Sociale, Tiso(Accademia Ic): “Donne con disabilità al centro di politica e società”

Sociale, Tiso(Accademia Ic): “Donne con disabilità al centro di politica e società”

31/01/2025 0 Di Marco Montini

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“In Ita­lia, insi­ste un feno­me­no socia­le pre­oc­cu­pan­te e irri­sol­to: la dop­pia discri­mi­na­zio­ne che affron­ta­no le don­ne con disa­bi­li­tà; da un lato, il peso del­le bar­rie­re fisi­che e cul­tu­ra­li lega­te alla disa­bi­li­tà, dall’altro, il ses­si­smo che con­ti­nua a per­mea­re mol­te socie­tà. Que­sto dupli­ce far­del­lo può con­dur­re a situa­zio­ni di emar­gi­na­zio­ne socia­le e oppres­sio­ne, sia fisi­ca che psi­co­lo­gi­ca. Tut­ta­via, a giu­di­zio di Acca­de­mia Ini­zia­ti­va Comu­ne, esi­sto­no stru­men­ti, poli­ti­che e pra­ti­che che pos­so­no aiu­ta­re que­ste don­ne a riven­di­ca­re i pro­pri dirit­ti, costrui­re una vita auto­no­ma e con­tri­bui­re atti­va­men­te alla socie­tà. In tal sen­so, un pri­mo pas­so fon­da­men­ta­le per con­tra­sta­re l’emarginazione è rico­no­sce­re le capa­ci­tà e il valo­re del­le don­ne con disa­bi­li­tà. Spes­so, gli ste­reo­ti­pi socia­li le rele­ga­no a ruo­li pas­si­vi o le con­si­de­ra­no inca­pa­ci di par­te­ci­pa­re atti­va­men­te alla vita eco­no­mi­ca, cul­tu­ra­le e socia­le. Cosa asso­lu­ta­men­te non vera. Inol­tre, sono neces­sa­rie fic­can­ti cam­pa­gne di sen­si­bi­liz­za­re del­la socie­tà al fine di abbat­te­re pre­giu­di­zi, evi­den­zian­do che la disa­bi­li­tà non limi­ta il dirit­to alla digni­tà e al rispet­to. E anco­ra, sono neces­sa­ri ser­vi­zi gra­tui­ti di sup­por­to psi­co­lo­gi­co, non­ché mag­gio­re pro­te­zio­ne lega­le tra­mi­te il raf­for­za­men­to del­le leg­gi. Le don­ne con disa­bi­li­tà, poi, pos­so­no tro­va­re for­za nel­la comu­ni­tà. Crea­re reti di soli­da­rie­tà tra cit­ta­di­ni, asso­cia­zio­ni e grup­pi di soste­gno offre uno spa­zio per con­di­vi­de­re espe­rien­ze, solu­zio­ni e inco­rag­gia­men­to. Que­sti net­work pos­so­no inol­tre favo­ri­re l’advocacy per poli­ti­che più inclu­si­ve, eser­ci­tan­do pres­sio­ne sul­le isti­tu­zio­ni per garan­ti­re cam­bia­men­ti strut­tu­ra­li. Infi­ne, ma non meno impor­tan­te, la tec­no­lo­gia può svol­ge­re un ruo­lo tra­sfor­ma­ti­vo nel­la vita del­le don­ne con disa­bi­li­tà, offren­do stru­men­ti per miglio­ra­re la comu­ni­ca­zio­ne, l’accessibilità e l’autonomia. In con­clu­sio­ne, usci­re dall’emarginazione richie­de un cam­bia­men­to col­let­ti­vo e siste­mi­co. Le don­ne con disa­bi­li­tà devo­no esse­re poste al cen­tro del­le poli­ti­che socia­li, cul­tu­ra­li ed eco­no­mi­che, esse­re ascol­ta­te e soste­nu­te nei loro per­cor­si di auto­de­ter­mi­na­zio­ne. Solo così si potrà costrui­re una socie­tà real­men­te inclu­si­va, dove ogni don­na pos­sa vive­re con digni­tà e rea­liz­za­re il pro­prio poten­zia­le”.

Così, in una nota stam­pa, Car­me­la Tiso, por­ta­vo­ce nazio­na­le di Acca­de­mia Ini­zia­ti­va Comu­ne.

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