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Marino/Bruxelles/Washington/Mosca/Riad. Giorgi: chi ha perso la guerra? Nel nostro Paese “Fratelli d’Italia e PD” !
17/02/2025Questo articolo è stato letto 633 volte!

Il dott. Coriolano Giorgi
Abbiamo chiesto all’esperto di analisi internazionale dott. Coriolano Giorgi, cosa pensa alle porte dei colloqui russo-statunitensi di Riad della situazione Ucraina e degli scenari globali. Lo abbiamo fatto anche in virtù della annunciata “visita” del,’ On. Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, a Marino. Risponde Giorgi: “La sconfitta in Ucraina è ormai evidente, ma i principali attori politici italiani, da Fratelli d’Italia al PD, continuano a negare la realtà. Draghi, Letta, Meloni, Crosetto, Minniti e i leader dell’Unione Europea, insieme al deep state (lo stato profondo, quello degli accordi indicibili come dice Vespa, nda), sono sotto shock dopo le rivelazioni di Vance. La propaganda del presidente Mattarella, che ha paragonato la recente conferenza a quella di Monaco del 1938, rischia di costarci cara. Allora, l’Italia fascista era l’aggressore; oggi, l’Europa è un mondo morente, incapace di riconoscere i propri errori.”. Possiamo quindi dire che l’Europa irrilevante e l’Italia al bivio: tra servilismo e necessità di un cambiamento radicale? “Si,- replica Giorgi — la guerra in Ucraina ha rivelato l’irrilevanza geopolitica dell’Europa e le gravi responsabilità dell’Italia, schiacciata tra servilismo atlantico e incapacità strategica. Mentre il ministro degli Esteri Tajani inaugura la nuova sede di Forza Italia a Marino, simbolo di una politica autoreferenziale, il Paese affronta una crisi economica e industriale senza precedenti. Le scelte miopi dei governi Draghi e Meloni hanno compromesso le relazioni commerciali e diplomatiche con la Russia, causando un’impennata dei costi energetici e aggravando la crisi industriale.” E il ruolo dell’Europa? Continua il dott. Giorgi: “L’Europa: da protagonista a comparsa: Per decenni, l’Europa è stata al centro dello scontro geopolitico tra capitalismo americano e socialismo sovietico. Anche dopo la caduta del Muro di Berlino, le classi dirigenti occidentali hanno continuato a vedere la Russia come una “minaccia esistenziale”, giustificando l’espansione della NATO e dell’UE. Oggi, però, questa narrativa si è rivelata un errore strategico colossale. L’Europa, che prosperava grazie alle forniture energetiche russe e al risparmio sulle spese militari garantito dagli USA, si è ritrovata isolata e vulnerabile, esclusa dai tavoli negoziali e trattata come un semplice “bancomat” dagli alleati oltreoceano.”. Ampliando lo sguardo? “Il declino americano e la crisi dell’alleanza euro-atlantica: Gli Stati Uniti, in piena fase di declino, stanno riducendo il loro impegno militare in Europa, lasciando il continente in balia di se stesso. La presidenza di Joe Biden, con la sua retorica tossica che contrappone “democrazie” e “autocrazie”, non ha fatto che accelerare questa crisi. L’America, sempre più concentrata sulla rivalità con la Cina, sta abbandonando l’Europa al suo destino, mentre il modello mercantilista e ordoliberista europeo, basato su esportazioni e blocco salariale, è ormai al collasso.“Come definire allora il ruolo italiano, chiediamo? Così replica il nostro interlocutore: “L’Italia: tra servilismo e crisi industriale:
In questo contesto, l’Italia ha dimostrato una totale mancanza di autonomia. I governi Draghi e Meloni, invece di difendere gli interessi nazionali, hanno scelto di allinearsi alle direttive americane, trascinando il Paese in una guerra per procura che ha avuto conseguenze disastrose. La rottura delle relazioni commerciali con la Russia ha causato un’impennata dei costi energetici e aggravato la crisi industriale, con ripercussioni dirette su imprese e cittadini. Eppure, invece di assumersi le responsabilità, la classe dirigente continua a perseverare negli stessi errori, dimostrando una totale incapacità di leggere i processi storici e geopolitici in atto.”.

La portavoce del Ministero degli Esteri della Federazione Russa, Maria Zacharova
Come leggere l’esternazione del Presidente Mattarella? Risponde Giorgi: “Il paragone con Monaco 1938: una mistificazione storica: L’interpretazione della Conferenza di Monaco del 1938 avanzata dal presidente Mattarella non regge a un’analisi storica seria. Come spiega il professor Luciano Canfora, Monaco fu un accordo tra quattro potenze – Francia, Inghilterra, Reich tedesco e Italia – che impose alla Cecoslovacchia la cessione di territori con minoranze etniche tedesche, ungheresi e polacche. La Russia sovietica, allora potenza determinante, venne deliberatamente esclusa dalle trattative. L’idea di una ripetizione dello schema nel contesto attuale è pura fantasia propagandistica. Inoltre, il paragone tra Putin e Hitler è altrettanto fuorviante. Canfora evidenzia come nel tempo numerosi leader siano stati etichettati come “nuovi Hitler”, da Nasser a Saddam Hussein. Tali semplificazioni servono solo a giustificare la narrativa bellica. E mentre Mattarella parla di “settant’anni di pace in Europa”, si dimentica della guerra in Jugoslavia, quasi fosse un evento marginale.”. C’è una via d’uscita? Coriolano Giorgi così conclude: “Un’opportunità per un cambiamento radicale: La crisi dell’alleanza euro-atlantica e il declino della UE offrono un’opportunità storica per ripensare il ruolo dell’Italia e dell’Europa nel mondo. Le forze politiche e sociali popolari devono elaborare un’idea di cambiamento radicale, capace di coinvolgere i milioni di cittadini disillusi. Serve una visione chiara e comprensibile, che rompa con le logiche del passato e apra la strada a un nuovo paradigma. È ora di voltare pagina: L’Europa e l’Italia sono a un bivio. Continuare sulla strada del servilismo e dell’autodistruzione significa condannare il Paese a un futuro di declino e marginalità. Al contrario, assumersi la responsabilità di un cambiamento radicale può aprire la strada a un nuovo paradigma. Come sosteneva Carl Schmitt, in tempi di cambiamento dei rapporti di forza geopolitici, la politica internazionale diventa la politica tout court. È ora di agire, prima che sia troppo tardi.”.

Il Sindaco di Marino, Stefano Cecchi, e il Ministro Antonio Tajani a Marino, foto repertorio
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.