Latina. La sicurezza è un diritto, non un costo. Sabato 6 ore 9.00 Manifestazione

Latina. La sicurezza è un diritto, non un costo. Sabato 6 ore 9.00 Manifestazione

03/07/2024 0 Di Maurizio Aversa

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In que­ste ore è sta­ta dira­ma­ta la noti­zia che il padrone/alias impren­di­to­re agri­co­lo Anto­nel­lo Lova­to sia sta­to arre­sta­to. E’ una buo­na noti­zia, soprat­tut­to le accu­se che la Pro­cu­ra sta muo­ven­do a suo cari­co, ma non leni­sce il dolo­re del­la fami­glia e dei com­pa­gni di lavo­ro di Sat­nam Sin­gh. Inol­tre que­sta sin­go­la atten­zio­ne, giu­sta­men­te, sta diven­tan­do sim­bo­lo di una ben più for­te denun­cia socia­le e poli­ti­ca. Per que­sto il Par­ti­to Comu­ni­sta Ita­lia­no di Lati­na e del Lazio han­no pro­mos­so per saba­to 6, dal­le ore 9.00 a Lati­na, una mani­fe­sta­zio­ne pub­bli­ca. Le moti­va­zio­ni che Sonia Peco­ril­li, segre­ta­ria del­la Fede­ra­zio­ne pro­vin­cia­le e Bru­no Bar­bo­na segre­ta­rio regio­na­le Bru­no Bar­bo­na han­no indi­riz­za­to ai lavo­ra­to­ri, ai brac­cian­ti, ai comu­ni­sti e a tut­te le per­so­ne che voglio­no espri­me­re soli­da­rie­tà e denun­cia per par­te­ci­pa­re all’appuntamento di saba­to, sono rac­chiu­se in que­sto mani­fe­sto:

Lavo­ra­to­ri india­ni e diri­gen­ti comu­ni­sti alla mani­fe­sta­zio­ne di Lati­na


“Lati­na 6 luglio MANIFESTAZIONE Piaz­za del Popo­lo Con­cen­tra­men­to ore 9.00 Via Vit­to­rio Cer­vo­ne. Da ini­zio anno sono oltre 520 i mor­ti per infor­tu­nio nei luo­ghi di lavo­ro. (fon­te Osser­va­to­rio Nazio­na­le mor­ti sul Lavo­ro cura­to da Car­lo Sori­cel­li)
A UCCIDERE SONO GLI STRUMENTI IN MANO AI PADRONI E AI LORO GOVERNI: PRECARIETÀ, SOLITUDINE, POVERTÀ, FATICA, RICATTI OCCUPAZIONALI.

In que­sta situa­zio­ne i nostri fra­tel­li migran­ti sono i più col­pi­ti. Discri­mi­na­ti e sen­za tute­le, sono spes­so lascia­ti soli, nel­le mani di un capo­ra­la­to cri­mi­na­le ma tol­le­ra­to. Biso­gna fare qual­co­sa. Non ci si può limi­ta­re a guar­da­re e resta­re indif­fe­ren­ti di fron­te al mas­sa­cro. Ognu­no deve pren­de­re coscien­za che sia­mo di fron­te a una vera e pro­pria guer­ra sca­te­na­ta con­tro chi lavo­ra. Non è suf­fi­cien­te “addo­lo­rar­si” di quan­to suc­ce­de, spen­de­re qual­che paro­la di cir­co­stan­za e poi gira­si dall’altra par­te. Biso­gna pre­ve­ni­re e repri­me­re con durez­za i respon­sa­bi­li. Sen­za atte­nuan­ti né pre­scri­zio­ni. È neces­sa­rio che lo Sta­to inter­ven­ga, con leg­gi e rego­le, ripri­sti­nan­do quan­to è sta­to can­cel­la­to dai gover­ni che si sono suc­ce­du­ti dal 2008 a oggi e ren­den­do l’obbligo di sicu­rez­za nel lavo­ro qual­co­sa che non può esse­re disat­te­so per abbat­te­re costi e respon­sa­bi­li­tà del­le impre­se. Ven­ga pre­vi­sto per leg­ge il rea­to di “omi­ci­dio sul lavo­ro”. È un dove­re lot­ta­re per otte­ne­re mag­gio­re giu­sti­zia e sicu­rez­za del e nel lavo­ro. La pro­te­sta e la lot­ta si esten­da in ogni par­te d’Italia. Rico­struia­mo la soli­da­rie­tà tra chi lavo­ra e lot­tia­mo uni­ti per un mon­do miglio­re.
NON SI DEVE ANDARE AL LAVORO CON LA PAURA DI NON TORNARE A CASA.
LAVORARE IN QUESTE CONDIZIONI NON È VITA, È SCHIAVITÙ.
RIBELLIAMOCI!

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