Economia, Centro Studi Iniziativa Comune: “Accesso al credito, disparità uomini e donne”

Economia, Centro Studi Iniziativa Comune: “Accesso al credito, disparità uomini e donne”

05/11/2024 0 Di Marco Montini

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“In Ita­lia, la dif­fe­ren­za di acces­so al cre­di­to tra uomi­ni e don­ne rap­pre­sen­ta un pro­ble­ma signi­fi­ca­ti­vo, con un gap che si aggi­ra attor­no ai 70 miliar­di di euro. Que­sto diva­rio è sta­to evi­den­zia­to dal report del­la Fede­ra­zio­ne Auto­no­ma Ban­ca­ri Ita­lia­ni (FABI), che ha esa­mi­na­to i finan­zia­men­ti con­ces­si nel 2023. Secon­do l’analisi, su un tota­le di 474 miliar­di di euro ero­ga­ti alle fami­glie, 164 miliar­di sono anda­ti agli uomi­ni, 95 miliar­di alle don­ne, men­tre 216 miliar­di riguar­da­no i finan­zia­men­ti coin­te­sta­ti. Que­sti nume­ri indi­ca­no chia­ra­men­te una disu­gua­glian­za nell’accesso al cre­di­to, con le don­ne che incon­tra­no mag­gio­ri osta­co­li rispet­to agli uomi­ni, nono­stan­te costi­tui­sca­no una fet­ta rile­van­te del­la for­za lavo­ro. Insom­ma, sia­mo di fron­te ad un qua­dro com­ples­si­vo mol­to cri­ti­co e pone l’accento sul­la neces­si­tà di azio­ni con­cre­te per ridur­re il diva­rio. La que­stio­ne dell’accesso al cre­di­to per le don­ne non è solo lega­ta al set­to­re ban­ca­rio, ma è il rifles­so di pro­ble­mi eco­no­mi­ci e socia­li di più ampio respi­ro: non è un caso dun­que che il diva­rio di gene­re si riflet­ta anche nel cam­po del­le pen­sio­ni. Sen­za con­si­de­ra­re che nel set­to­re finan­zia­rio nono­stan­te le don­ne rap­pre­sen­ti­no oltre il 50% del­la for­za lavo­ro, le posi­zio­ni di lea­der­ship sono anco­ra domi­na­ti dagli uomi­ni. Secon­do un recen­te stu­dio, le don­ne costi­tui­sco­no il 50% del­le pen­sio­ni impie­ga­ti­zie, ma sol­tan­to il 20% dei diri­gen­ti è di ses­so fem­mi­ni­le. Anche a livel­lo retri­bu­ti­vo, le dispa­ri­tà sono evi­den­ti: le don­ne impie­ga­te gua­da­gna­no media­men­te il 13% in meno rispet­to ai loro col­le­ghi maschi. Uno degli osta­co­li prin­ci­pa­li per le don­ne nel set­to­re finan­zia­rio è nel­la dif­fi­col­tà del­la gestio­ne del tem­po, soprat­tut­to per quel­le don­ne che devo­no con­ci­lia­re il lavo­ro agli impe­gni fami­lia­ri. Que­sto ele­men­to influi­sce nega­ti­va­men­te sul­le oppor­tu­ni­tà di car­rie­ra e sugli avan­za­men­ti pro­fes­sio­na­li. Tut­ta­via, una mag­gio­re pre­sen­za fem­mi­ni­le ai ver­ti­ci del set­to­re potreb­be con­tri­bui­re a pro­muo­ve­re un ambien­te più inclu­si­vo e a valo­riz­za­re ulte­rior­men­te il ruo­lo del­le don­ne nel­la socie­tà civi­le e nell’economia”.

Così, in una nota, Car­me­la Tiso, por­ta­vo­ce nazio­na­le del Cen­tro Stu­di Ini­zia­ti­va Comu­ne.

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