Marino. Esplosione a Marino centro: indagini? L’unica da compiere, non ancora condotta dal Comune, è quella di natura sociale.

Marino. Esplosione a Marino centro: indagini? L’unica da compiere, non ancora condotta dal Comune, è quella di natura sociale.

05/05/2020 0 Di Maurizio Aversa

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Mau­ro Avel­lo, por­tav­oce di Essere Mari­no


“Abbi­amo assun­to le notizie che i gior­nali stan­no divul­gan­do a segui­to del­la esplo­sione di ieri sera a Via G. Caris­si­mi, nel cen­tro stori­co di Mari­no. – com­men­ta Mau­ro Avel­lo. Por­tav­oce di Essere Mari­no -, Esprim­i­amo vic­i­nan­za e sol­i­da­ri­età totale ai cit­ta­di­ni incor­si in ques­ta dram­mat­i­ca espe­rien­za, augu­ran­do piena gua­ri­gione a tut­ti, a com­in­cia­re dal­la ricov­er­a­ta al S. Euge­nio. Vor­rem­mo anche con­tribuire a non ind­i­riz­zare in modo erra­to le energie del­la ammin­is­trazione e del­la polit­i­ca. Ci rife­ri­amo al fat­to che, trova­to momen­ta­neo ricovero per le famiglie mal­cap­i­tate, ora si sta spo­stan­do l’attenzione sul­la causa. Se cat­ti­va manuten­zione, se difet­to tec­ni­co di macchi­nari, se mal­fun­zion­a­men­ti di even­tuale bom­bo­la. Ecco – con­tin­ua il por­tav­oce Avel­lo – sicu­ra­mente tec­ni­ci, inves­ti­ga­tori e mag­i­s­tratu­ra sono chia­mati a dare anche quel tipo di rispos­ta. Ma, l’amministrazione, la polit­i­ca locale, gli organ­is­mi sociali locali, fareb­bero bene a creare uno zoom su un altro ver­sante. Par­liamo del­la ques­tione casa, come in più occa­sioni denun­ci­a­to e mes­so in rilie­vo dal PCI mari­nese e da altri nei mesi e anni scor­si. Infat­ti, non occor­rono esplo­sioni per andare ad accertare che decine di locali – pian­oter­ra o anche in sem­i­nter­rati – sono adibiti a casa di res­i­den­za, sen­za averne affat­to, o, molto parzial­mente, i req­ui­si­ti. Per irre­go­lari, per una fas­cia social­mente debole del­la popo­lazione, per cit­ta­di­ni che mag­a­ri sono anche assis­ti­ti (gius­ta­mente) dai servizi sociali, ma solo per una parte di sus­sis­ten­za, non risol­ven­do, ovvero, “con­viven­do” con l’accettazione di tale situ­azioni di cat­ti­va igiene san­i­taria per la vita umana. Ecco – con­clude Mau­ro Avel­lo – noi chiedi­amo, e non tan­to, o non solo, su ques­ta speci­fi­ca emer­gen­za, che l’Amministrazione, molto prodi­ga di sbandiera­men­to di regole e di pre­sen­za atti­va sulle vicende urban­is­tiche, si assuma la respon­s­abil­ità e il com­pi­to di inda­gare imme­di­ata­mente, pub­bli­ca­mente, e col fine di trovare soluzioni, l’interezza di ques­ta davvero “esplo­si­va ques­tione sociale dell’abitare”. Allo stes­so modo chiedi­amo ai con­siglieri di oppo­sizione di far­si parte atti­va al fine di creare con­fron­to e con­trol­lo in tal sen­so. Il Con­siglio comu­nale, il Comune, ha il dovere di ritornare ad essere pro­tag­o­nista vero, non di elargizioni di brici­ole (fun­zione che va man­tenu­ta), ma soprat­tut­to di inizia­tive sociali di grande respiro che risolvano strut­tural­mente le sof­feren­ze del­la popo­lazione più debole del­la nos­tra cit­tà.”.

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