Roma, gli studenti occupano il Tasso

Roma, gli studenti occupano il Tasso

21/11/2018 0 Di puntoacapo

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COMUNICATO OCCUPAZIONE LICEO T. TASSO, 20/11/18

Oggi, 20 novem­bre, un grup­po di stu­den­ti e stu­dentesse del liceo Torqua­to Tas­so di Roma, in segui­to ad una votazione svoltasi in una sedu­ta del Col­let­ti­vo Politi­co Tas­so, ha deciso a mag­gio­ran­za di voti di occu­pare la scuo­la. 
Dopo numerosi e appro­fon­di­ti dibat­ti­ti il cor­po stu­den­tesco si è mostra­to favorev­ole ad aderire alla piattafor­ma di protes­ta già segui­ta dai licei Mami­ani, Vir­gilio, Socrate, Albertel­li e Righi, con le loro occu­pazioni, in oppo­sizione ai pri­mi provved­i­men­ti attuati dal gov­er­no inse­di­atosi a segui­to delle elezioni del quat­tro mar­zo.
In pri­mo luo­go, esprim­i­amo il nos­tro dis­senso riguar­do alle politiche eco­nomiche e sociali. 
Rib­a­di­amo anco­ra oggi con forza che il sis­tema con­fig­u­ra­to a scaglioni pro­gres­sivi deb­ba essere il trat­to fon­da­men­tale del sis­tema di tas­sazione. 
Rib­a­di­amo anche ener­gi­ca­mente come la Repub­bli­ca Ital­iana sia fon­da­ta, come si evince dal pri­mo arti­co­lo del­la nos­tra Cos­ti­tuzione, sul lavoro e sul­la dig­nità del lavo­ra­tore. Dig­nità svili­ta o addirit­tura can­cel­la­ta da una for­ma di sus­sis­ten­za sociale quale il red­di­to di Cit­tad­i­nan­za. 
In sec­on­do luo­go dimos­tri­amo il nos­tro dis­senso al Decre­to Scuole Sicure. Decre­to che in malafede con­fonde la sicurez­za nelle scuole con un con­trol­lo mil­itare degli stu­den­ti. Tut­to questo attua­to al cos­to di inves­ti­men­ti molto onerosi che potreb­bero essere ind­i­riz­za­ti alla risolu­zone dei veri prob­le­mi del­la sicurez­za.
Una scuo­la è sicu­ra quan­do non cade il cor­ni­cione, una scuo­la è sicu­ra quan­do d’in­ver­no fun­ziona il riscal­da­men­to: una scuo­la è sicu­ra quan­do è in tut­to e per tut­to a nor­ma.
Inoltre ci opponi­amo con forza al Con­dono, ennes­i­ma manovra che finisce per nutrire una crim­i­nal­ità fin trop­po pre­sente nel nos­tro Paese. Esso sta­bilisce un prez­zo alla legal­ità, per­me­t­ten­do ai più abbi­en­ti di agi­rar­la con facil­ità e con il favore del­la legge. Rite­ni­amo pari­men­ti che si trat­ti di una “mazzetta” richi­es­ta dal­lo Sta­to.
Ci schieri­amo altresì con­tro alla dem­a­gogia del gov­er­no Gialloverde, che con­tin­u­a­mente stru­men­tal­iz­za e demolisce la sol­i­da­ri­età umana, trasfor­man­do in crim­i­nali col­oro che cer­cano di dare dig­nità a tut­ti. Dig­nità alla vita di migranti, esseri umani, che, fuggen­do da guerre, povertà, fame, pas­sano poi come capri espi­a­tori di tut­ti i mali del Paese. Esprim­i­amo quin­di la nos­tra vic­i­nan­za al sin­da­co Mim­mo Lucano, ed al cen­tro Baobab (come alle altre strut­ture occu­pate prese di mira dal­la “Gius­tizia”).
Con questo atto forte e deciso gli stu­den­ti vogliono dimostrare, oltre che la loro coscien­za polit­i­ca, il pro­prio dis­senso alle politiche esec­u­tive por­tate avan­ti dal gov­er­no ed in par­ti­co­lare dal Min­is­tero degli Interni.
Con quest’oc­cu­pazione noi stu­den­ti del Tas­so, inten­di­amo lan­cia­re un appel­lo allo Sta­to, ai cit­ta­di­ni e a noi stu­den­ti stes­si:
Rite­ni­amo infat­ti che il cam­bi­a­men­to sia nel dare dig­nità al lavoro, nel ren­dere val­ore alla vita umana, nel­l’in­ve­stire sul­l’­ef­fi­cien­za delle strut­ture san­i­tarie, e dei trasporti: il cam­bi­a­men­to è nel­l’in­ves­ti­men­to sul­la Scuo­la Pub­bli­ca.
Durante il peri­o­do di occu­pazione ver­ran­no offer­ti agli stu­den­ti assem­blee politiche e cor­si sulle materie d’ind­i­riz­zo, tenu­ti da stu­den­ti uni­ver­si­tari e da pro­fes­sori. Allarghi­amo inoltre l’in­vi­to ai docen­ti del liceo Tas­so, ad aderire alla nos­tra azione. Essi dareb­bero spes­sore alla protes­ta con le loro lezioni aperte a tut­ti gli stu­den­ti. Non inten­di­amo infat­ti questi giorni come un buco di tem­po in cui riposar­ci, vedi­amo al con­trario quest’oc­cu­pazione come una piattafor­ma in cui noi stu­den­ti pos­si­amo portare avan­ti un dis­cor­so di con­tes­tazione fon­da­ta sul­lo scam­bio tra di noi e sul­la cul­tura por­tat­aci dai docen­ti.

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