Marino.Bibliopop matrice di impegno pacifista urlato con la poesia di Luciano Censi

Marino.Bibliopop matrice di impegno pacifista urlato con la poesia di Luciano Censi

10/02/2025 0 Di Maurizio Aversa

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Il pre­si­den­te di Biblio­pop, Ser­gio San­ti­nel­li e il Pre­si­den­te del Pre­mio Moby Dick, Mar­co Ono­frio con una del­le fina­li­ste


“A gen­na­io, per l’edizione 2024, la ter­za, del Pre­mio Let­te­ra­rio Nazio­na­le “Moby Dick-Grup­po H24”, nel­la sezio­ne Poe­sia, il pri­mo pre­mio è sta­to asse­gna­to dal­la Giu­ria al poe­ta Lucia­no Cen­si. Egli è cono­sciu­to sia a Biblio­pop che in tut­to il ter­ri­to­rio roma­no, regio­na­le e oltre, per­chè da tem­po impe­gna­to sul fron­te atti­vo di inzia­ti­ve cul­tu­ra­li sia come par­te­ci­pan­te che come pro­mo­to­re. Di pari pas­so va il suo impe­gno civi­le e politico/sociale. — ci rac­con­ta Ser­gio San­ti­nel­li, pre­si­den­te di Biblio­pop che è alla base del­la orga­niz­za­zio­ne del Pre­mio — Oggi, a poche set­ti­ma­ne dall’insediamento alla Casa Bian­ca del Pre­si­den­te degli Usa D.Trump, abbia­mo appre­so che sia l’amministrazione ame­ri­ca­na che lo stes­so capo del­la poten­za mon­dia­le, han­no pre­so ad avan­za­re biz­zar­re pro­po­ste cir­ca la Pale­sti­na: Gaza la acqui­sta lo sta­to USA, o in subor­di­ne, la acqui­sta Trump; i pale­sti­ne­si pos­so­no esse­re tra­sfe­ri­ti (depor­ta­ti) in Ara­bia Sau­di­ta o dove voglio­no, altro­ve; e così via vaneg­gian­do. Anche per que­sto, oltre che esse­re col­pi­ti a livel­lo mon­dia­le e come inte­ra uma­ni­tà cir­ca l’orrenda distru­zio­ne di vite, comu­ni­tà e cose a cui è sta­ta sot­to­po­sta la popo­la­zio­ne del­la “stri­scia di Gaza”, è ben com­pren­si­bi­le come una sen­si­bi­li­tà alta e atten­ta abbia sen­ti­to la neces­si­tà di espri­mer­si con pas­sio­ne e for­za sul­la tra­ge­dia. — con­clu­de il pre­si­den­te — Rin­gra­zia­mo Lucia­no Cen­si che ci ha mes­so a dispo­si­zio­ne una poe­sia anti­ci­pa­zio­ne del suo lavo­ro che la con­tie­ne e che è in pro­cin­to di vede­re la luce.

“Di que­ste case
non è rima­sto
che qual­che
bran­del­lo di muro
Di tan­ti
che mi cor­ri­spon­de­va­no
non è rima­sto
nep­pu­re tan­to
Ma nel cuo­re
nes­su­na cro­ce man­ca
È il mio cuo­re
il pae­se più stra­zia­to.”
Giu­sep­pe Unga­ret­ti

Lucia­no Cen­si, vin­ci­to­re Pre­mio Poe­sia Moby Dick-Grup­po H24 ter­za edi­zio­ne, con le vin­ci­tri­ci altre due sezio­ni

GAZA
( Poe­sia ine­di­ta, trat­ta dal­la nuo­va sil­lo­ge Poe­ti­ca “ Dina­mi­che Sospe­se” )

Cam­mi­na­no in fila,
ombre stan­che
sul­la ter­ra sol­ca­ta,
tra fan­go e fer­ro,
tra san­gue e cie­lo.
Il fumo mesco­la­to al ven­to,
poi pol­ve­re che ingo­ia le voci,
non c’è spa­zio per pau­ra e dolo­re,
solo per l’attesa.
Un bam­bi­no strin­ge
un pez­zo di pane,
gli occhi trop­po gran­di
per un vol­to così pic­co­lo.
Non chie­de nul­la,
non pian­ge più.
For­se ha già capi­to
che il doma­ni non ha nome.
C’è una casa sen­za por­te,
un cam­po sen­za spi­ghe,
una madre sen­za figlio,
un’anima sen­za pace.
C’è un vec­chio uli­vo
sul­la col­li­na,
ha radi­ci nel­le atte­se,
le sue foglie sus­sur­ra­no al sole,
ma il sole rispon­de
solo all’ombra,
e l’ombra non sa più
cosa dire.
La guer­ra non ha
mai fine in real­tà,
rima­ne anni­da­ta tra i muri
che non crol­la­no,
nei nomi scol­pi­ti sul­la pie­tra,
nel silen­zio di chi tor­na
sen­za più pro­fe­ri­re
alcu­na paro­la.
Lucia­no Cen­si

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