Terracina/Latina. PCI: l’assenza di forti idealità fa naufragare la questione morale. Con la destra gli interessi privati galoppano

Terracina/Latina. PCI: l’assenza di forti idealità fa naufragare la questione morale. Con la destra gli interessi privati galoppano

19/07/2022 0 Di Maurizio Aversa

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Appun­ta­men­to elet­torale di Gior­gia Mel­oni con Fratel­li d’I­talia a sosteg­no di Rober­ta Tin­tari, sin­da­co di Ter­raci­na ora ai domi­cil­iari per cor­ruzione


“Il disp­ie­gar­si delle mis­ure caute­lari inflitte dagli organi inquiren­ti in queste ore nei con­fron­ti del Sin­da­co di Ter­raci­na, Rober­ta Tin­tari (sostenu­ta da Fratel­li d’Italia e Cam­bi­amo con Toti), e di altri ammin­is­tra­tori, con­siglieri e tec­ni­ci, lon­tano dal­la teo­ria del­la mela uni­ca mar­cia, fa com­pren­dere come sen­za un rifer­i­men­to sicuro, come è sta­to e come può essere il Par­ti­to Comu­nista Ital­iano, la ques­tione morale con la quale Enri­co Berlinguer ha sfer­za­to politi­ca­mente un momen­to stori­co del­la nos­tra Repub­bli­ca pas­sa nel dimen­ti­ca­toio e altre pratiche con­tro i cit­ta­di­ni pren­dono il pos­to del buon gov­er­no”. Così com­men­ta il Seg­re­tario del PCI Lazio, Oreste del­la Pos­ta, non appe­na avu­to notizia degli accadi­men­ti. “Del resto, come ave­va già denun­ci­a­to a più riprese politi­ca­mente il PCI pon­ti­no, e come in modo speci­fi­co ave­va anche soll­e­va­to la ques­tione del­la ges­tione delle con­ces­sioni bal­n­eari e quan­to con­nes­so nei servizi in ques­ta parte del­la regione, non sor­prende che in assen­za di un pos­si­bile con­trol­lo (con qualche voce soll­e­va­ta, in realtà, anche dall’ottimo lavoro di Legam­bi­ente), si giun­ga a questi esi­ti. Cer­to, la Mag­i­s­tratu­ra e i gra­di di giudizio diran­no delle respon­s­abil­ità per­son­ali, giuridiche e penali, ma il voto politi­co ammin­is­tra­ti­vo pos­si­amo già esprimer­lo: è uno zero”. A rin­forzare tale tesi e denun­cia, la seg­re­taria del­la Fed­er­azione PCI di Lati­na.

Qui Sonia Peco­ril­li, PCI Lati­na, inter­viene adi una man­i­fes­tazione pub­bli­ca, col seg­re­tario del PCI Lazio Oreste del­la Pos­ta


“Nel­la provin­cia di Lati­na non c’è più pace ( trasparen­za ammin­is­tra­ti­va). – illus­tra, appun­to, Sonia Peco­ril­li — Il Prin­ci­pio fon­da­men­tale dell’esercizio del­la fun­zione ammin­is­tra­ti­va, man­i­fes­tazione del prin­ci­pio di imparzial­ità e buon anda­men­to con­tenu­to nell’articolo 97 del­la Cos­ti­tuzione nel­la nos­tra provin­cia non viene appli­ca­to. L’art. 1 del­la l. n. 241/1990 (come mod­i­fi­ca­to dall’art. 1 del­la l. n. 15/2005) indi­vid­ua la trasparen­za tra i prin­cipi gen­er­ali atti­nen­ti alle modal­ità di svol­gi­men­to del rap­por­to tra pub­bli­ca ammin­is­trazione e pri­vati-cit­ta­di­ni, insieme ad altri prin­cipi quali l’economicità, l’efficacia, la pub­blic­ità ecc. La trasparen­za delin­ea la com­pren­si­bil­ità dell’azione dei sogget­ti pub­bli­ci sot­to diver­si pro­fili, quali la sem­plic­ità e la pub­blic­ità (conosci­bil­ità), in modo da con­sen­tire la conoscen­za reale dell’attività ammin­is­tra­ti­va e di effet­tuare il con­trol­lo sul­la stes­sa. Il prin­ci­pio di trasparen­za è sta­to introdot­to come sopra cita­to pro­prio dal­la legge n. 15/2005 che sta­bilisce l’obbligo per tutte le Pub­bliche Ammin­is­trazioni di ren­dere vis­i­bile e con­trol­la­bile all’esterno il pro­prio oper­a­to; in sin­te­si, la trasparen­za con­tribuisce a ren­dere conosci­bile l’azione ammin­is­tra­ti­va. L’attività ammin­is­tra­ti­va persegue i fini deter­mi­nati dal­la legge ed è ret­ta da cri­teri quin­di. E invece cosa è accadu­to? – si chiede la seg­re­taria comu­nista ‑E’ evi­dente come ques­ta legge appor­ti impor­tan­ti mod­i­fiche nei rap­por­ti tra le pub­bliche ammin­is­trazioni e i dirit­ti dei cit­ta­di­ni. Ciò con­sente ai cit­ta­di­ni di ved­er garan­ti­ti i pro­pri dirit­ti nei con­fron­ti dell’amministrazione pub­bli­ca per­ché essi han­no dirit­to ad una infor­mazione qual­i­fi­ca­ta, ad accedere ai doc­u­men­ti ammin­is­tra­tivi e conoscere, nei lim­i­ti pre­cisati dal­la legge, lo sta­to dei pro­ced­i­men­ti ammin­is­tra­tivi che li riguardano, per­sonal­mente e col­let­ti­va­mente, seguen­do le fasi attra­ver­so cui l’attività ammin­is­tra­ti­va si arti­co­la. Questo e’ quan­to dovrebbe essere. La realtà invece è un’al­tra. E pro­prio in mer­i­to a queste ultime stranezze aggiun­gerei i seguen­ti even­ti politi­ci che han­no deter­mi­na­to ques­ta crisi polit­i­ca nel­la provin­cia di Lati­na, in ordine: Con­cor­sopoli tar­ga­to PD; dimis­sioni ex sin­da­co di Sabau­dia con con­seguente arresto per cor­ruzione e tur­ba­ti­va d’as­ta Lista civi­ca; decadu­to il Sin­da­co di Lati­na e tut­to il con­siglio comu­nale per incon­gruen­ze riscon­trate durante la fase del­lo spoglio lista Lati­na Bene Comune; infine com­mis­sari­a­men­to del Comune di Roccagor­ga lista di cen­tro destra, c’è n’è di che riflet­tere. L’ho fat­to,- aggiunge Sonia Peco­ril­li — mi sono fer­ma­ta a riflet­tere su quan­to il dis­cor­so politi­co, dal quale per molti di noi risul­ta qua­si nat­u­rale rifug­gire (vuoi per le con­tin­ue delu­sioni, vuoi per le solite “attrat­tive tem­po­rali” pro­poste, vuoi per i tan­ti “giochi sporchi” che ahimè fan­no purtrop­po parte del­la sto­ria del­la polit­i­ca), non può non essere asso­ci­a­to all’idea e alla voglia di prog­et­ti con­creti, scelte costrut­tive indi­vid­u­ali e col­let­tive, idee e deci­sioni sagge e soprat­tut­to con­di­vise e costru­ite insieme che è nel Dna del PCI. La ges­tione del­la “cosa pub­bli­ca” non può lim­i­tar­si ad una tec­ni­ca, a degli sche­mi e delle regole (ovvi­a­mente impor­tan­ti) dati e con­di­visi, per essere vera, aut­en­ti­ca e com­ple­ta, la ges­tione del­la “cosa pub­bli­ca” deve andare oltre arric­chen­dosi di tutte quelle risorse e doti che la natu­ra umana ha rice­vu­to e che riesce a real­iz­zare nel pieno delle poten­zial­ità solo met­ten­dole a dis­po­sizione degli altri, con­div­i­den­do e con­frontan­dosi insieme nel rispet­to di tut­ti e di cias­cuno per costru­ire, non solo “tec­ni­ca­mente” ma anche “real­is­ti­ca­mente” nel sen­so più alto del ter­mine, il vero bene comune. Insom­ma facen­do sposare visioni e buon gov­er­no, ide­al­ità e risposte con­crete, parte­ci­pazione. Dob­bi­amo essere con­sapevoli – con­clude la diri­gente comu­nista — del fat­to che l’impegno politi­co, inte­so come “arte del pren­der­si cura del­la cosa pub­bli­ca”, non è una cosa esclu­si­va, ma è un impeg­no da cui nes­sun cit­tadi­no può sen­tir­si eson­er­a­to, o meglio, un impeg­no a cui istin­ti­va­mente e nat­u­ral­mente cias­cuno di noi dovrebbe sen­tir­si partecipe.”.

Enri­co Berlinguer, il seg­re­tario del PCI che denun­ciò l’oc­cu­pazione del potere da parte di par­ti­ti e per­son­ag­gi che perseguiv­ano pro­pri inter­es­si in spre­gio alla neces­sità di uti­liz­zare il potere parte­ci­pa­to per dare visione futu­ra e risposte con­crete di buon gov­er­no ai lavo­ra­tori e ai cit­ta­di­ni: la cosid­det­ta ques­tione morale

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