Roma/S.Palomba/Cerveteri. Il PCI Lazio: e il giorno successivo agli incendi? I nodi sono: le mappe di rischio e la prevenzione. La cultura del PCI è alternativa

Roma/S.Palomba/Cerveteri. Il PCI Lazio: e il giorno successivo agli incendi? I nodi sono: le mappe di rischio e la prevenzione. La cultura del PCI è alternativa

05/07/2025 0 Di Maurizio Aversa

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Visi­bi­le da chi­lo­me­tri di distan­za l’in­cen­dio CEVA e la nube tos­si­ca suc­ces­si­va a S. Palom­ba


Imme­dia­ta­men­te dopo la pre­sen­za, dav­ve­ro disto­pi­ca, del­la nuvo­la­glia nera che ha avvol­to i cie­li a sud di Roma, in zona San­ta Palom­ba dome­ni­ca scor­sa, pres­so la CEVA Logi­stics, la “Rete Tute­la Roma Sud” ha emes­so un pro­prio pri­mo comu­ni­ca­to: “enne­si­mo incen­dio che ha avve­le­na­to l’aria di Roma Sud. In un pri­mo momen­to il ven­to tira­va ver­so Lanu­vio e anche se non era for­te ha spin­to la nube nera per chi­lo­me­tri, poi ver­so sera ha cam­bia­to dire­zio­ne e ha por­ta­to i vele­ni spri­gio­na­ti dal­la com­bu­stio­ne del­la pla­sti­ca sopra Pavo­na e oltre. Per sape­re cosa ha bru­cia­to, basta anda­re su Goo­gle Maps e vede­re le cata­ste di bobi­ne di cavi di vario gene­re acca­ta­sta­te sul piaz­za­le del magaz­zi­no di S. Palom­ba in cui è avve­nu­to il disa­stro. Per il momen­to l’ARPA Lazio – Agen­zia Regio­na­le Pro­te­zio­ne Ambien­ta­le del Lazio tace, anzi non sap­pia­mo nem­me­no se è inter­ve­nu­ta. Chi è sta­to espo­sto ha avver­ti­to nell’immediato bru­cio­ri alla gola, chis­sà con qua­li con­se­guen­ze futu­re. Sui siti di pre­vi­sio­ni dei ven­ti si vede che nell’arco del­la gior­na­ta la dire­zio­ne cam­bia con­ti­nua­men­te, per­tan­to le emis­sio­ni di un even­tua­le futu­ro ter­mo­va­lo­riz­za­to­re saran­no spar­se ovun­que, ogni gior­no, per 33 anni”. For­tu­na­ta­men­te, Arpa Lazio è inter­ve­nu­ta con rile­va­zio­ni. Ma non sono sta­te per nul­la ras­si­cu­ran­ti. Anzi a valu­tar­le, pure nel lin­guag­gio ger­ga­le dei sim­bo­li chi­mi­ci e del­le per­cen­tua­li infi­ni­te­si­ma­li, met­to­no spa­ven­to. Ad esem­pio, rile­va Arpa Lazio, dios­si­ne e inqui­nan­ti oltre i valo­ri di rife­ri­men­to, con aller­ta per la qua­li­tà dell’aria. Con­se­guen­ze ambien­ta­li dell’incendio che dome­ni­ca 29 giu­gno ha col­pi­to la zona di via degli Agro­stem­mi, tra Roma e Pome­zia. Dopo le pri­me atti­vi­tà di moni­to­rag­gio, l’ARPA Lazio ha dif­fu­so i risul­ta­ti pre­li­mi­na­ri rela­ti­vi alla qua­li­tà dell’aria: i dati con­fer­ma­no la pre­sen­za di inqui­nan­ti oltre le soglie indi­ca­ti­ve di rife­ri­men­to, in par­ti­co­la­re dios­si­ne, idro­car­bu­ri poli­ci­cli­ci aro­ma­ti­ci (IPA) e PCB. Il cam­pio­ne pre­le­va­to tra il 29 e il 30 giu­gno ha evi­den­zia­to una con­cen­tra­zio­ne di dios­si­ne pari a 0,52 pg/m³ (TEQ). «Seb­be­ne non esi­sta un limi­te nor­ma­ti­vo per la pre­sen­za di dios­si­ne in aria ambien­te», spie­ga ARPA Lazio, «l’Organizzazione Mon­dia­le del­la Sani­tà con­si­de­ra ele­va­ta la soglia di 0,3 pg/m³», in quan­to segna­la la pre­sen­za di una fon­te loca­liz­za­ta di emis­sio­ne. Il valo­re regi­stra­to, quin­di, supe­ra la soglia indi­ca­ti­va dell’OMS e con­fer­ma che l’incendio ha effet­ti­va­men­te spri­gio­na­to que­ste sostan­ze tos­si­che. Pre­oc­cu­pan­ti anche i dati sugli IPA: in par­ti­co­la­re, la con­cen­tra­zio­ne di benzo(a)pirene è risul­ta­ta pari a 10 ng/m³, un valo­re die­ci vol­te supe­rio­re al limi­te medio annuo di 1 ng/m³ fis­sa­to dal decre­to legi­sla­ti­vo n. 155/2010. Tut­ta­via, l’ARPA spe­ci­fi­ca che «que­sto para­me­tro rap­pre­sen­ta una media annua e non può esse­re con­fron­ta­to diret­ta­men­te con le rile­va­zio­ni effet­tua­te duran­te un even­to acu­to come un incen­dio». Infi­ne, è sta­ta accer­ta­ta anche la pre­sen­za di PCB (poli­clo­ro­bi­fe­ni­li), con una con­cen­tra­zio­ne di 280 pg/m³. Anche in que­sto caso non esi­sto­no limi­ti nor­ma­ti­vi vin­co­lan­ti, ma i dati for­ni­ti dall’OMS indi­ca­no che in ambien­te urba­no i valo­ri pos­so­no varia­re tra 3 e 3.000 pg/m³, a secon­da del con­te­sto. La situa­zio­ne resta sot­to osser­va­zio­ne. ARPA Lazio pro­se­gui­rà con ulte­rio­ri cam­pio­na­men­ti per moni­to­ra­re l’evoluzione del qua­dro ambien­ta­le e for­ni­re alle auto­ri­tà sani­ta­rie e ai cit­ta­di­ni indi­ca­zio­ni più pre­ci­se sui pos­si­bi­li rischi.

Cer­ve­te­ri il vasto incen­dio che ha deva­sta­to la cam­pa­gna roma­na a ridos­so del­la cit­ta­di­na


Pur­trop­po anche in altro luo­go del Lazio, a Cer­ve­te­ri, un incen­dio ha deva­sta­to un pez­zo di cam­pa­gna roma­na. Due vigi­li del fuo­co intos­si­ca­ti, uno eli­tra­spor­ta­to. Infi­ne il vasto incen­dio è sta­to doma­to. Non si esclu­de l’origine dolo­sa. Le fiam­me, ini­zial­men­te avvi­sta­te da nume­ro­si resi­den­ti che han­no segna­la­to colon­ne di fumo e alte lin­gue di fuo­co, han­no tenu­to impe­gna­ti per ore vigi­li del fuo­co, poli­zia loca­le, cara­bi­nie­ri, Cro­ce Ros­sa di San­ta Seve­ra-San­ta Mari­nel­la. Ma anche la Pro­te­zio­ne civi­le comu­na­le e diver­se altre asso­cia­zio­ni di volon­ta­ria­to. I Vigi­li del Fuo­co sono giun­ti da cer­ve­te­ri, da Brac­cia­no, da Civi­ta­vec­chia e da Mon­te Mario.
Secon­do il pri­mo bilan­cio del 115, l’intervento ha evi­ta­to che l’incendio rag­giun­ges­se le abi­ta­zio­ni vici­ne, ma ha pro­vo­ca­to il feri­men­to di due vigi­li del fuo­co. Aggiun­gia­mo che per diver­so tem­po, la Necro­po­li del­la Ban­di­tac­cia è rima­sta iso­la­ta. La Via del­la necro­po­li, infat­ti, in entra­ta e in usci­ta era­no bloc­ca­te dai mez­zi di soc­cor­so a cau­sa del­le alte fiam­me e il den­so fumo che coin­vol­ge­va quel trat­to di Via del Sas­so. Alla luce degli ele­men­ti for­ni­ti dai vigi­li del fuo­co, il Comu­ne valu­te­rà even­tua­li casi di omis­sio­ne di manu­ten­zio­ne. Ma col­la­bo­re­rà anche con le for­ze dell’ordine per indi­vi­dua­re even­tua­li respon­sa­bi­li. L’emergenza è rien­tra­ta, ma l’attenzione resta alta. L’inchiesta sul­le cau­se e sul­le even­tua­li respon­sa­bi­li­tà par­ti­rà da subi­to.

a sini­stra l’e­splo­sio­ne al distri­bu­to­re di ben­zi­na di via Gor­do­ni; in alto a destra l’a­rea inte­res­sa­ta dal­la defla­gra­zio­ne dopo che i pom­pie­ri han­no spen­to le fiam­me; in bas­so a destra fine­stre dei palaz­zi vici­no al distri­bu­to­re sal­ta­te dopo l’e­splo­sio­ne, Roma, 04 luglio 2025. ANSA/Flavio Fusconi/Massimo Per­cos­si


Con altro even­to cata­stro­fi­co, l’esplosione del­la sta­zio­ne di rifor­ni­men­to nel­la popo­lo­sa zona pre­ne­sti­na-Gor­dia­ni dove deci­ne e deci­ne di feri­ti sono lì a testi­mo­nia­re la stra­ge di vite uma­ne sfio­ra­ta. Tut­te situa­zio­ni dif­fe­ren­ti per modaa­li­tà una dall’altra, ma che,-come com­men­te­rà il segre­ta­rio regio­na­le del PCI Lazio Bru­no Bar­bo­na — “si rispar­mia sul­la sicu­rez­za nei luo­ghi di lavo­ro a sca­pi­to del­la vita dei lavo­ra­to­ri e lavo­ra­tri­ci.”.

Bru­no Bar­bo­na, segre­ta­rio regio­na­le PCI Lazio qui inter­vie­ne in un even­to con­tro le morti/omicidi sul lavo­ro e per la sicu­rez­za dei lavo­ra­to­ri


E pro­prio il segre­ta­rio comu­ni­sta da voce
al PCI Lazio, che: “è vici­no ai col­pi­ti nel­lo svol­gi­men­to del pro­prio pre­zio­so lavo­ro, così come ver­so tut­te le mae­stran­ze a tito­lo lavo­ra­ti­vo o di volon­ta­ria­to. Ciò non ci può esi­me­re di sot­to­li­nea­re alme­no un paio di con­si­de­ra­zio­ni: la pri­ma più macro­sco­pi­ca, visto il ripe­ter­si di situa­zio­ni ana­lo­ghe nel tem­po nel­le aree indu­stria­li del­la regio­ne, è che va aggior­na­ta nel sen­so del­la peri­co­lo­si­tà e cri­ti­ci­tà la map­pa­tu­ra dei siti di rischio. Va aggior­na­ta per i cri­te­ri di peri­co­lo­si­tà simi­li a bom­be ad oro­lo­ge­ria, e va aggior­na­ta, soprat­tut­to, per gli inter­vel­li di con­trol­lo pre­ven­ti­vo che con tut­ta evi­den­za anche in que­sto caso di San­ta Palom­ba non è nè aggior­na­ta nè con­trol­la­ta. Altri­men­ti — sot­to­li­nea Bar­bo­na — avrem­mo già, al posto degli sca­ri­ca­ba­ri­le, respon­sa­bi­li­tà ben indi­vi­dua­te. Inve­ce, fin qui, l’unica ben indi­vi­dua­ta è la respon­sa­bi­li­tà del­la cate­na pro­dut­ti­va di sfrut­ta­men­to del lavo­ro (non in sicu­rez­za) dei lavo­ra­to­ri e del­la depre­da­zio­ne del bene ambien­ta­le (inqui­na­men­to suo­lo, aria, acqua). Ana­lo­ga, ma non meno gra­ve nè meno gra­vi­da di tra­ge­dia man­ca­ta il deva­stan­te incen­dio di Cer­ve­te­ri che, pale­se­men­te — al di là del dolo pre­sun­to — ha tro­va­to facil ter­re­no di deva­sta­zio­ne pro­prio per i man­ca­ti con­trol­li e inter­ven­ti di pre­ven­zio­ne ambien­ta­le. Per non dire ‑con­clu­de il diri­gen­te comu­ni­sta — del­la deva­stan­te esplo­sio­ne a Gor­dia­ni. Come annun­ciam­mo nel nostro pro­gram­ma di gover­no del­la regio­ne Lazio, così come riba­dia­mo ad ogni occa­sio­ne di lot­ta e/o di con­fron­to sul­le que­stio­ni del­la sicu­rez­za e del­la pre­ven­zio­ne, la cul­tu­ra del Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no è alter­na­ti­va ai modi di gover­no nazio­na­le e regio­na­le in vigo­re ed è al fian­co dei lavo­ra­to­ri e degli ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci che scel­go­no la sicu­rez­za e la cura e tute­la ambien­ta­le. Tut­te le atti­vi­tà uma­ne han­no un ele­men­to di impre­ve­di­bi­li­tà. Ma, depu­ra­to del rap­por­to di sfrut­ta­men­to e arric­chi­men­ti per pochi, il prin­ci­pio di cau­te­la e la pro­gram­ma­zio­ne di pre­ven­zio­ne e sicu­rez­za sono pos­si­bi­li ”.

l’e­splo­sio­ne del distri­bu­to­re a pre­ne­sti­na-gor­dia­ni, Roma

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