Chi ha paura dell’uomo nero? Un racconto di memoria e identità sul palco dell’Auditorium Mons. Grassi

Chi ha paura dell’uomo nero? Un racconto di memoria e identità sul palco dell’Auditorium Mons. Grassi

18/12/2024 0 Di Luciano Saltarelli

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Sabato14 dicem­bre 2024, l’Au­di­to­rium Mons. Gras­si di Mari­no ha ospi­ta­to una sera­ta inten­sa e cari­ca di emo­zio­ni con la rap­pre­sen­ta­zio­ne tea­tra­le Chi ha pau­ra dell’uomo nero?. Lo spet­ta­co­lo, pro­dot­to da Ste­fa­no Fran­cio­ni Pro­du­zio­ni in col­la­bo­ra­zio­ne con Inda­co Tea­tro­gio­va­ni e Offi­ci­ne Soli­da­li Tea­tro, è un adat­ta­men­to di tea­tro civi­le basa­to su una sto­ria vera, quel­la del­la tra­ge­dia di Mar­ci­nel­le (8 ago­sto 1956). La dire­zio­ne arti­sti­ca dell’intera sta­gio­ne tea­tra­le è fir­ma­ta da Emi­lia­no De Mar­ti­no, che con­ti­nua a pro­por­re al pub­bli­co del ter­ri­to­rio ope­re di gran­de spes­so­re cul­tu­ra­le e socia­le.

Sot­to la regia di Fede­ri­ca Vici­no, con l’as­si­sten­za di Sere­na Di Mat­teo, lo spet­ta­co­lo ha nar­ra­to una del­le pagi­ne più dolo­ro­se del­la sto­ria dell’emigrazione ita­lia­na, quan­do la comu­ni­tà dei mina­to­ri, in gran par­te pro­ve­nien­te dal nostro Pae­se, fu col­pi­ta dal­la tra­ge­dia nel­la minie­ra di Bois du Cazier in Bel­gio.

Attra­ver­so una sce­no­gra­fia essen­zia­le ma sug­ge­sti­va, il gio­va­ne cast – tra cui Gia­co­mo Caro­so, Gio­suè Cian­co­ni, Pri­sca Giu­lia­ni, Eri­ka Mar­tel­li, Ales­san­dro Oli­va, Enri­co Valo­ri, Loren­zo Valo­ri e Simo­ne Valo­ri, insie­me alle due gio­va­ni mari­ne­si Gior­gia Cara­ci e Deni­se Con­so­li, e con Jen­ni­fer Ciar­dul­lo, Camil­la For­ti Ber­ni­ni e Ange­li­ca Tro­ia­ni – ha sapu­to dar voce e cor­po alle sto­rie del­le fami­glie che, con gran­di sacri­fi­ci, cer­ca­va­no un futu­ro miglio­re, spes­so pagan­do un prez­zo altis­si­mo.

Lo spet­ta­co­lo ha mes­so in luce non solo il dram­ma uma­no dei lavo­ra­to­ri emi­gra­ti, ma anche il valo­re uni­ver­sa­le del­la memo­ria, offren­do al pub­bli­co un’esperienza coin­vol­gen­te che ha alter­na­to momen­ti di strug­gen­te inten­si­tà a squar­ci di poe­sia e musi­ca. La regia, cura­ta con atten­zio­ne ai det­ta­gli, ha sot­to­li­nea­to l’im­por­tan­za di non dimen­ti­ca­re la sto­ria per costrui­re un futu­ro più con­sa­pe­vo­le.

Il pub­bli­co pre­sen­te ha accol­to calo­ro­sa­men­te gli atto­ri, che al ter­mi­ne del­la rap­pre­sen­ta­zio­ne sono sta­ti salu­ta­ti da una lun­ga stan­ding ova­tion. La com­mo­zio­ne è sta­ta pal­pa­bi­le, con spet­ta­to­ri visi­bil­men­te toc­ca­ti dal rac­con­to sce­ni­co. Il suc­ces­so del­lo spet­ta­co­lo con­fer­ma l’im­por­tan­za di un tea­tro che sap­pia edu­ca­re, emo­zio­na­re e far riflet­te­re.

L’Auditorium Mons. Gras­si si con­fer­ma un polo cul­tu­ra­le di rife­ri­men­to per il ter­ri­to­rio, capa­ce di pro­por­re una sta­gio­ne tea­tra­le ric­ca di appun­ta­men­ti signi­fi­ca­ti­vi. Chi ha pau­ra dell’uomo nero? è solo uno degli esem­pi di come il tea­tro pos­sa esse­re vei­co­lo di con­sa­pe­vo­lez­za socia­le e uma­na. Pros­si­ma­men­te, il car­tel­lo­ne offri­rà altre pro­po­ste altret­tan­to imper­di­bi­li.  Un rin­gra­zia­men­to spe­cia­le va a tut­te le real­tà che han­no col­la­bo­ra­to alla rea­liz­za­zio­ne di que­sto even­to, che ha ricor­da­to con for­za quan­to sia fon­da­men­ta­le pre­ser­va­re il ricor­do del­le nostre radi­ci.

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