Vino nocte: la vendemmia sotto il chiaro di luna a Cori

Vino nocte: la vendemmia sotto il chiaro di luna a Cori

31/08/2016 0 Di Marco Castaldi

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Nel­la Tenu­ta Pie­tra Pin­ta dei Fer­ret­ti va in sce­na lo spet­ta­co­lo del­la rac­col­ta not­tur­na del­le uve.

È ini­zia­to in que­sti gior­ni il fasci­no e la sug­ge­stio­ne del­la ven­dem­mia not­tur­na a Cori. Un rito che l’Azienda Agri­co­la Pie­tra Pin­ta del­la fami­glia Fer­ret­ti rin­no­va da alcu­ni anni, per sal­va­guar­da­re gli aro­mi e i pro­fu­mi del­le sue uve bian­che. Dopo aver cena­to tut­ti insie­me, dall’una all’alba, si accen­do­no i riflet­to­ri sui viti­gni e i moto­ri di mac­chi­ne all’avanguardia che dan­no ini­zio ad uno spet­ta­co­lo incan­te­vo­le.

Un’esperienza che ha fon­da­men­ti scien­ti­fi­ci. In alcu­ne uve l’escursione ter­mi­ca giorno/notte duran­te il perio­do di matu­ra­zio­ne deter­mi­na la pre­sen­za con­cen­tra­ta di com­po­sti aro­ma­ti­ci nel­le ore not­tur­ne. La pian­ta, per pro­teg­ge­re l’acino dagli effet­ti dell’escursione ter­mi­ca, ne con­cen­tra all’interno i com­po­sti aro­ma­ti­ci per ela­sti­ciz­za­re la buc­cia ed evi­ta­re rot­tu­re.

Una tec­ni­ca pre­mian­te, sia dal pun­to di vista eno­lo­gi­co che ambien­ta­le. Con­sen­te di pre­ser­va­re il cor­re­do aro­ma­ti­co del­le uve, man­te­nen­do inte­gri i grap­po­li ed evi­tan­do micro-fer­men­ta­zio­ni inde­si­de­ra­te, gene­ra­te dal­le mag­gio­ri tem­pe­ra­tu­re diur­ne. Ma anche di otte­ne­re un rispar­mio ener­ge­ti­co nel raf­fred­da­men­to del­le uve pri­ma del­la pres­sa­tu­ra, quan­do mag­gio­ri sono i rischi di vola­ti­liz­za­zio­ne degli aro­mi.

Il vino noc­te, oltre a man­te­ne­re intat­ti tut­ti i suoi carat­te­ri natu­ra­li, si fa apprez­za­re per la sua ori­gi­na­li­tà. I viti­gni che la fami­glia Fer­ret­ti ven­dem­mia di not­te sono quat­tro. Si par­te a fine Ago­sto con lo Char­don­nay e il Sau­vi­gnon, men­tre a Set­tem­bre toc­ca alla Falan­ghi­na e alla Mal­va­sia Pun­ti­na­ta.

Pie­tra Pin­ta è una real­tà spe­ri­men­ta­le che non lascia nien­te al caso. Con accu­ra­ti cam­pio­na­men­ti si dise­gna una cur­va di matu­ra­zio­ne che indi­vi­dua il gior­no idea­le per avvia­re la rac­col­ta. Il resto lo fan­no la mano­do­pe­ra, le mac­chi­ne e pic­co­li accor­gi­men­ti. Tra que­sti il miste­rio­so fumo che si leva dal­le vasche, dovu­to all’uso di giac­chio sec­co per disper­de­re ani­dri­de car­bo­ni­ca ed iso­la­re il mosto dall’ossigeno pre­sen­te nell’aria.

Mar­co Castal­di

Addet­to Stam­pa & OLMR

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