Marino/S.Maria delle Mole. Bibliopop poteva essere un incontro con taglio europeo, invece è stata apoteosi di fratellanza italoiberica!

Marino/S.Maria delle Mole. Bibliopop poteva essere un incontro con taglio europeo, invece è stata apoteosi di fratellanza italoiberica!

28/02/2022 2 Di Maurizio Aversa

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Fra.Sorrentino, il gio­vane rap­per dei Castel­li romani


Il Pres­i­dente di Bib­liopop, Ser­gio San­ti­nel­li, l’ha det­to subito “pen­sava­mo ad una sera orga­niz­za­ta in veloc­ità per cogliere l’occasione di avere un ospite inter­nazionale, Bernar­do San­tos, che ha tradot­to il poemet­to di indig­nazione civile di mar­co Onofrio, e invece ci ritro­vi­amo in una cosa assai più parte­ci­pa­ta e mag­gior­mente coin­vol­gente in varie forme di poe­sia”. Ed è sta­to pro­prio così.

Bib­liopop con Mar­co Onofrio e Bernar­do San­tos alla let­tura


Per­ché se da un lato abbi­amo assis­ti­to, anzi godu­to, del­la doppia let­tura – in lin­gua spag­no­la e ital­iana – del­lo stes­so prodot­to poet­i­co “Empo­ri­um”, dall’altro ci siamo ritrovati immer­si in un mag­nifi­co stravol­gi­men­to del pro­gram­ma. A com­in­cia­re dall’apertura, dove ha pre­so la paro­la, la musi­ca e la poet­i­ca di un gio­vane rap­per (stu­dente del Fos­co­lo) Fra.Sorrentino. Con due brani, uno in aper­tu­ra ed una a fine ser­a­ta, ha intrec­cia­to sen­ti­men­ti e vita quo­tid­i­ana; sof­feren­za e rab­bia gio­vanile; con nes­suna con­ces­sione al qualun­quis­mo o alla rasseg­nazione. Anzi con una anal­isi fer­rea delle colpe del cap­i­tal­is­mo e con la sola forza, umanes­i­mo, che res­ta come car­ta da gio­care in futuro per non essere degli auto­mi. Il dado è trat­to. Infat­ti, con il cam­bio di scalet­ta, abbi­amo potu­to assis­tere anche ad un otti­ma per­for­mance di Anto­nio Ori­huela che ha declamato/interpretato una poe­sia rad­i­cale di denun­cia sociale.

Il poeta Anto­nio Ori­huela


Anco­ra oltre, abbi­amo esplorato, gra­zie alla pre­sen­za del reg­ista Isa­ias Gri­no­lo, in un cor­tome­trag­gio che con­tene­va man­i­fes­tazioni di protes­ta e poet­iche varie, con una scrit­ta finale ripresa da un cartel­lo di un cor­teo “el cap­i­tal­is­mo mata la ter­ra”. Il filo con­dut­tore di queste incur­sioni sono state le let­ture di Bernar­do San­tos e Mar­co Onofrio. Nat­u­ral­mente sono sta­ti chiaris­si­mi, nel­la sleezione pre­sen­ta­ta, la poten­za espres­si­va e la filosofia che ha ispi­ra­to e mosso la crit­i­ca sociale, polit­i­ca e quin­di poet­i­ca: è lo sfrut­ta­men­to dell’uomo sull’uomo il prin­ci­pale dei mali da debel­lare. E’ l’anomia e l’alienazione di cui in questi tem­pi di cap­i­tal­is­mo tur­bo che dev­as­ta le men­ti e le coscien­ze, che dob­bi­amo sbaraz­zarci. E questo viene grida­to con un “Bas­ta” acu­to di chi vuol sovver­tire tut­to, nel­la inter­pre­tazione di Mar­co Onofrio; men­tre nel­la inter­pre­tazione di Bernar­do San­tos il “bas­ta” viene tim­bra­to come di chi di dice “mi avete sfini­to, non ne pos­so più”. Una riv­e­lazione, men­tre veni­va rac­con­ta­to del per­ché – casual­mente qua­si – un poeta spag­no­lo ha deciso di tradurre Mar­co Onofrio e poi far­lo pub­bli­care, con un cer­to suc­ces­so, anni e anni dopo dell’uscita del libro in Italia, ci ha con­seg­na­to una notizia cul­tur­ale e polit­i­ca insieme. Infat­ti, men­tre, appun­to attorno al 2014 Onofrio pub­bli­ca­va questo suo lavoro, anco­ra non ave­va pre­so piede il movi­men­to degli Indig­na­dos in Spagna. Per questo quan­do anni dopo, ora, San­tos ha incro­ci­a­to la poe­sia di Onofrio, ha com­pre­so e vis­to con­fer­ma­to, come la lin­gua uni­ver­sale del­la poe­sia, ad ogni lat­i­tu­dine ed in tem­pi anche non coin­ci­den­ti, può avere la stes­sa forza espres­si­va, sovver­titrice, direm­mo riv­o­luzionar­ia! Tut­to ciò, annaf­fi­a­to da un bic­chiere di vino a fine incon­tro, è sta­to il sug­gel­lo, con tan­to di pub­bli­co appas­sion­a­to e partecipe, del­la ripresa che si sta delin­e­an­do pru­den­te­mente anche per le attvità cul­tur­ali. Facil­i­tati negli spazi ora, a Bib­liopop, anche gra­zie agli itner­ven­ti di rin­no­vo delle librerie che con­ter­ran­no più lib­ri, ma che, svilup­pan­do in altez­za, las­ciano un bel po’ di cen­timetri di area a dis­po­sizione.

Bib­liopop con vista dal pub­bli­co nel­la ser­a­ta Onofrio-San­tos

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