Marino. Da Attuare la Costituzione nota riflessiva che intrecciano tragedie mondiali e risposte locali amministrative

Marino. Da Attuare la Costituzione nota riflessiva che intrecciano tragedie mondiali e risposte locali amministrative

22/06/2025 0 Di Maurizio Aversa

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Ci è giun­ta una nota. Come tale abbia­mo il dove­re deon­to­lo­gi­co di non oscu­rar­la ne tra­vi­sar­la. Eppu­re ci sen­tia­mo in obbli­go di invi­ta­re il let­to­re ad una deter­mi­na­ta “chia­ve di let­tu­ra”. Nel sen­so che tali con­te­nu­ti qui espres­si, a cura del respon­sa­bi­le del­la Asso­cia­zio­ne “Attua­re la Costi­tu­zio­ne” dott. Corio­la­no Gior­gi, han­no un sapo­re di poli­ti­ca. Si, nel sen­so super­la­ti­vo del ter­mi­ne: decen­ni addie­tro c’e­ra­no scuo­le di Par­ti­to in cui acqui­si­re gli eru­di­men­ti di cul­tu­ra poli­ti­ca e quin­di la capa­ci­tà — mai distol­ta dal­la real­tà quo­ti­dia­na — di poter rap­pre­sen­ta­re, dare rispo­ste ai dram­mi e ai biso­gni di lavo­ra­to­ri e del mon­do. Poi segui­ro­no le cosi­det­te “sum­mer school” una sor­ta di pic­co­lo cabo­tag­gio del­la poli­ti­ca del per­so­nag­gio di tur­no (in pros­si­mi­tà di con­gres­si o di ele­zio­ni). Fino a giun­ge­re all’a­nar­chia inter­pre­ta­ti­va gio­ca­ta tut­ta sul gal­leg­gia­men­to tra un social e una ami­ci­zia di pote­re da van­ta­re. Ecco, cre­dia­mo che que­sta nota di Gior­gi, resti­tui­sca degna­men­te un po’ di fare poli­ti­ca che qui e là vie­ne smar­ri­to.

Corio­la­no Gior­gi del­l’As­so­cia­zio­ne Attua­re la Costi­tu­zio­ne


“Le feri­te glo­ba­li e quel­le loca­li: appun­ti cri­ti­ci per il 23 giu­gno a Mari­no
1. Esca­la­tion bel­li­ca e con­ti­nui­tà colo­nia­le
Nel­la not­te tra il 21 e il 22 giu­gno 2025 gli Sta­ti Uni­ti han­no col­pi­to i siti nuclea­ri
ira­nia­ni di For­dow, Natanz e Isfa­han con bom­bar­die­ri B‑2 e bom­be bun­ker-buster, apren­do un
nuo­vo capi­to­lo di guer­ra diret­ta in Medio Orien­te. Nell’articolo pub­bli­ca­to su Effi­me­ra,
Sou­ma­ya Ghan­nou­shi ricor­da come ogni esca­la­tion attua­le affon­di le radi­ci in una genea­lo­gia di
inge­ren­ze: dal col­po di Sta­to anglo-ame­ri­ca­no del 1953 alla siste­ma­ti­ca impu­ni­tà
dell’occupazione israe­lia­na. La guer­ra odier­na – scri­ve l’autrice – «ria­pre vec­chie feri­te
colo­nia­li» e ren­de evi­den­te che l’ordine impe­ria­le non è mai sta­to sman­tel­la­to ma solo
aggior­na­to.
2. Il rifles­so ita­lia­no: sud­di­tan­za atlan­ti­ca e assen­za di sovra­ni­tà
Men­tre Washing­ton bom­bar­da Tehe­ran, in Ita­lia le prin­ci­pa­li for­ze di gover­no e di oppo­si­zio­ne –
Fra­tel­li d’Italia e Par­ti­to Demo­cra­ti­co – si ritro­va­no com­pat­te nel ripe­te­re, sen­za distin­guo,
la linea sta­tu­ni­ten­se:
• ieri sull’Ucraina, con l’invio di armi e l’adesione a una guer­ra a «tem­po inde­ter­mi­na­to»;
• oggi sul­la «guer­ra pre­ven­ti­va» con­tro l’Iran, sen­za avan­za­re una mini­ma richie­sta di
media­zio­ne né di rispet­to del dirit­to inter­na­zio­na­le;
• sem­pre nel silen­zio com­pli­ce ver­so Israe­le, poten­za colo­nia­le che con­ti­nua l’annessione de￾facto dei ter­ri­to­ri pale­sti­ne­si.
Il risul­ta­to è un uni­cum poli­ti­co in cui la reto­ri­ca nazio­nal-sovra­ni­sta di FdI e il rifor­mi­smo
atlan­ti­sta del PD con­ver­go­no nel­la stes­sa postu­ra di subor­di­na­zio­ne: nes­su­na voce auto­no­ma,
nes­su­na poli­ti­ca este­ra indi­pen­den­te, nes­sun richia­mo alla Costi­tu­zio­ne (art. 11) che ripu­dia
la guer­ra.
3. Dal glo­ba­le al loca­le: per­ché l’incontro del 23 giu­gno igno­ra le vere prio­ri­tà
Que­sto con­te­sto di sud­di­tan­za geo­po­li­ti­ca si riflet­te anche nel modo in cui, a Mari­no, vie­ne
orga­niz­za­ta l’iniziativa «Le cose che abbia­mo in comu­ne».
• Ver­ti­ci­smo: l’evento nasce da tavo­li regio­na­li di par­ti­to, sen­za un rea­le pro­ces­so
par­te­ci­pa­ti­vo.
• Agen­da ristret­ta: nes­su­no spa­zio per discu­te­re di pace, di auto­no­mia dif­fe­ren­zia­ta, di tute­la
dei dirit­ti socia­li minac­cia­ti dal­la spe­sa bel­li­ca.
• Que­stio­ne urba­ni­sti­ca: il nuo­vo PUCg del­la giun­ta Cec­chi pre­ve­de un +100–150 mila m³ rispet­to
al pia­no M5S, aggra­van­do con­su­mo di suo­lo e dise­qui­li­bri tra Mari­no cen­tro e Bovil­le, ma il
tema non figu­ra nel pro­gram­ma.
• Cre­di­bi­li­tà poli­ti­ca: l’oscillazione di alcu­ni elet­ti (es. pas­sag­gio di Rapa­rel­li da lista
civi­ca a For­za Ita­lia) dimo­stra quan­to sia debo­le il lega­me tra pro­mes­se elet­to­ra­li e scel­te
suc­ces­si­ve.
4. Cosa ser­ve dav­ve­ro
• Rimet­te­re la Costi­tu­zio­ne al cen­tro, a par­ti­re dal ripu­dio del­la guer­ra e dal prin­ci­pio di
sovra­na digni­tà del Pae­se.
• Apri­re un con­fron­to pub­bli­co sul PUCg, bloc­can­do qual­sia­si aumen­to volu­me­tri­co fin­ché non
saran­no valu­ta­ti in modo indi­pen­den­te impat­ti ambien­ta­li, via­ri e socia­li.
• Resti­tui­re voce alle comu­ni­tà di base: asso­cia­zio­ni, comi­ta­ti, cir­co­li sen­za segre­te­ria,
cit­ta­di­ni che vivo­no le con­trad­di­zio­ni di un ter­ri­to­rio divi­so e poco ser­vi­to.
• Costrui­re un’agenda di pace e di giu­sti­zia socia­le che rom­pa con la sud­di­tan­za atlan­ti­ca e
con l’urbanistica di con­su­mo, riaf­fer­man­do il dirit­to al futu­ro del­le per­so­ne e dei luo­ghi.”.

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