Grande successo al Teatro “Vittoria Colonna” di Marino per “Improvvisando”

Grande successo al Teatro “Vittoria Colonna” di Marino per “Improvvisando”

03/03/2025 0 Di Anna Maria Gavotti

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Intervista al M° Alberto Laurenti e a Luciano Lembo

L’attesa per lo spet­ta­co­lo comi­co-musi­ca­le “Improv­vi­san­do,” che si è tenu­to dome­ni­ca 2 mar­zo 2025 alle ore 18,00 pres­so il Tea­tro “Vit­to­ria Colon­na” di Mari­no, è sta­ta ampia­men­te ripa­ga­ta.
Pro­ta­go­ni­sti d’eccezione il M° Alber­to Lau­ren­ti musi­ci­sta mol­to cono­sciu­to ed apprezzato,anche per esse­re sta­to auto­re e musi­ci­sta di Fran­co Cali­fa­no, insie­me al comi­co Lucia­no Lem­bo. Entram­bi auto­ri di testi e musi­che del­lo spet­ta­co­lo.
Un gran­de ono­re la loro pre­sen­za sul pal­co a Mari­no!
Li abbia­mo rag­giun­ti nei came­ri­ni al ter­mi­ne del­lo spet­ta­co­lo.
Lo spet­ta­co­lo fa pen­sa­re a tan­te cose: innan­zi­tut­to una gran­de capa­ci­tà di inte­ra­gi­re con il pub­bli­co che diven­ta pro­ta­go­ni­sta, ma den­tro c’è pure Totò, il prin­ci­pe Anto­nio De Cur­tis, que­sta gran­de capa­ci­tà di improv­vi­sa­zio­ne e di affia­ta­men­to: Lau­ren­ti e Lem­bo sono una cop­pia vin­cen­te. Nel­lo spet­ta­co­lo c’è caba­ret, una com­me­dia tea­tra­le, tan­ta improv­vi­sa­zio­ne e musi­ca di qua­li­tà. C’è del dua­li­smo: al pathos si rispon­de con tan­te risa­te, alla poe­sia si rispon­de con l’ironia e la gen­te non può fare a meno di ride­re. E poi soprat­tut­to musi­cal­men­te la can­zo­ne napo­le­ta­na. Ci vuo­le corag­gio! Sta­se­ra Muro­lo addi­rit­tu­ra. Qui a Roma sia­mo abi­tua­ti. Abbia­mo avu­to Gabriel­la Fer­ri, una gran­de regi­na, ma la can­zo­ne napo­le­ta­na è par­ti­co­la­re per­ché richie­de il sen­ti­men­to e com­pli­men­ti anche per l’accento.
Lem­bo: “devo dire che mi ha aiu­ta­to il matri­mo­nio con que­sta don­na napo­le­ta­na con la qua­le sono ami­co e ci voglia­mo bene da mat­ti, ma Napo­li l’ho assor­bi­ta al pun­to tale di poter­mi per­met­te­re il lus­so di par­la­re napo­le­ta­no. E’ una lin­gua il napo­le­ta­no. Anche quan­do abbia­mo par­la­to del tra­di­men­to, di Lel­lo Capuz­ziel­lo, cose che non sono vere, ma la fan­ta­sia e que­sta musi­ca­li­tà di Napo­li la ren­do­no vera. La gen­te ha riso e ci ha accol­to benis­si­mo”.
Lau­ren­ti: “Io sono sta­to chi­tar­ri­sta di Muro­lo per tan­ti anni, pur essen­do roma­no sono cre­sciu­to a Napo­li, ho un cer­to amo­re ver­so Napo­li. Noi sia­mo per­fet­ti come dua­li­smo arti­sti­co. Quan­do Lem­bo dice una poe­sia io cer­co, subi­to dopo, di fare qual­co­sa per disto­glie­re dal cuo­re e pas­sa­re altro­ve e lui fa la stes­sa cosa con me. Quin­di roto­lia­mo in un cer­to sen­so tra i sen­ti­men­ti, sen­za sape­re cosa farà dopo l’altro, met­ten­do su due ore di tea­tro di un cer­to livel­lo”.
I due arti­sti han­no mes­so in sce­na la loro inti­mi­tà. Lucia­no Lem­bo che ci fa sem­pre ride­re sta­se­ra è sta­to mol­to toc­can­te con la poe­sia dedi­ca­ta al papà. E men­tre ne par­lia­mo ha gli occhi luci­di e com­mos­si. Que­sta sua capa­ci­tà di por­ta­re in sce­na con tan­te risa­te aspet­ti di vita quo­ti­dia­na iro­niz­zan­do, che non è faci­le. Ma sta­se­ra ci ha fat­to com­muo­ve­re, per­ché il papà è una per­so­na umi­le.
Lem­bo:pos­so dire di mio padre che è umi­le. Lui mi ha edu­ca­to all’umiltà, che poi è quel­lo che sia­mo in real­tà; poi la per­so­na­li­tà i ruo­li che abbia­mo nel­la socie­tà te la fan­no sen­ti­re distan­te. Ma l’umiltà è quel­lo che sia­mo tut­ti. Noi sia­mo erran­ti in que­sto seg­men­to che ci por­te­rà all’infinito. E noi cre­dia­mo più a que­sto seg­men­to che all’infinito che ci aspet­ta e da dove venia­mo. In que­sto seg­men­to di vita tu sei quel­lo, sei ani­ma, non sei quel­lo che rap­pre­sen­ti. Mio padre mi ha sem­pre mes­so con i pie­di per ter­ra. Mio padre era un arti­gia­no, un con­ta­di­no, un sag­gio. A mio padre dedi­co que­sta poe­sia per­ché lo sen­to. La rab­bia di aver­lo per­du­to non me l’ha fat­to tro­va­re; ades­so, sedi­men­ta­ta la rab­bia, si entra in un’altra dimen­sio­ne: quel­la di sen­ti­re ad occhi chiu­si e respi­ra­re le per­so­ne che abbia­mo ama­to e che riman­go­no con noi per sem­pre. Infat­ti la poe­sia dice: solo l’amore può com­pe­te­re con la mor­te per­ché l’amore non ha biso­gno di vede­re, e quin­di mio padre mi sta vici­no sem­pre”.
Sta­se­ra M° Lau­ren­ti ci hai rega­la­to la tua can­zo­ne, quel­la roma­na, ina­spet­ta­ta, Roma di not­te. Una can­zo­ne pie­na di poe­sia, pie­na di amo­re. Ma come ti è venu­ta in men­te?
M° Lau­ren­ti: “Rispon­do con una bat­tu­ta di Cali­fa­no che mi dice­va: Alber­tì, a noi le cose brut­te non ci ven­go­no più. Se uno è un auto­re, non per caso, una vita dedi­ca­ta alla musi­ca, quan­do deci­di di fare una can­zo­ne per Roma la fai bene, melo­di­ca­men­te affa­sci­nan­te, sen­za trop­pi luo­ghi comu­ni, nei pri­mi tre minu­ti di que­sta can­zo­ne ci sono tan­te cose e quin­di la can­tia­mo con amo­re per­ché è una can­zo­ne bel­la. Non ha suc­ces­so, la fac­cia­mo solo a tea­tro, ma il tea­tro è suc­ces­so quan­do tut­ti van­no via applau­den­do. Sia­mo mol­to sod­di­sfat­ti di que­sto. Sono qua­si quat­tro anni che la fac­cia­mo e la amia­mo mol­tis­si­mo”.
Lau­ren­ti e Lembo ci han­no vera­men­te sor­pre­so. Non solo uno spet­ta­co­lo comi­co. L’aspetto vin­cen­te è che sono sta­ti capa­ci di con­trap­por­re al pathos l’ironia, alla poe­sia il comi­co. Uno spet­ta­co­lo friz­zan­te, che pren­de, che cat­tu­ra. Il pub­bli­co per­ce­pi­sce quel che acca­de sul pal­co­sce­ni­co si diver­te e apprez­za quel che entram­bi fan­no, appun­to, “Improv­vi­san­do” come reci­ta, non a caso, il tito­lo del­lo spet­ta­co­lo.

rice­via­mo e pub­bli­chia­mo dal­l’As­so­cia­zio­ne Trous­se.

FOTOFOTO LUCIANO LEMBO E ALBERTO LAURENTI

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