Rebibbia, sovraffollamento e carenza di personale. La denuncia di Fp-Cgil

Rebibbia, sovraffollamento e carenza di personale. La denuncia di Fp-Cgil

06/03/2019 0 Di Redazione

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L’al­tro ieri la Fp Cgil di Roma e Lazio ha visi­ta­to il car­ce­re di Rebib­bia “Raf­fae­le Cinot­ti” per veri­fi­ca­re le con­di­zio­ni in cui ope­ra­no gli agen­ti del cor­po di poli­zia peni­ten­zia­ria. Come in gran par­te degli isti­tu­ti del Lazio, il nume­ro di dete­nu­ti supe­ra la capien­za rego­la­men­ta­re di 1212 uni­tà.

L’istituto con­ta com­ples­si­va­men­te 649 stan­ze di deten­zio­ne, a oggi due inte­re sezio­ni deten­ti­ve sono chiu­se per ristrut­tu­ra­zio­ne, e i dete­nu­ti a oggi sono 1567: il pic­co dopo la sen­ten­za Tor­reg­gia­ni, con cui la Cor­te di Giu­sti­zia euro­pea ha con­dan­na­to l’Italia per vio­la­zio­ne dei dirit­ti uma­ni rispet­to alle con­di­zio­ni di deten­zio­ne nel­le car­ce­ri. In rap­por­to al sovraf­fol­la­men­to, per cui i dete­nu­ti in stan­za sono 6 anzi­ché 4, dove spes­so si accol­go­no anche dete­nu­ti con pro­ble­mi psi­chia­tri­ci per man­can­za di posti nel­le REMS, ancor più gra­ve è la caren­za di per­so­na­le denun­cia­ta: gli agen­ti sono 590, men­tre gli edu­ca­to­ri sono solo 17 in tut­ta la strut­tu­ra, epo­co­per­so­na­le anche all’ufficio matri­co­la, che cura e segue tut­ta la vita giu­ri­di­ca del dete­nu­to. Impos­si­bi­le anche pia­ni­fi­ca­re una for­ma­zio­ne ade­gua­ta, dove inve­ce sareb­be neces­sa­rio: a Rebib­bia ven­go­no segui­ti anche i tran­si­ti dei dete­nu­ti estra­da­ti (o in via di estra­di­zio­ne) che tran­si­ta­no da Fiu­mi­ci­no e chi è in sosta tem­po­ra­nea per que­stio­ni di Giu­sti­zia.

“Rispet­to ai con­tin­gen­ti mini­mi – dichia­ra la Fp Cgil di Roma e Lazio — man­ca­no 27 ispet­to­ri, 60 sovrin­ten­den­ti e 52 agen­ti – assi­sten­ti. Nel tur­no 07,30–15,40 abbia­mo veri­fi­ca­to che gli agen­ti in ser­vi­zio era­no 134, di cui alcu­ni non in repar­to ma in ser­vi­zio ester­no (per pian­to­na­men­ti e visi­te ospe­da­lie­re urgen­ti), men­tre avreb­be­ro dovu­to esse­re 189. In più di un repar­to, gli agen­ti in ser­vi­zio era­no cir­ca la metà rispet­to a quan­ti dovreb­be­ro esse­re: da una par­te solo 11 poli­ziot­ti anzi­ché 20 per 452 dete­nu­ti, in un altro 5 anzi­ché 10, in un altro anco­ra 9 anzi­ché 13.

E nei tur­ni pome­ri­dia­ni e not­tur­ni vaan­co­ra­peg­gio: può suc­ce­de­re che un agen­te vigi­li un inte­ro repar­to, e spes­so si lavo­ra su dop­pi tur­ni di oltre 16 ore a caval­lo dei not­tur­ni. Situa­zio­ne che spes­so, come acca­du­to di recen­te a Cas­si­no, espo­ne i lavo­ra­to­ri a rischio di aggres­sio­ni. Nell’istituto l’età media è di cir­ca 50 anni, nel 2018 ci sono sta­ti 40 pen­sio­na­men­ti e se ne pre­ve­do­no altri 10 nei pros­si­mi mesi. A tut­to que­sto si aggiun­go­no le cri­ti­ci­tà strut­tu­ra­li dell’istituto nato negli anni ‘60: infil­tra­zio­ni, sof­fit­ti crol­la­ti, muf­fa alle pare­ti, siste­mi di video­sor­ve­glian­za ina­de­gua­ti. Rebib­bia è un caso emble­ma­ti­co, che rispec­chia lo sta­to com­ples­si­vo del­le car­ce­ri del Lazio. Il coor­di­na­men­to regio­na­le ha scrit­to la scor­sa set­ti­ma­na al Prov­ve­di­to­re Lazio, Abruz­zo e Moli­se per apri­re con urgen­za un con­fron­to sul­le ormai inso­ste­ni­bi­li con­di­zio­ni negli isti­tu­ti peni­ten­zia­ri del­la regio­ne. 

“Il siste­ma car­ce­ra­rio lazia­le è al col­las­so – pro­se­gue la Fp Cgil Roma e Lazio – come già denun­cia­to dai coor­di­na­to­ri regio­na­li, il con­fron­to non è più rin­via­bi­le. Assun­zio­ni, sicu­rez­za, con­di­zio­ni di lavo­ro e for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le sono le prio­ri­tà: non si può più lavo­ra­re inse­guen­do l’emergenza. Con­ti­nue­re­mo a visi­ta­re le altre strut­tu­re del­la regio­ne e a denun­cia­re quel che tro­ve­re­mo isti­tu­to per isti­tu­to. Ser­ve un con­fron­to com­ples­si­vo e rispo­ste con­cre­te ai tan­ti pro­ble­mi aper­ti, per la qua­li­tà del­la deten­zio­ne e per la sicu­rez­za e l’incolumità dei lavo­ra­to­ri. Oltre a un pia­no straor­di­na­rio di assun­zio­ni nel cor­po di poli­zia peni­ten­zia­ria, ormai pres­so­ché ovun­que ridot­to e con età media ele­va­ta. La mobi­li­ta­zio­ne è in cor­so: sen­za pas­si avan­ti e imme­dia­ta assun­zio­ne di respon­sa­bi­li­tà da par­te del­le isti­tu­zio­ni, loca­li e nazio­na­li, sare­mo al fian­co del­le tan­te e dei tan­ti agen­ti di poli­zia peni­ten­zia­ria in tut­te le ini­zia­ti­ve che met­te­re­mo incam­po,  a par­ti­re dal­le pros­si­me ini­zia­ti­ve pro­vin­cia­li e alla mani­fe­sta­zio­ne nazio­na­le del 27 mar­zo”. 

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