Cori: Stop all’apertura di nuove cave e innovazione nel settore delle attività produttive

Cori: Stop all’apertura di nuove cave e innovazione nel settore delle attività produttive

03/02/2016 0 Di Marco Castaldi

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MANIFESTAZIONE NO CAVA9Stop all’apertura di nuo­ve cave e inno­va­zio­ne nel set­to­re del­le atti­vi­tà estrat­ti­ve. È que­sto il mes­sag­gio rilan­cia­to sta­mat­ti­na dall’Amministrazione comu­na­le di Cori, Legam­bien­te, comi­ta­to ‘No Cava’ ed altri Sin­da­ci pon­ti­ni. Isti­tu­zio­ni loca­li e socie­tà civi­le si sono ritro­va­te ai pie­di del Mon­te Maiur­ro, uni­te con­tro la crea­zio­ne di un altro enor­me cra­te­re sul suo dor­so.

Un fron­te sem­pre più ampio che dai Comu­ni si esten­de alle asso­cia­zio­ni fino ai cit­ta­di­ni di Cori e non solo. Nel Lazio, tra le regio­ni più sca­va­te d’Italia, dopo aver tra­sfor­ma­to in una gro­vie­ra il ter­ri­to­rio a nord del­la capi­ta­le, la fascia dei Mon­ti Lepi­ni, Auso­ni e Aurun­ci ave­va fino­ra ret­to abba­stan­za bene davan­ti ad un feno­me­no che ora sem­bra voler­si esten­de­re sen­za misu­ra anche in que­ste zone.

L’Amministrazione comu­na­le di Cori si è oppo­sta all’autorizzazione con­ces­sa dagli uffi­ci del­la Pisa­na, facen­do ricor­so al TAR e appro­van­do una mozio­ne in Con­si­glio comu­na­le. La cri­si del set­to­re edi­li­zio non legit­ti­ma alcun rile­van­te inte­res­se socio eco­no­mi­co a pro­ce­de­re alla cava­zio­ne e la pre­sen­za di altre cave nell’immediato intor­no cree­reb­be i pre­sup­po­sti per un inar­re­sta­bi­le polo estrat­ti­vo.

L’Amministrazione del Sin­da­co Tom­ma­so Con­ti sono qua­si 10 anni che lot­ta per tute­la­re il pae­sag­gio comu­na­le. Allar­gan­do e unen­do le for­ze in pri­ma linea si pun­ta non solo a bloc­ca­re l’inizio del­le esca­va­zio­ni pro­gram­ma­te nel nord pon­ti­no ma anche a sol­le­ci­ta­re la Poli­ti­ca del­la Regio­ne Lazio a reim­pos­ses­sar­si del­la mate­ria, disci­pli­nan­do­la a dove­re.

Nel Lazio man­ca un’adeguata ed aggior­na­ta pia­ni­fi­ca­zio­ne del­le atti­vi­tà estrat­ti­ve. L’intera nor­ma­ti­va, quel­la nazio­na­le vec­chia di 90 anni e quel­la regio­na­le incom­ple­ta, lascia­no alla buro­cra­zia regio­na­le ampia liber­tà d’azione sen­za alcun con­trol­lo poli­ti­co e in dero­ga alla pote­stà pro­gram­ma­to­ria di set­to­re che spet­ta esclu­si­va­men­te ai Comu­ni nell’ambito del P.R.A.E.

È neces­sa­rio garan­ti­re rego­le di tute­la cer­te ed effi­ca­ci, ma anche incen­ti­vi al riu­ti­liz­zo dei rifiu­ti iner­ti e cano­ni in linea con gli altri Pae­si. La col­let­ti­vi­tà ita­lia­na rica­va bene­fi­ci ridi­co­li dall’estrazione a cau­sa del­le irri­so­rie tas­sa­zio­ni impo­ste ai cava­to­ri. Tut­to ciò emer­ge anche dagli ulti­mi rap­por­ti di Legam­bien­te che ter­rà altre simi­li mani­fe­sta­zio­ni nel­le aree più sen­si­bi­li del­la pro­vin­cia di Lati­na.

Era­no pre­sen­ti oggi: il Sin­da­co di Cori Tom­ma­so Con­ti e i suoi asses­so­ri Chia­ra Cochi, Ennio Afi­la­ni, Fau­sto Nuglio e Luca Zam­pi; i sin­da­ci di Sez­ze e Nor­ma, Andrea Cam­po­li e Ser­gio Man­ci­ni; la Con­si­glie­ra regio­na­le Rosa Gian­co­la; il Pre­si­den­te Legam­bien­te Lazio Rober­to Scac­chi, con i rap­pre­sen­tan­ti del Cir­co­lo loca­le Legam­bien­te ‘Cora Viri­dis’ e di altri cir­co­li pon­ti­ni del Cigno Ver­de.

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