Landini unitario, propositivo e portavoce di determinazione e lotta. Contenuti sostenuti anche dal PCI

09/02/2019 0 Di Maurizio Aversa

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Saba­to 9 feb­braio a Roma: man­i­fes­tazione nazionale di Cgil Cisl Uil con­tro il Gov­er­no. Non è sta­ta pro­prio aria di pre­oc­cu­pazione. Quel­la pre­oc­cu­pazione che a volte ha investi­to orga­niz­za­tori e parte­ci­pan­ti alle man­i­fes­tazioni di lot­ta di questi anni indette dal sin­da­ca­to, dai sin­da­cati, dai par­ti­ti di sin­is­tra, dai par­ti­ti comu­nisti. No, ques­ta vol­ta, ques­ta mat­ti­na, s’è com­pre­so al volo che era aria di parte­ci­pazione con­vin­ta, di grande parte­ci­pazione di popo­lo. Di con­tentez­za per le parole d’or­dine non gener­i­ca­mente con­tro il Gov­er­no. Che a det­ta delle centi­na­ia di migli­a­ia di lavo­ra­tori e lavo­ra­tri­ci sfila­vano in mille riv­o­li avvol­gen­do Roma, ave­vano giusti con­tenu­ti alter­na­tivi alle pro­poste del­la Lega, dei Cinquestelle e del mod­el­lo di svilup­po che il cap­i­tal­is­mo in Italia ha instau­ra­to per decen­ni nel nos­tro Paese. La Uil che nei cartel­li met­te­va l’ac­cen­to su pen­sioni e lavoro. La Cisl che nelle scritte pro­pone­va l’al­larme scuo­la. La Cgil che in modo var­i­opin­to urla­va slo­gan per il lavoro, con­tro le mor­ti per lavoro, per una polit­i­ca indus­tri­ale. E le forze politiche, beh, ognuno a modo loro han­no man­i­fes­ta­to vic­i­nan­za. Il PD, con Nico­la Zin­garet­ti, che si focal­iz­za sul­la “bellez­za” del­la man­i­fes­tazione. Leu, con Nico­la Fratoian­ni, che chiede inves­ti­men­ti in infra­strut­ture. Il Par­ti­to Comu­nista Ital­iano, con la voce del seg­re­tario Mau­ro Albore­si che snoc­ci­o­la pro­prio la stes­sa piattafor­ma che di lì a poco Mau­r­izio Lan­di­ni pre­sen­terà, grid­erà, dal pal­co di piaz­za San Gio­van­ni. Dice il seg­re­tario comu­nista: 

“Nonos­tante le con­trad­dizioni, dovute alla pre­sen­za di sin­da­cati, quali Cisl e Uil, che non sono sta­ti con­trari al Jobs act e ancor pri­ma alla sop­pres­sione dell’art.18, il PCI è in piaz­za oggi a Roma con­tro questo gov­er­no, sor­do alle ques­tioni del lavoro, con la nos­tra piattafor­ma per il lavoro con­tro le politiche del gov­er­no, che sono solo fumo negli occhi. Bas­ta mor­ti! Vogliamo un piano per la sicurez­za sul lavoro che preve­da con­trol­li ser­rati e ammende adeguate e non con­ve­ni­en­ti per chi non adem­pie e rel­a­ti­vo rilie­vo penale. Un piano statale per il rilan­cio del lavoro e per la piena occu­pazione anche in part­ner­ship col pri­va­to. Vogliamo che si pon­ga con seri­età la ques­tione salar­i­ale ed il recu­pero del potere d’acquisto per­so negli ulti­mi 20 anni. Vogliamo il ripristi­no art.18. – quin­di anco­ra con più forza Mau­ro Albore­si aggiunge — Vogliamo il rap­por­to a tem­po inde­ter­mi­na­to quale for­ma con­trat­tuale abit­uale, che garan­tis­ca sicurez­za del pos­to di lavoro. Chiedi­amo la sop­pres­sione del­la pre­ca­ri­età quale for­ma tipi­ca. Pre­tendi­amo l’abrogazione reale e totale del­la legge Fornero, anzichè il fumo negli occhi rap­p­re­sen­ta­to dal con­tenti­no per poche cat­e­gorie, messe l’una con­tro le altre. Per­ché il lavoro garan­tis­ca svilup­po alla soci­età, sus­sis­ten­za e dig­nità a chi lavo­ra, con­tro un gov­er­no che get­ta fumo negli occhi e di lavoro non par­la, ma taglia i fon­di per la sicurez­za sul lavoro all’Inail, il PCI è in piaz­za con col­oro che non si pie­gano di fronte ad una situ­azione così dram­mat­i­ca da con­tare più di 2 mor­ti sul lavoro al giorno, sen­za con­tare i mor­ti in itinere. –Infine, il seg­re­tario del PCI con­clude — Pri­ma­Di­Tut­toIlLa­voro ques­ta la nos­tra paro­la d’ordine. Con la Cgil, gui­da­ta da Lan­di­ni, noi siamo qui per riaf­fer­mare che le ques­tioni del lavoro sono pri­or­i­tarie per il rilan­cio del paese. No al razz­is­mo, Sì al lavoro buono, sicuro ed equa­mente ret­ribuito.”

Man­co a dir­lo, di li a un paio d’ore, Mau­r­izio Lan­di­ni, pro­prio dal pal­co uffi­ciale esporrà le stesse ipote­si, ammo­nen­do: “Ho sen­ti­to che ci si chiede­va quan­ti fos­sero i parte­ci­pan­ti oggi. Noi non diamo numeri, lo fan­no già in tan­ti in Italia. Noi dici­amo che siamo in trop­pi ad essere stanchi di non pro­poste e di non atten­zione alle ques­tioni del lavoro, e alla inca­pac­ità ad offrire prospet­tive per il lavoro. — poi il neoseg­re­tario del­la Cgil ha affonda­to con la piattafor­ma — occorre inve­stire in infra­strut­ture, occorre inve­stire in infra­strut­ture sociali, occorre inve­stire in cul­tura e scuo­la, e occorre sta­bilire che i sol­di per tut­to questo ci sono. Dove? La dove c’è chi ne ha tan­ti. Là dove si evade. Occorre ricor­rere ad un pre­lie­vo di denaro da chi ha di più, pro­gres­si­va­mente, come san­cisce la nos­tra Cos­ti­tuzione.”. Parole chiare. Parole che tes­ti­mo­ni­ano che il sin­da­ca­to può tornare a fare il pro­prio mestiere: quel­lo del­la dife­sa dei lavo­ra­tori, quel­lo del­la capac­ità propos­i­ti­va per­chè in gra­do di esprimere una visione di futuro e di una Italia che non sia uguale a se stes­sa, cam­bian­do qualche attore. No, occorre una nuo­va sta­gione di pro­pos­ta e di lot­ta che fac­cia emerg­ere un diver­so e nuo­vo mod­el­lo di svilup­po. La piaz­za, coi modi del­l’ade­sione rumor­osa, con gli applausi spel­la­mani è sta­ta con­vin­ta­mente con le idee pro­poste da Mau­r­izio Lan­di­ni. La Cgil dei lavo­ra­tori tor­na pro­tag­o­nista, Il gov­er­no, come ha det­to Lan­di­ni, è avvisato: “oggi può pren­dere atto ed aprire un con­fron­to vero sul cam­bio di scelte fin qui pro­poste, oppure atti­vare una sta­gione di lotte. Il sin­da­ca­to non indi­etreg­gerà di un metro.