Maltempo, Confeuro: “Da istituzioni serve più cultura e consapevolezza del cambiamento climatico”

Maltempo, Confeuro: “Da istituzioni serve più cultura e consapevolezza del cambiamento climatico”

09/09/2024 0 Di Marco Montini

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“For­ti pre­ci­pi­ta­zio­ni su Tosca­na e Lom­bar­dia. Inten­so nubi­fra­gio a Roma, pesan­te mal­tem­po a Napo­li. Eson­da­zio­ne tor­ren­te nel pra­te­se, men­tre nel lec­che­se per­so­ne eva­cua­te con gom­mo­ni da case, nel vene­zia­no albe­ri abbat­tu­ti e nel paler­mi­ta­no piog­gia e stra­de bloc­ca­te. Que­sti sono sola­men­te alcu­ni degli epi­so­di di cro­na­ca, lega­ti all’ondata di mal­tem­po che sta col­pen­do in lun­go e in lar­go l’Italia. In pra­ti­ca, in poche ore si è pas­sa­ti “improv­vi­sa­men­te” dal cal­do tor­ri­do dell’estate all’incertezza atmo­sfe­ri­ca dell’autunno? Ovvia­men­te no, visto e con­si­de­ra­to che Con­feu­ro sono mesi che sol­le­ci­ta le isti­tu­zio­ni nel chia­ma­re que­sti even­ti meteo­ro­lo­gi­ci estre­mi e que­sta tro­pi­ca­liz­za­zio­ne del cli­ma con il loro vero nome: effet­ti e con­se­guen­za del riscal­da­men­to glo­ba­le, che sta con­du­cen­do ad una inten­si­fi­ca­zio­ne dei feno­me­ni meteo­ro­lo­gi­ci in rap­por­to ad un incre­men­to del­l’e­ner­gia nel com­par­to atmo­sfe­ri­co. Sia­mo di fron­te a una situa­zio­ne si pre­oc­cu­pan­te ma con la qua­le dob­bia­mo ini­zia­re a con­vi­ve­re ade­gua­ta­men­te, con­si­de­ran­do peral­tro che le nostre cit­tà e i nostri ter­ri­to­ri non sono affat­to pre­pa­ra­ti a gesti­re e a con­te­ne­re le con­se­guen­ze del cam­bia­men­to cli­ma­ti­co, anzi con­ti­nua­no a regi­stra­re mol­te aree a for­te rischio idro­geo­lo­gi­co. Stes­sa cosa dica­si per quan­to con­cer­ne il com­par­to agri­co­lo, dove il con­tra­sto del­la lun­ga sic­ci­tà è sta­to insuf­fi­cien­te, con quest’ultima inter­rot­ta sol­tan­to da piog­ge tor­ren­zia­li e inon­da­zio­ni. Oltre il dan­no, anche la bef­fa. La spe­ran­za isti­tu­zio­na­le, dun­que, è che quan­to acca­du­to in que­ste ore non resti inos­ser­va­to, e che le isti­tu­zio­ni deci­da­no final­men­te di dete­ne­re un ruo­lo fon­da­men­ta­le nel­la con­tra­sto al cam­bia­men­to cli­ma­ti­co. Gli inter­ven­ti che i gover­ni nazio­na­li e loca­li pos­so­no intra­pren­de­re, infat­ti, sono nume­ro­si e pos­so­no influen­za­re signi­fi­ca­ti­va­men­te l’efficacia del­la rispo­sta al pro­ble­ma. Infi­ne ma non meno impor­tan­te: una nuo­va cul­tu­ra del cli­ma e del­la soste­ni­bi­li­tà ambien­ta­le è neces­sa­ria se voglia­mo anti­ci­pa­re que­gli inter­ven­ti e quel­le poli­ti­che glo­ba­li, atte a sal­va­re dav­ve­ro il nostro pia­ne­ta e la nostra comu­ni­tà”.

Così, in una nota stam­pa, Andrea Tiso, pre­si­den­te nazio­na­le Con­feu­ro, la Con­fe­de­ra­zio­ne degli Agri­col­to­ri Euro­pei e del Mon­do.

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