to riser­va­to e quin­di è sta­to aiu­ta­to dagli ope­ra­to­ri a capi­re bene cosa voles­se fare e quin­di poi la scel­ta è sta­ta loro”.
Quin­di si pro­ce­de ver­so la secon­da annua­li­tà?
“Cer­to. E’ una cosa bel­la per­ché c’è una con­ti­nui­tà. Si può lavo­ra­re su un grup­po su diver­si aspet­ti: sia di spet­ta­co­lo e di rap­pre­sen­ta­zio­ne tea­tra­le sia di altre dina­mi­che inter­ne al grup­po. Sia­mo mol­to con­ten­ti”.
Infi­ne abbia­mo volu­to ascol­ta­re Luca Vigna­li, psi­co­lo­go e musi­ci­sta, che si è mes­so in gio­co con i ragaz­zi duran­te tut­to il pro­get­to ini­zia­to nel 2024.
“Al di là del­lo spet­ta­co­lo è sta­ta una espe­rien­za fon­da­men­ta­le per i ragaz­zi. Impa­ra­re a por­ta­re a ter­mi­ne un pro­get­to con cer­ta costan­za e coe­ren­za inter­na diven­tan­do così espres­sio­ne del­le loro emo­zio­ni Por­ta­re così i loro vis­su­ti è qual­co­sa di dif­fi­ci­le già per chi ha un vis­su­to di sere­ni­tà, per loro che han­no un vis­su­to mol­to dif­fi­ci­le è sta­ta una gran­de impre­sa e l’hanno por­ta­ta a ter­mi­ne vera­men­te bene. Qua­si tut­ti i com­po­ni­men­ti era­no scrit­ti da loro e devo dire era­no scrit­ti anche bene. Si sono mes­si tra loro li han­no revi­sio­na­ti, han­no fat­to un bel lavo­ro di grup­po che li ha por­ta­ti a far emer­ge­re ognu­no di loro”.
Il valo­re aggiun­to di esse­re anche musi­ci­sta ha aiu­ta­to nel rap­por­to con i ragaz­zi?
“Asso­lu­ta­men­te, c’è tut­ta una com­po­nen­te oltre che emotivo/esperenziali anche tec­ni­ca del­lo sta­re a tem­po, del­lo sta­re nel momen­to, devo dire abbia­mo lavo­ra­to bene. Poi ulti­ma­men­te abbia­mo fat­to un labo­ra­to­rio di musi­ca oltre a quel­lo tea­tra­le e se lo sono por­ta­to die­tro mol­to bene”.
L’evento di ieri sera alla Gno­sis di Castel­luc­cia testi­mo­nia quan­to il lavo­ra­re insie­me por­ti bene­fi­cio alla comu­ni­tà socia­le del ter­ri­to­rio non solo a chi vi par­te­ci­pa atti­va­men­te, ma anche a chi ne frui­sce gli esi­ti, da spet­ta­to­re e da osser­va­to­re, ma anche da com­po­nen­te atti­vo di que­sta comu­ni­tà civi­le. Aspet­tia­mo con gio­ia la pro­se­cu­zio­ne del pro­get­to e la sua resti­tu­zio­ne al ter­mi­ne del­la secon­da annua­li­tà nel 2026.

FOTO Foto dei partecipanti alprogetto con Sabina Barzilai

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