SANITA’, NUOVI DIRETTORI GENERALE PER IFO E SPALLANZANI

SANITA’, NUOVI DIRETTORI GENERALE PER IFO E SPALLANZANI

20/09/2016 0 Di Redazione

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Pare­re favo­re­vo­le a mag­gio­ran­za: sono Anto­nio D’Urso e Mar­ta Bran­ca

La com­mis­sio­ne Poli­ti­che socia­li e salu­te del Con­si­glio regio­na­le del Lazio ha espres­so pare­re favo­re­vo­le a mag­gio­ran­za sul­le nomi­ne di Anto­nio D’Urso a nuo­vo diret­to­re gene­ra­le degli Isti­tu­ti fisio­te­ra­pi­ci ospe­da­lie­ri (Ifo) e di Mar­ta Bran­ca allo Spal­lan­za­ni. D’Urso, 54 anni, dal 2014 rico­pri­va lo stes­so inca­ri­co al San Camil­lo, in pre­ce­den­za ave­va diret­to le Asl di Luc­ca e Pra­to. Bran­ca, 48 anni, è sta­ta fino ad oggi com­mis­sa­ria straor­di­na­ria di Ifo e Spal­lan­za­ni, in pre­ce­den­za era sta­ta diret­tri­ce ammi­ni­stra­ti­va del Poli­cli­ni­co Umber­to I e del San Filip­po Neri.

Il voto in com­mis­sio­ne è arri­va­to dopo un lun­go dibat­ti­to nel cor­so del qua­le le oppo­si­zio­ni han­no più vol­te chie­sto chia­ri­men­ti sul­la nomi­na di D’Urso. Anto­nel­lo Auri­gem­ma (FI), Fran­ce­sco Sto­ra­ce (La Destra) e Pie­tro Sbar­del­la (Grup­po Misto) han­no doman­da­to se D’Urso aves­se i requi­si­ti pre­vi­sti dal decre­to mini­ste­ria­le 70, che dal 18 set­tem­bre disci­pli­na le nomi­ne dei diret­to­ri. Inol­tre han­no espres­so un giu­di­zio mol­to cri­ti­co su que­sti due anni di gestio­ne del San Camil­lo. Secon­do Auri­gem­ma, in par­ti­co­la­re, que­sta nomi­na è “una cam­bia­le elet­to­ra­le che Zin­ga­ret­ti deve paga­re”. Davi­de Baril­la­ri (M5s), da par­te sua, ha affer­ma­to che non ci sono ele­men­ti per poter giu­di­ca­re l’operato di D’Urso, né per capi­re i moti­vi del­la scel­ta. Cri­ti­co anche Fabio De Lil­lo (Cuo­ri­ta­lia­ni), soprat­tut­to “sul silen­zio del­la mag­gio­ran­za”.

A que­ste obie­zio­ni ha repli­ca­to Ales­sio D’Amato, respon­sa­bi­le del­la cabi­na di regia del­la sani­tà regio­na­le, secon­do il qua­le “D’Urso è in pos­ses­so dei requi­si­ti pre­vi­sti dal decre­to 70. I risul­ta­ti nel­la gestio­ne del San Camil­lo sono posi­ti­vi anche se si pote­va fare di più. Abbia­mo rite­nu­to che all’Ifo ci fos­se biso­gno di un pro­fi­lo pro­fes­sio­ne più “medi­co” che gestio­na­le”.

Per quan­to riguar­da Mar­ta Bran­ca, D’Amato ha spie­ga­to che il pro­gram­ma del­la Regio­ne pre­ve­de­va l’unificazione di Ifo e Spal­lan­za­ni, ma su que­sto per­cor­so c’è sta­ta l’opposizione del gover­no, per­ché le nor­me vie­ta­no l’unificazione di tre isti­tu­ti (gli ifo deri­va­no a loro vol­ta dal­la fusio­ne di Regi­na Ele­na e San Gal­li­ca­no). Da qui la scel­ta di affi­da­re l’istituto per le malat­tie infet­ti­va a Bran­ca.

Sul­la secon­da vota­zio­ne, pro­prio quel­la che ha riguar­da­to il diret­to­re gene­ra­le del­lo Spal­lan­za­ni, va regi­stra­ta la dichia­ra­zio­ne di Sto­ra­ce che non ha par­te­ci­pa­to per pro­te­sta­re con­tro “la vio­la­zio­ne dell’articolo 27 del rego­la­men­to”. Il con­si­glie­re ave­va, infat­ti, richie­sto la pre­sen­za di Zin­ga­ret­ti, nel­la veste di fir­ma­ta­rio dei decre­ti di nomi­na, ma il pre­si­den­te del­la com­mis­sio­ne, Rodol­fo Lena, ha rispo­sto che tale even­tua­li­tà deve esse­re richie­sta dall’intera com­mis­sio­ne e non da un sin­go­lo con­si­glie­re.

In aper­tu­ra del­la sedu­ta Auri­gem­ma ha chie­sto chia­ri­men­ti sul­la chiu­su­ra di 13 posti di pri­mo soc­cor­so. D’Amato ha assi­cu­ra­to che non ci sarà nes­su­na chiu­su­ra ma una rior­ga­niz­za­zio­ne secon­do le nor­me nazio­na­li.

 

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