“Non va affatto bene questo modo di governare localmente. Ascoltiamo parole, vediamo fotografie e assistiamo…

Marino. PCI: La vigliaccheria della destra ha colpito Berlusconi nel suo massimo momento, potrà colpire anche la destra attuale
22/05/2025Questo articolo è stato letto 971 volte!
A meno di tre settimane dal voto referendario, con una presenza dell’informazione — soprattutto televisiva e particolarmente quella pubblica — insufficiente, tanto che l’autorità di controllo ha richiamato a porre rimedio a questo stato di cose, l’opinione pubblica, i cittadini elettori, mano a mano cominciano a comprendere i contenuti dei referendum e la qualità della posta in gioco. In termini di difesa della dignità e diritti dei lavoratori e di cittadinanza. I Comitati unitari, dal livello nazionale a quelli territoriali, con le presenze in piazza, con assemblee e con i volantinaggi cercano di sopperire all’oscurantismo scelto dalla destra e dal governo. Anche ai Castelli romani, e specificatamente a Marino, è molto attivo il Comitato per i 5 SI ai Referendum dell’8/9 giugno. A seguito delle varie iniziative e in preparazione dei prossimi appuntamenti, la sezione E.Berlinguer del Partito Comunista Italiano di Marino, ha svolto delle valutazioni politiche per rinforzare la scelta democratica di partecipazione al voto, sia per i sostenitori del SI, così come quelli del NO, ma, soprattutto per gli autentici democratici di destra che non possono fuggire dall’impegno di partecipazione democratica ad una chiamata elettorale. Di seguito la nota del PCI.
“Poche affermazioni di verità storica vanno rammentate o fatte conoscere a chi non ha vissuto quei momenti. I Referendum in Italia, quasi sempre hanno introdotto scelte che sono divenute leggi. Norme che, di fatto, la società e parte della politica spingeva e perseguiva nella quotidianità del vivere di milioni di cittadini. Valgano per tutti i referendum sul divorzio, sull’aborto, contro il nucleare, per l’acqua pubblica, contro la “protezione” giuridica a Berlusconi. Proprio in questo ultimo caso, nel 2011, quando alle urne si presentò il 55% degli elettori, il SI in modo schiacciante, 95% sconfisse la linea politica vigliacca scelta dalla destra berlusconiana al governo che chiese ai cittadini di non andare a votare. Fu l’inizio della fine di quella stagione. Perchè questo nostro controverso Paese, pure quando fa vincere la destra, nella sua anima di partecipazione democratica odia che qualcuno, chicchessia, gli dica: stattene a casa, vattene al mare, che ci pensiamo noi! Ora ad anni di distanza, su temi non banali, ma, appunto, come quelli che storicamente hanno segnato positivamente il nostro Paese, i cittadini, gli elettori, sul lavoro e sulla cittadinanza, possono difendere e reimmettere (perchè esistevano e colpevolmente sono state cassate — pure da alcuni sostenitori di questi referendum che si sono resi conto oggi di aver profondamente sbagliato governando in quel modo-) nella applicazione delle norme sul lavoro e cittadinanza: tutele, salvaguardia della sicurezza, giustizia sociale minima, diritti di cittadinanza.
Questa azione positiva è possibile grazie soprattutto al contributo che i SI possono dare in questa occasione, per questi 5 referendum. Ma soprattutto, e vale anche per i moderati e per gli elettori di destra che non rinunciano al loro ruolo di partecipazione senza fuggire vigliaccamente dal campo di confronto, va sconfitta la chiamata all’astensione. Non partecipare può creare un doppio paradosso: che la destra perda senza aver contestato il merito; oppure che il governo vinca fuggendo dal campo di gioco! E’ comunque un attacco alla democrazia e alla partecipazione sia concretamente per ogni cittadino elettore che viene spodestato e invitato a lasciare ad una piccola casta le decisioni; sia politicamente perchè mostra un volto “unito” della destra non nella propria consapevolezza del merito, ma nei reciproci ricatti politici che hanno per obiettivo solo il mantenimento del potere della casta sempre più ristretta. Come comunisti, non solo a difesa della Costituzione e della partecipazione democratica, ma proprio per rimettere il lavoro e i diritti al centro, voteremo i 5 SI referendari. Perchè l’attacco ai lavoratori (salari, diritti, morti/omicidi sul lavoro etc.) abbiano fine e torni una stagione di protagonismo dei lavoratori in Italia!”.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.