Referendum, Tiso (Accademia IC): “Quesiti importanti per tutela e sicurezza lavoratori”

Referendum, Tiso (Accademia IC): “Quesiti importanti per tutela e sicurezza lavoratori”

20/05/2025 0 Di Marco Montini

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Refe­ren­dum, Tiso (Acca­de­mia IC): “Que­si­ti impor­tan­ti per tute­la e sicu­rez­za lavo­ra­to­ri”

«Dome­ni­ca 8 e lune­dì 9 giu­gno i cit­ta­di­ni avran­no l’opportunità di eser­ci­ta­re un dirit­to fon­da­men­ta­le: quel­lo di vota­re. E non su temi secon­da­ri, ma su que­stio­ni che toc­ca­no la vita quo­ti­dia­na di milio­ni di lavo­ra­to­ri e lavo­ra­tri­ci. Dei 5 que­si­ti refe­ren­da­ri, 4 riguar­da­no diret­ta­men­te il mon­do del lavo­ro, e sono un’oc­ca­sio­ne impor­tan­te per raf­for­za­re le tute­le, com­bat­te­re la pre­ca­rie­tà e garan­ti­re mag­gio­re sicu­rez­za nei luo­ghi di lavo­ro”. A dichia­rar­lo è Car­me­la Tiso, por­ta­vo­ce dell’Accademia IC e pre­si­den­te dell’ass. Ban­die­ra Bian­ca. “I refe­ren­dum sono di tipo abro­ga­ti­vo. Il pri­mo que­si­to riguar­da l’abrogazione di una par­te del Jobs Act, con la can­cel­la­zio­ne del con­trat­to a tute­le cre­scen­ti e del­le nor­me sui licen­zia­men­ti che per­met­to­no di non rein­te­gra­re un lavo­ra­to­re licen­zia­to in modo ille­git­ti­mo se è sta­to assun­to dopo il 2015. Se vin­ces­se il SI’, solo per alcu­ni licen­zia­men­ti, come quel­li nul­li o discri­mi­na­to­ri, sareb­be di nuo­vo pos­si­bi­le il rein­te­gro oltre al risar­ci­men­to. E l’indennizzo mas­si­mo pre­vi­sto sareb­be di 24 men­si­li­tà, come pre­vi­sto dal­la rifor­ma For­ne­ro, quin­di più bas­so di quel­lo pre­vi­sto dal­le nor­me attua­li che il refe­ren­dum vuo­le abo­li­re. Inol­tre, l’art 18 rifor­ma­to si appli­che­reb­be comun­que solo ai dipen­den­ti del­le azien­de di medio-gran­di dimen­sio­ni, men­tre i lavo­ra­to­ri del­le pic­co­le impre­se con­ti­nue­reb­be­ro a esse­re tute­la­ti sol­tan­to con inden­niz­zo. Il secon­do que­si­to chie­de di eli­mi­na­re il tet­to mas­si­mo di sei mesi di inden­ni­tà che può esse­re rico­no­sciu­ta ai lavo­ra­to­ri licen­zia­ti in modo ingiu­sti­fi­ca­to nel­le pic­co­le azien­de. L’obiettivo è aumen­ta­re le tute­le per chi lavo­ra in azien­de con meno di 15 dipen­den­ti. Il refe­ren­dum vuo­le eli­mi­na­re il tet­to mas­si­mo per con­sen­ti­re al giu­di­ce di sta­bi­li­re l’indennizzo sen­za vin­co­li eco­no­mi­ci, valu­tan­do le cir­co­stan­ze del licen­zia­men­to. Il ter­zo que­si­to pro­po­ne di abro­ga­re alcu­ne del­le rego­le sull’uso dei con­trat­ti a ter­mi­ne, limi­tan­do­li solo a casi spe­ci­fi­ci. L’obiettivo è ridur­re la pre­ca­rie­tà, rein­tro­du­cen­do l’obbligo per i dato­ri di lavo­ro di indi­ca­re una “cau­sa­le”, anche per i con­trat­ti di dura­ta infe­rio­re ai 12 mesi. Il quar­to que­si­to riguar­da salu­te e sicu­rez­za nei luo­ghi di lavo­ro. L’obiettivo è aumen­ta­re la respon­sa­bi­li­tà dell’azienda com­mit­ten­te in caso di infor­tu­ni o malat­tie pro­fes­sio­na­li dei dipen­den­ti in appal­to che ese­guo­no le ope­re richie­ste. Oggi la nor­ma sta­bi­li­sce che negli infor­tu­ni l’azienda che ha com­mis­sio­na­to dei lavo­ri è respon­sa­bi­le in soli­do con l’appaltatore e i subap­pal­ta­to­ri per i dan­ni subi­ti dai lavo­ra­to­ri, esclu­den­do que­sta respon­sa­bi­li­tà se i dan­ni sono cau­sa­ti però da rischi spe­ci­fi­ci dell’attività dell’appaltatore o subap­pal­ta­to­re. Con l’abrogazione del­la nor­ma, la respon­sa­bi­li­tà degli infor­tu­ni ver­reb­be inve­ce este­sa anche al com­mit­ten­te”, chio­sa Tiso.

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