Marino/Bruxelles/Washington/Mosca/Riad. Giorgi: chi ha perso la guerra? Nel nostro Paese “Fratelli d’Italia e PD” !

Marino/Bruxelles/Washington/Mosca/Riad. Giorgi: chi ha perso la guerra? Nel nostro Paese “Fratelli d’Italia e PD” !

17/02/2025 0 Di Maurizio Aversa

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Il dott. Corio­la­no Gior­gi


Abbia­mo chie­sto all’e­sper­to di ana­li­si inter­na­zio­na­le dott. Corio­la­no Gior­gi, cosa pen­sa alle por­te dei col­lo­qui rus­so-sta­tu­ni­ten­si di Riad del­la situa­zio­ne Ucrai­na e degli sce­na­ri glo­ba­li. Lo abbia­mo fat­to anche in vir­tù del­la annun­cia­ta “visi­ta” del,’ On. Mini­stro degli Este­ri ita­lia­no, Anto­nio Taja­ni, a Mari­no. Rispon­de Gior­gi: “La scon­fit­ta in Ucrai­na è ormai evi­den­te, ma i prin­ci­pa­li atto­ri poli­ti­ci ita­lia­ni, da Fra­tel­li d’Italia al PD, con­ti­nua­no a nega­re la real­tà. Dra­ghi, Let­ta, Melo­ni, Cro­set­to, Min­ni­ti e i lea­der dell’Unione Euro­pea, insie­me al deep sta­te (lo sta­to pro­fon­do, quel­lo degli accor­di indi­ci­bi­li come dice Vespa, nda), sono sot­to shock dopo le rive­la­zio­ni di Van­ce. La pro­pa­gan­da del pre­si­den­te Mat­ta­rel­la, che ha para­go­na­to la recen­te con­fe­ren­za a quel­la di Mona­co del 1938, rischia di costar­ci cara. Allo­ra, l’Italia fasci­sta era l’aggressore; oggi, l’Europa è un mon­do moren­te, inca­pa­ce di rico­no­sce­re i pro­pri erro­ri.”. Pos­sia­mo quin­di dire che l’Europa irri­le­van­te e l’Italia al bivio: tra ser­vi­li­smo e neces­si­tà di un cam­bia­men­to radi­ca­le? “Si,- repli­ca Gior­gi — la guer­ra in Ucrai­na ha rive­la­to l’irrilevanza geo­po­li­ti­ca dell’Europa e le gra­vi respon­sa­bi­li­tà dell’Italia, schiac­cia­ta tra ser­vi­li­smo atlan­ti­co e inca­pa­ci­tà stra­te­gi­ca. Men­tre il mini­stro degli Este­ri Taja­ni inau­gu­ra la nuo­va sede di For­za Ita­lia a Mari­no, sim­bo­lo di una poli­ti­ca auto­re­fe­ren­zia­le, il Pae­se affron­ta una cri­si eco­no­mi­ca e indu­stria­le sen­za pre­ce­den­ti. Le scel­te mio­pi dei gover­ni Dra­ghi e Melo­ni han­no com­pro­mes­so le rela­zio­ni com­mer­cia­li e diplo­ma­ti­che con la Rus­sia, cau­san­do un’impennata dei costi ener­ge­ti­ci e aggra­van­do la cri­si indu­stria­le.” E il ruo­lo del­l’Eu­ro­pa? Con­ti­nua il dott. Gior­gi: “L’Europa: da pro­ta­go­ni­sta a com­par­sa: Per decen­ni, l’Europa è sta­ta al cen­tro del­lo scon­tro geo­po­li­ti­co tra capi­ta­li­smo ame­ri­ca­no e socia­li­smo sovie­ti­co. Anche dopo la cadu­ta del Muro di Ber­li­no, le clas­si diri­gen­ti occi­den­ta­li han­no con­ti­nua­to a vede­re la Rus­sia come una “minac­cia esi­sten­zia­le”, giu­sti­fi­can­do l’espansione del­la NATO e dell’UE. Oggi, però, que­sta nar­ra­ti­va si è rive­la­ta un erro­re stra­te­gi­co colos­sa­le. L’Europa, che pro­spe­ra­va gra­zie alle for­ni­tu­re ener­ge­ti­che rus­se e al rispar­mio sul­le spe­se mili­ta­ri garan­ti­to dagli USA, si è ritro­va­ta iso­la­ta e vul­ne­ra­bi­le, esclu­sa dai tavo­li nego­zia­li e trat­ta­ta come un sem­pli­ce “ban­co­mat” dagli allea­ti oltreo­cea­no.”. Amplian­do lo sguar­do? “Il decli­no ame­ri­ca­no e la cri­si dell’alleanza euro-atlan­ti­ca: Gli Sta­ti Uni­ti, in pie­na fase di decli­no, stan­no ridu­cen­do il loro impe­gno mili­ta­re in Euro­pa, lascian­do il con­ti­nen­te in balia di se stes­so. La pre­si­den­za di Joe Biden, con la sua reto­ri­ca tos­si­ca che con­trap­po­ne “demo­cra­zie” e “auto­cra­zie”, non ha fat­to che acce­le­ra­re que­sta cri­si. L’America, sem­pre più con­cen­tra­ta sul­la riva­li­tà con la Cina, sta abban­do­nan­do l’Europa al suo desti­no, men­tre il model­lo mer­can­ti­li­sta e ordo­li­be­ri­sta euro­peo, basa­to su espor­ta­zio­ni e bloc­co sala­ria­le, è ormai al collasso.“Come defi­ni­re allo­ra il ruo­lo ita­lia­no, chie­dia­mo? Così repli­ca il nostro inter­lo­cu­to­re: “L’Italia: tra ser­vi­li­smo e cri­si indu­stria­le:
In que­sto con­te­sto, l’Italia ha dimo­stra­to una tota­le man­can­za di auto­no­mia. I gover­ni Dra­ghi e Melo­ni, inve­ce di difen­de­re gli inte­res­si nazio­na­li, han­no scel­to di alli­near­si alle diret­ti­ve ame­ri­ca­ne, tra­sci­nan­do il Pae­se in una guer­ra per pro­cu­ra che ha avu­to con­se­guen­ze disa­stro­se. La rot­tu­ra del­le rela­zio­ni com­mer­cia­li con la Rus­sia ha cau­sa­to un’impennata dei costi ener­ge­ti­ci e aggra­va­to la cri­si indu­stria­le, con riper­cus­sio­ni diret­te su impre­se e cit­ta­di­ni. Eppu­re, inve­ce di assu­mer­si le respon­sa­bi­li­tà, la clas­se diri­gen­te con­ti­nua a per­se­ve­ra­re negli stes­si erro­ri, dimo­stran­do una tota­le inca­pa­ci­tà di leg­ge­re i pro­ces­si sto­ri­ci e geo­po­li­ti­ci in atto.”.

La por­ta­vo­ce del Mini­ste­ro degli Este­ri del­la Fede­ra­zio­ne Rus­sa, Maria Zacha­ro­va


Come leg­ge­re l’e­ster­na­zio­ne del Pre­si­den­te Mat­ta­rel­la? Rispon­de Gior­gi: “Il para­go­ne con Mona­co 1938: una misti­fi­ca­zio­ne sto­ri­ca: L’interpretazione del­la Con­fe­ren­za di Mona­co del 1938 avan­za­ta dal pre­si­den­te Mat­ta­rel­la non reg­ge a un’a­na­li­si sto­ri­ca seria. Come spie­ga il pro­fes­sor Lucia­no Can­fo­ra, Mona­co fu un accor­do tra quat­tro poten­ze – Fran­cia, Inghil­ter­ra, Reich tede­sco e Ita­lia – che impo­se alla Ceco­slo­vac­chia la ces­sio­ne di ter­ri­to­ri con mino­ran­ze etni­che tede­sche, unghe­re­si e polac­che. La Rus­sia sovie­ti­ca, allo­ra poten­za deter­mi­nan­te, ven­ne deli­be­ra­ta­men­te esclu­sa dal­le trat­ta­ti­ve. L’idea di una ripe­ti­zio­ne del­lo sche­ma nel con­te­sto attua­le è pura fan­ta­sia pro­pa­gan­di­sti­ca. Inol­tre, il para­go­ne tra Putin e Hitler è altret­tan­to fuor­vian­te. Can­fo­ra evi­den­zia come nel tem­po nume­ro­si lea­der sia­no sta­ti eti­chet­ta­ti come “nuo­vi Hitler”, da Nas­ser a Sad­dam Hus­sein. Tali sem­pli­fi­ca­zio­ni ser­vo­no solo a giu­sti­fi­ca­re la nar­ra­ti­va bel­li­ca. E men­tre Mat­ta­rel­la par­la di “set­tan­t’an­ni di pace in Euro­pa”, si dimen­ti­ca del­la guer­ra in Jugo­sla­via, qua­si fos­se un even­to mar­gi­na­le.”. C’è una via d’u­sci­ta? Corio­la­no Gior­gi così con­clu­de: “Un’op­por­tu­ni­tà per un cam­bia­men­to radi­ca­le: La cri­si dell’alleanza euro-atlan­ti­ca e il decli­no del­la UE offro­no un’opportunità sto­ri­ca per ripen­sa­re il ruo­lo dell’Italia e dell’Europa nel mon­do. Le for­ze poli­ti­che e socia­li popo­la­ri devo­no ela­bo­ra­re un’idea di cam­bia­men­to radi­ca­le, capa­ce di coin­vol­ge­re i milio­ni di cit­ta­di­ni disil­lu­si. Ser­ve una visio­ne chia­ra e com­pren­si­bi­le, che rom­pa con le logi­che del pas­sa­to e apra la stra­da a un nuo­vo para­dig­ma. È ora di vol­ta­re pagi­na: L’Europa e l’Italia sono a un bivio. Con­ti­nua­re sul­la stra­da del ser­vi­li­smo e dell’autodistruzione signi­fi­ca con­dan­na­re il Pae­se a un futu­ro di decli­no e mar­gi­na­li­tà. Al con­tra­rio, assu­mer­si la respon­sa­bi­li­tà di un cam­bia­men­to radi­ca­le può apri­re la stra­da a un nuo­vo para­dig­ma. Come soste­ne­va Carl Sch­mitt, in tem­pi di cam­bia­men­to dei rap­por­ti di for­za geo­po­li­ti­ci, la poli­ti­ca inter­na­zio­na­le diven­ta la poli­ti­ca tout court. È ora di agi­re, pri­ma che sia trop­po tar­di.”.

Il Sin­da­co di Mari­no, Ste­fa­no Cec­chi, e il Mini­stro Anto­nio Taja­ni a Mari­no, foto reper­to­rio

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