MARINO. Il 3 febbraio si sono incontrate le delegazioni del PD e del PSI a…
Marino: incontro tra Gabbianelli e Aversa (Pdci) e Vittorio Nocenzi
05/05/2016Questo articolo è stato letto 3757 volte!
MARINO/GENZANO di ROMA. INCONTRO (culturale e politico) TRA VITTORIO NOCENZI (Banco) E MATTEO GABBIANELLI (Kutso).
E’ sempre un piacere immenso l’incontro con questo mastodonte della cultura castellana, italiana e internazionale. Un uomo curioso che se non lo avessi di fronte non lo immagineresti come un “adulto saggio”, ma come un ragazzo che vuole ancora scoprire e trovare mille risposte a nuove mille domande che si possono affacciare alle persone che vivono.
Vittorio Nocenzi, del Banco, in splendida forma, dopo lo “scherzetto” della scorsa estate è alle prese col marchingegno di comunicazione portatile e fissa appuntamenti e scadenze orarie e settimanali. Ci accoglie, prima di giungere a studio, a Genzano, nel modo che gli è più consono: originale. Stava camminando per l’olmata in piano, bene, “non aspettatemi a studio, venite qui a camminare. Questo è un angolo delizioso di Genzano” e ci mostra con tutta la forza della appartenenza a quella fisicità fatta di cose e persone, non appena lo raggiungiamo, Matteo Gabbianelli dei Kutso ed io, proprio lì dove ci ha detto.
Ora è drammaticamente alle prese con un problema non da poco, ci confida: “la società attuale, in particolare quella italiana, è sprofondata in modo sconcertante nella mediocrità. Sia nella quotidianità che nei grandi appuntamenti. Sia nella vita delle persone, giorno per giorno, che nella vita di chi ha responsabilità economiche, di comunicazione, di governo”. Insomma, un cruccio, che non è davvero risolvibile in una riunione o in un provvedimento.
Infatti, Vittorio, illustra a Matteo uno dei cardini di cui egli cerca continuamente di individuare nelle persone con cui ha a che fare: l’affidabilità e l’intelligenza. Dice il fondatore-leader del Banco che “l’intelligenza può consentirci di uscire fuori da tutta questa palude. Ma che da sola forse non è sufficiente, in quanto è l’affidabilità che testimonia la possibilità di continuare nel tempo e di riproporre le responsabilità da mettere a frutto”. Faccio notare che, come avevamo azzardato nel chiedere a Matteo di candidarsi nella lista comunista per le amministrative di Marino, c’è una sorta di parallelo tra quanto fece il giovane Nocenzi candidato indipendente nel PCI negli anni settanta, ed oggi il giovane Gabbianelli candidato indipendente (e per di più capolista) nella lista PCdI.
Questa sorta di “passaggio del testimone c’è”, ma non prima, per l’informatissimo Vittorio che anche da dieci chilometri di distanza, segue pressochè quotidianamente il divenire delle cose marinesi, non prima di avere una rappresentazione sulla situazione della sinistra e del centrosinistra oggi (specie dopo arresti e malgoverno della destra).
Il leader dei Kutso gli motiva dal proprio punto di vista come “l’impegno, il provare a fare in concreto, è un giusto tributo che ogni cittadino, in specie se ha idee, qualcosa da dire, qualche cosa da far valere, deve alla società e alla comunità in cui vive.- Espone, Matteo Gabbianelli, pressato da Vittorio – La vicenda del Palaghiaccio, la questione delle attività culturali, degli spazi collettivi per una crescita delle nuove generazioni fatta di relazioni, di emozioni, di cultura, di interscambio e mai di solitudine. I valori, il non ricercare la soppressione delle aspirazioni degli altri, ma, in positivo, mostrare la propria valenza, sono queste le spinte, che anche nella politica, anche nella amministrazione, possono trovare modo di interpretazione e concretizzazione”.
Vittorio annuisce, ma vuole sapere se può esprimere realmente un moto di liberazione. Approfondiamo e dopo un po’ è disposto a dichiarare: “Finalmente! Esulta col suo vocione. Davvero siete riusciti (magari con qualche piccola incomprensibile eccezione) a riunire il centro e la sinistra! Un centrosinistra ampio, erano anni che Marino aveva bisogno di questo. Ricordo perfettamente le analisi e i tentativi di interpretazione delle divisioni con cui Mirko Laurenti e Maurizio Aversa mi hanno tempestato alla ricerca di un comune sentire per cercare vie d’uscita. Ora – aggiunge Nocenzi – mi dite, e non ho ragione di dubitare, che grazie alle volontà politiche che convergono; e grazie a questa candidata di specchiata moralità, di sicura provenienza politico-sociale, e di acclarata capacità professionale, quale è Eleonora Di Giulio, siete ben posizionati in campo, pronti a prendere la guida della città. Sono felice, per i marinesi, e per il vostro percorso. Davvero un sincero “in bocca al lupo”, a voi tutti e a Matteo affinchè possa dimostrare che ci si può elevare concretamente dalle nebbie che talvolta ci sommergono nelle mediocrità diffuse”.
Impegni per il futuro? Con Vittorio è così: non scadenze programmate ma infinito amore per la sua Marino. Input per Matteo? Sicuramente uno: provaci Matteo! E per Eleonora? Ha le caratteristiche e la squadra giusta per attivare un rinascimento marinese. A 44 anni dall’uscita del “Salvadanaio”, il ragazzo rock/prog è più vivace che mai.
Related Images:
La Redazione delle testate Punto a Capo è composta da volontari che collaborano ad un progetto di condivisione delle informazioni indipendente. La maggior parte dei collaboratori sono pubblicisti, giornalisti, addetti stampa, ma ci sono anche collaboratori alle prime armi che iniziano ad approcciarsi al mestiere in un ambiente libero e senza padroni, il cui principio è dal lontano 1989 di essere la voce di chi voce non ha.
Ineffabile, Aversa. Chissà se ha descritto al buon Nocenzi le sue trascorse avventure di disinvolto voltagabbana tra vari tavoli in cerca di una poltrona? Chissà se gli ha confessato di aver sposato, a suo tempo, la causa di uno dei personaggi più squallidi della deriva piddina, quel Ciamberlano che vinse le primarie farlocche coi tanti voti di Silvagni? Ricordo bene la foto di rito, con tanto di sorridente stretta di mano, successivi interventi di difesa del risultato di quella buffonata e di rivendica della poltroncina di ricompensa
Mai al Nostro intervenne l’intuizione di una montatura ordita per neutralizzare la novità di Eleonora Di Giulio e perpetuare il potere della cosca, no. Forse ora, mentre il suo passato mentore, cacciato dal suo partito, compie il suo mandato approdando a destra, qualche luce postuma potrebbe accendersi. E mentre il Pd si è definitivamente sfaldato dopo aver tentato la costruzione di un centrodestra “renziano” che ha scatenato allarme nello stesso Astorre, Egli sventola la bandiera che fu di Enrico Berlinguer. Sic transit gloria mundi. Tutto questo sarebbe ciò che rimane della sinistra? Non è questa la migliore campagna elettorale per il M5S? Cordialmente