Olivicoltura, Confeuro: “Piano straordinario di rilancio per settore in crisi”

Olivicoltura, Confeuro: “Piano straordinario di rilancio per settore in crisi”

16/01/2025 0 Di Marco Montini

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Oli­vi­col­tu­ra, Con­feu­ro: “Pia­no straor­di­na­rio di rilan­cio per set­to­re in cri­si”

“L’olivicoltura ita­lia­na sta viven­do un momen­to di pro­fon­da cri­si, tra cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci, con­cor­ren­za slea­le e dif­fi­col­tà strut­tu­ra­li che dan­neg­gia­no uno dei com­par­ti sim­bo­lo del nostro patri­mo­nio agroa­li­men­ta­re. I nume­ri d’altronde par­la­no chia­ro: la pro­du­zio­ne nazio­na­le di olio d’oliva è in calo, col rischio di per­di­ta di com­pe­ti­ti­vi­tà sul mer­ca­to inter­na­zio­na­le, men­tre i costi di pro­du­zio­ne con­ti­nua­no a aumen­ta­re. A que­sto si aggiun­ge l’invasione di pro­dot­ti este­ri di dub­bia qua­li­tà, spes­so spac­cia­ti come ita­lia­ni, che pena­liz­za­no ulte­rior­men­te le pic­co­le e medie impre­se agri­co­le del nostro Pae­se”. A lan­cia­re l’allarme è Andrea Tiso, pre­si­den­te nazio­na­le Con­feu­ro, la Con­fe­de­ra­zio­ne degli Agri­col­to­ri Euro­pei e del Mon­do. Che poi sot­to­li­nea: “Pur­trop­po anche que­sta anna­ta dimo­stra la pre­sen­za di talu­ne ata­vi­che cri­ti­ci­tà, che sta­ke­hol­der ed isti­tu­zio­ni fati­ca­no a risol­ve­re: in pri­mis, l’evidente inca­pa­ci­tà di gesti­re la gran­dis­si­ma qua­li­tà dei pro­dot­ti del­la nostra madre ter­ra. Pur aven­do oltre 500 varie­tà di olio, infat­ti, stia­mo per­den­do posi­zio­ni nel­la clas­si­fi­ca dei pro­dut­to­ri, uni­ta­men­te alla man­ca­ta atti­tu­di­ne nel valo­riz­za­re que­sto fon­da­men­ta­le bene agroa­li­men­ta­re. In que­sto sce­na­rio pre­oc­cu­pan­te e com­ples­so, per noi di Con­feu­ro l’olio resta l’oro ver­de e rite­nia­mo che, anche dal pun­to di vista orga­no­let­ti­co e salu­ti­sti­co, sia un ele­men­to prio­ri­ta­rio per una cor­ret­ta ali­men­ta­zio­ne. Per que­sto è impro­cra­sti­na­bi­le usci­re dal buio e dall’immobilismo che negli ulti­mi die­ci anni ha carat­te­riz­za­to il nostro pae­se — che nel frat­tem­po ha cedu­to il pas­so ad altre nazio­ni che ci han­no “copia­to” e bene in ter­mi­ni di oli­vi­col­tu­ra di qua­li­tà e quan­ti­tà. Come? Met­ten­do in atto poli­ti­che più con­cre­te ed effi­cien­ti, incre­men­tan­do gli inve­sti­men­ti strut­tu­ra­li, imple­men­tan­do i fon­di per com­bat­te­re la Xylel­la, e sopra­tut­to poten­zian­do la ricer­ca e lo svi­lup­po. Insom­ma, è neces­sa­rio un pia­no stra­te­gi­co che met­ta al cen­tro la soste­ni­bi­li­tà, l’innovazione tec­no­lo­gi­ca e la valo­riz­za­zio­ne dei pro­dot­ti di qua­li­tà cer­ti­fi­ca­ta. Chie­dia­mo al Gover­no azio­ni urgen­ti per tute­la­re i pic­co­li e medi pro­dut­to­ri, che rap­pre­sen­ta­no l’anima del set­to­re, e per con­tra­sta­re effi­ca­ce­men­te le pra­ti­che di fro­de ali­men­ta­re.”

Così, in una nota stam­pa, Andrea Tiso, pre­si­den­te nazio­na­le Con­feu­ro, la Con­fe­de­ra­zio­ne degli Agri­col­to­ri Euro­pei e del Mon­do.

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