Parco Castelli Romani: cuccioli di volpe salvati nel bosco

Parco Castelli Romani: cuccioli di volpe salvati nel bosco

30/05/2024 0 Di Redazione

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Due cuc­cio­li di vol­pe di pochi gior­ni sono sta­ti tro­va­ti in fin di vita sui Mon­ti dell’Artemisio da Mar­co Seran­ge­li, un cit­ta­di­no che sta­va pas­seg­gian­do sul sen­tie­ro e che si è reso subi­to con­to del­la gra­ve situa­zio­ne, in quan­to i due pic­co­li era­no mol­to tra­scu­ra­ti e rico­per­ti di paras­si­ti, non c’e­ra trac­cia del­la madre e le con­di­zio­ni era­no tali che i pic­co­li sareb­be­ro mor­ti di lì a bre­ve. Nono­stan­te l’orario, cir­ca le 20 del­la sera, l’uomo ha con­tat­ta­to imme­dia­ta­men­te i Guar­dia­par­co che sono accor­si sul posto. La tene­rez­za susci­ta­ta dai due cuc­cio­li mal­mes­si, insie­me al sen­so del dove­re han­no fat­to il resto; i cuc­cio­li sono sta­ti por­ta­ti dal vete­ri­na­rio Rober­to Scar­cel­la, a Vel­le­tri (RM), che si è reso dispo­ni­bi­le a curar­li imme­dia­ta­men­te in atte­sa di poter­li con­se­gna­re a un Cen­tro spe­cia­liz­za­to e, men­tre quest’ultimo pre­sta­va le cure di pri­mo soc­cor­so, i Guar­dia­par­co sono anda­ti ad acqui­sta­re il lat­te di capra per nutri­re i pic­co­li, che ver­sa­va­no in uno sta­to di for­te debi­li­ta­zio­ne.

Il mat­ti­no suc­ces­si­vo i due vol­pac­chiot­ti sono sta­ti con­dot­ti pres­so il Cen­tro di Recu­pe­ro per la Fau­na Sel­va­ti­ca del­la Lipu di Roma, dove il per­so­na­le spe­cia­liz­za­to li ha pre­si in custo­dia per le cure neces­sa­rie al recu­pe­ro.

La vol­pe è un mam­mi­fe­ro car­ni­vo­ro appar­te­nen­te alla fami­glia dei Cani­di. Può pesa­re dai 4 agli 11 chi­lo­gram­mi, le sue carat­te­ri­sti­che sono la lun­ga e fol­ta coda e il colo­re del man­tel­lo ful­vo. È una spe­cie con una note­vo­le capa­ci­tà di adat­ta­men­to, faci­le da avvi­sta­re nel ter­ri­to­rio del Par­co, ma non solo, in quan­to si avvi­ci­na anche in ambien­te urba­no.

La sta­gio­ne di ripro­du­zio­ne del­la vol­pe è l’inverno, e il nume­ro dei cuc­cio­li varia da 1 a 4. Alla nasci­ta sono cie­chi e coper­ti di un man­tel­lo lano­so di colo­re dal bru­no al gri­gio con una mac­chia bian­ca sul pet­to ed all’estremità del­la coda. Duran­te il pri­mo mese di vita ven­go­no nutri­ti con il lat­te mater­no, ma la loro die­ta vie­ne inte­gra­ta con pic­co­li boc­co­ni di car­ne che ven­go­no rigur­gi­ta­ti dagli adul­ti. I cuc­cio­li riman­go­no nel­la tana per cir­ca 4 o 5 set­ti­ma­ne ma con­ti­nua­no ad esse­re allat­ta­ti per altret­tan­te set­ti­ma­ne. In autun­no i gio­va­ni diven­ta­no indi­pen­den­ti e si allon­ta­na­no dal­la madre.

Una sto­ria che, ci auspi­chia­mo, vol­ga ad un lie­to fine, per la dedi­zio­ne di quan­ti han­no pre­sta­to i soc­cor­si ma, soprat­tut­to, per dona­re una pro­spet­ti­va di vita futu­ra ai due cuc­cio­li, all’interno del loro ambien­te natu­ra­le.

Coglia­mo l’occasione per rac­co­man­da­re a tut­ti di fare mol­ta atten­zio­ne pri­ma di pre­le­va­re cuc­cio­li di fau­na sel­va­ti­ca, in quan­to non è sem­pre faci­le distin­gue­re tra una situa­zio­ne di abban­do­no rea­le o pre­sun­to, o maga­ri di dif­fi­col­tà. I cuc­cio­li esco­no pre­sto dal­la tana per impa­ra­re a cavar­se­la da soli, quan­do li vedia­mo da soli non signi­fi­ca che sono sta­ti abban­do­na­ti, la madre è spes­so nasco­sta nel­le vici­nan­ze per con­trol­la­re le loro mos­se, lascian­do­li libe­ri di esplo­ra­re l’ambiente cir­co­stan­te. In que­sto caso toc­ca­re i cuc­cio­li sareb­be con­tro­pro­du­cen­te, in quan­to l’adulto avver­ten­do l’odore dell’uomo, potreb­be non rico­no­sce­re più i pic­co­li e abban­do­nar­li sul serio, met­ten­do a repen­ta­glio la loro vita.

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