L’Opinione. Un maledetto tradimento culturale di Vincenzo Andraous

L’Opinione. Un maledetto tradimento culturale di Vincenzo Andraous

12/11/2015 0 Di puntoacapo

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Atti-di-bullismo_h_partbUN MALEDETTO TRADIMENTO CULTURALE

di Vin­cen­zo Andraous

Scor­ren­do le pagine dei gior­nali, osser­van­do le immag­i­ni in tele­vi­sione, ascoltan­do le sto­rie monche per­ché mal inter­pre­tate di tan­ti gio­vani che riman­gono al palo, alcu­ni offe­si, altri depre­dati del­la vita, tra­di­ti dall’alcol, dal­la roba che leg­gera non è mai, dal­la vio­len­za elar­gi­ta a piene mani, ho come l’impressione che sti­amo con­frontan­do­ci dis­ar­mati e spaven­tati con una microso­ci­età quale l’adolescenza ora­mai con­cla­ma­ta a bullis­ti­ca.

Uno spazio e un tem­po mis­era­mente a parte di una macroso­ci­età che non intende pren­dere posizione né met­ter­si a mez­zo, di tra­ver­so, sul riconosci­men­to inalien­abile dei dirit­ti e dei doveri di ognuno, sul val­ore del rispet­to delle regole che tute­lano cias­cuno, risul­tan­do vere e pro­prie sal­vavi­ta dei più sfi­gati ma anche dei più gradas­si e bal­dan­zosi palestrati men­tali.

Eppure ogni qual vol­ta si pre­sen­ta il pre­var­i­ca­tore di turno ( che non è mai mio figlio ma il tuo), con i pug­ni, le offese, le umil­i­azioni in bel­la mostra, il mon­tepre­mi del capro espi­a­to­rio che ingius­ta­mente patisce le pene dell’inferno, cal­cio dopo cal­cio, silen­zio dopo silen­zio, alza irre­spon­s­abil­mente la sua pos­ta, come fa una stra­maledet­ta slot machine, così facen­do il grup­po si raf­forza den­tro quel ter­ri­to­rio ben delim­i­ta­to.

Non è sto­ria da videogames, dei vio­len­ti scam­biati per eroi, ben­sì è immag­ine del­la ver­gogna. Bul­li crescono intorno a una equipe sen­za tan­to tem­po a dis­po­sizione, attra­ver­so un giudizio espres­so sen­za tito­lo, con l’impossibilità a leg­gere più in là di un voto elar­gi­to a piene mani.

Pre­po­ten­ti e sprint­er dell’immediato bru­ciano le tappe nell’indifferenza, di una col­let­tiv­ità cer­ta­mente non com­plice, ma cor­re­spon­s­abile, quin­di colpev­ole.

Cosa ben grave, è assente il tim­o­re del dazio da pagare, per­ché nes­suno par­lerà, nel­la sfi­da scagli­a­ta sen­za trop­pi inci­ampi, tat­u­ag­gi invis­i­bili di medaglie guadag­nate sul cam­po, un potere riconosci­u­to, che assomiglia a una con­dan­na sen­za appel­lo. I bul­li crescono e gli inseg­nan­ti soprav­vivono, i gen­i­tori indis­tur­bati sono in gara per pot­er vin­cere il tra­guar­do del benessere, ognuno gio­ca la pro­pria par­ti­ta evi­tan­do la fat­i­ca di un con­fron­to, un com­por­ta­men­to incom­pren­si­bile soprat­tut­to da parte di chi è per­sona prat­i­ca del­la let­tura, dell’osservare e ascoltare, di chi anno­ta, ver­i­fi­ca, elab­o­ra strate­gie per tentare di sfio­rare quelle note nascoste, impor­tan­ti al pun­to da riman­erne emozionati.

Ado­les­cen­ti con­t­a­m­i­nati traval­i­can­do il mito del­la trasgres­sione, impat­tano nel­la devian­za, nel lan­cio sen­za para­cadute, men­tre la soci­età si dibat­te nelle norme poco con­di­vise, nel rig­ore e nel­la sever­ità da usare chiara­mente per qual­cun altro.

Vit­time e carn­efi­ci diven­tano carne da macel­lo, c’è chi muore e c’è chi rimane oltrag­gia­to per l’intera esisten­za. Sono micro­cos­mi di vita che dovreb­bero fare pre­oc­cu­pare, per­ché con le male­fat­te per­pe­trate, pri­ma o poi occor­rerà far­ci i con­ti, nes­suno è infal­li­bile, e nes­suno può pen­sare di con­tin­uare a fare il fur­bo impuni­to a spese del com­pag­no più frag­ile.

E’ davvero nec­es­sario che poli con­ver­gen­ti si incon­tri­no e si con­fron­ti­no: stu­den­ti, inseg­nan­ti, gen­i­tori, tes­ti­moni, esper­ti, per far nascere delle idee e aiutare a diventare adul­ti insieme, ben sapen­do, che se uno solo di questi poli sarà mes­so in “fuo­ri­gio­co”, l’intero prog­et­to è des­ti­na­to a fal­lire.

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