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Landini unitario, propositivo e portavoce di determinazione e lotta. Contenuti sostenuti anche dal PCI
09/02/2019Questo articolo è stato letto 3605 volte!
Sabato 9 febbraio a Roma: manifestazione nazionale di Cgil Cisl Uil contro il Governo. Non è stata proprio aria di preoccupazione. Quella preoccupazione che a volte ha investito organizzatori e partecipanti alle manifestazioni di lotta di questi anni indette dal sindacato, dai sindacati, dai partiti di sinistra, dai partiti comunisti. No, questa volta, questa mattina, s’è compreso al volo che era aria di partecipazione convinta, di grande partecipazione di popolo. Di contentezza per le parole d’ordine non genericamente contro il Governo. Che a detta delle centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici sfilavano in mille rivoli avvolgendo Roma, avevano giusti contenuti alternativi alle proposte della Lega, dei Cinquestelle e del modello di sviluppo che il capitalismo in Italia ha instaurato per decenni nel nostro Paese. La Uil che nei cartelli metteva l’accento su pensioni e lavoro. La Cisl che nelle scritte proponeva l’allarme scuola. La Cgil che in modo variopinto urlava slogan per il lavoro, contro le morti per lavoro, per una politica industriale. E le forze politiche, beh, ognuno a modo loro hanno manifestato vicinanza. Il PD, con Nicola Zingaretti, che si focalizza sulla “bellezza” della manifestazione. Leu, con Nicola Fratoianni, che chiede investimenti in infrastrutture. Il Partito Comunista Italiano, con la voce del segretario Mauro Alboresi che snocciola proprio la stessa piattaforma che di lì a poco Maurizio Landini presenterà, griderà, dal palco di piazza San Giovanni. Dice il segretario comunista:
“Nonostante le contraddizioni, dovute alla presenza di sindacati, quali Cisl e Uil, che non sono stati contrari al Jobs act e ancor prima alla soppressione dell’art.18, il PCI è in piazza oggi a Roma contro questo governo, sordo alle questioni del lavoro, con la nostra piattaforma per il lavoro contro le politiche del governo, che sono solo fumo negli occhi. Basta morti! Vogliamo un piano per la sicurezza sul lavoro che preveda controlli serrati e ammende adeguate e non convenienti per chi non adempie e relativo rilievo penale. Un piano statale per il rilancio del lavoro e per la piena occupazione anche in partnership col privato. Vogliamo che si ponga con serietà la questione salariale ed il recupero del potere d’acquisto perso negli ultimi 20 anni. Vogliamo il ripristino art.18. – quindi ancora con più forza Mauro Alboresi aggiunge — Vogliamo il rapporto a tempo indeterminato quale forma contrattuale abituale, che garantisca sicurezza del posto di lavoro. Chiediamo la soppressione della precarietà quale forma tipica. Pretendiamo l’abrogazione reale e totale della legge Fornero, anzichè il fumo negli occhi rappresentato dal contentino per poche categorie, messe l’una contro le altre. Perché il lavoro garantisca sviluppo alla società, sussistenza e dignità a chi lavora, contro un governo che getta fumo negli occhi e di lavoro non parla, ma taglia i fondi per la sicurezza sul lavoro all’Inail, il PCI è in piazza con coloro che non si piegano di fronte ad una situazione così drammatica da contare più di 2 morti sul lavoro al giorno, senza contare i morti in itinere. –Infine, il segretario del PCI conclude — PrimaDiTuttoIlLavoro questa la nostra parola d’ordine. Con la Cgil, guidata da Landini, noi siamo qui per riaffermare che le questioni del lavoro sono prioritarie per il rilancio del paese. No al razzismo, Sì al lavoro buono, sicuro ed equamente retribuito.”
Manco a dirlo, di li a un paio d’ore, Maurizio Landini, proprio dal palco ufficiale esporrà le stesse ipotesi, ammonendo: “Ho sentito che ci si chiedeva quanti fossero i partecipanti oggi. Noi non diamo numeri, lo fanno già in tanti in Italia. Noi diciamo che siamo in troppi ad essere stanchi di non proposte e di non attenzione alle questioni del lavoro, e alla incapacità ad offrire prospettive per il lavoro. — poi il neosegretario della Cgil ha affondato con la piattaforma — occorre investire in infrastrutture, occorre investire in infrastrutture sociali, occorre investire in cultura e scuola, e occorre stabilire che i soldi per tutto questo ci sono. Dove? La dove c’è chi ne ha tanti. Là dove si evade. Occorre ricorrere ad un prelievo di denaro da chi ha di più, progressivamente, come sancisce la nostra Costituzione.”. Parole chiare. Parole che testimoniano che il sindacato può tornare a fare il proprio mestiere: quello della difesa dei lavoratori, quello della capacità propositiva perchè in grado di esprimere una visione di futuro e di una Italia che non sia uguale a se stessa, cambiando qualche attore. No, occorre una nuova stagione di proposta e di lotta che faccia emergere un diverso e nuovo modello di sviluppo. La piazza, coi modi dell’adesione rumorosa, con gli applausi spellamani è stata convintamente con le idee proposte da Maurizio Landini. La Cgil dei lavoratori torna protagonista, Il governo, come ha detto Landini, è avvisato: “oggi può prendere atto ed aprire un confronto vero sul cambio di scelte fin qui proposte, oppure attivare una stagione di lotte. Il sindacato non indietreggerà di un metro.
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Un operatore dell’informazione. Un attivista culturale impegnato a diffondere le buone pratiche che aumentano ed estendono la fruizione del miglior bene immateriale di cui l’umanità dispone: il sapere, la conoscenza, la cultura. Questo il mio intimo a cui mi ispiro e la mia veste “giornalistica”. Professionalmente provengo da esperienze “strutturate” come sono gli Uffici Stampa pesanti: La Lega delle Cooperative, Botteghe Oscure. Ma anche esperienze di primo impatto: Italia Radio; e il mondo delle Rassegne Stampa cooperativa DIRE, Diretel, Rastel, Telpress. Per la carta stampata oltre una esperienza “in proprio” come direttore scientifico della rivista “Vini del Lazio”, ho collaborato con Paese Sera, con L’Unità, con Oggi Castelli.